RONCOBELLO

Roncobello [ɾoŋkoˈbɛlːo] (Roncobèl [ɾoŋkoˈbɛl] in dialetto bergamasco) è un comune di 415 abitanti.
Il toponimo dovrebbe derivare dal latino Runcus che sta ad indicare un terreno con terrazzamenti. Altre interpretazioni lo farebbero risalire al vocabolo Ronch, che in dialetto locale significa colle con pareti scoscese. L’aggettivo Bello fu invece aggiunto soltanto in tempi relativamente recenti dal re d’Italia Vittorio Emanuele II, il quale rimase incantato dall’amenità del luogo durante una sua visita.
I primi documenti che attestano l’esistenza del borgo risalgono al 1258, quando si fa menzione della suddivisione delle terre, avvenuta quasi 70 anni prima, operata dal vescovo di Bergamo in quei tempi proprietario dell’intera zona, ricevuta dagli imperatori del Sacro Romano Impero.
In un atto antecedente a questo, redatto nel 1234, viene nominata la frazione Bordogna, il cui nome risalirebbe a Bordonus, probabilmente un antico abitante che disponeva delle proprietà nella zona.
La chiesa parrocchiale del capoluogo, intitolata ai Santi Pietro e Paolo, risale al XVIII secolo ed è nota per le decorazioni molto ridondanti, che pongono in secondo piano gli altri affreschi.
Notevole è la grotta denominata Bus del Castel che, per lunghezza, non ha eguali nella bergamasca, ed è la seconda in tutta la Lombardia.
Valorizzare il territorio è da sempre una delle priorità dei Comuni della Valle Brembana, che spesso si tramuta in progetti dedicati ai residenti e ai turisti in visita. E così hanno fatto anche le due Amministrazioni di Roncobello e di Lenna, che insieme hanno deciso di avviare il progetto “E-bike oltre la Goggia” con lo scopo di dare nuova vita alla Valsecca, la piccola valletta laterale dell’Alta Valle Brembana che si trova proprio nel territorio di Roncobello.
Per arricchire l’esperienza del visitatore sono stati individuati due punti cruciali, uno all’inizio del Comune di Roncobello in frazione di Bordogna al confine con il Comune di Lenna, e uno nella parte più alta del percorso, a Roncobello, che fungano da hun di servizi. Saranno punti informativi, con una valenza museale ma anche culinaria dando la possibilità di gustare i prodotti agroalimentari dvisitatore.
Pochi bambini iscritti, e la scuola elementare chiude i battenti. Così, aule e corridoi che prima ospitavano gli alunni, vengono recuperati e trasformati in spazi coworking dove poter continuare a lavorare, restando però in valle. È il progetto dell’Amministrazione comunale di Roncobello, realizzato in poco tempo dopo la chiusura definitiva della primaria dello scorso 30 giugno, che ha riorganizzato così le aule trasformandole in 20 postazioni di lavoro comprese di tavoli, sedie, scrivanie, stampante, rete internet e impianto di videosorveglianza.
Isacco Milesi aveva giurato fedeltà al regime fascista. Era un fascista convinto. Ma la deriva a cui si era arrivati non gli sembrava giusta. Non era più una scelta politica, ma umana. E Isacco Milesi scelse l’umanità.
Sistemò la famiglia Israilovici in una casetta nella frazione di Costa Inferiore, di fronte alla sua abitazione. Riyfka e il piccolo Isacco vennero nascosti nell’intercapedine della soffitta, Leo e Arnold nel fienile di casa. Le due sorelle iugoslave e la coppia di austriaci alloggiarono presso altre abitazioni.
Tutti ebbero un tetto, una tessera annonaria per poter mangiare e documenti falsi per essere in regola in caso di controlli.
La famiglia Israilovici divenne la famiglia Rossi. E anche la zia Lola, riuscita ad allontanarsi dal campo di Casacalenda, ebbe i suoi documenti. Lei però aveva scelto di vivere a Milano, dove preferì rimanere avendo lì ottime amicizie.
I rifugiati vissero nascosti a Roncobello per due anni sotto la protezione di tutto il Paese. Anche durante gli interrogatori e le torture dei nazisti nessuno parlò mai. Nella lettera di Arnold si legge:
A Isacco Milesi va la nostra riconoscenza, perché senza di lui non sappiamo se saremmo ancora qui.
Ma oltre al Milesi ricordiamo con viva riconoscenza tutti gli abitanti del Paese che sapevano della nostra presenza tra loro e ci aiutarono a nasconderci durante i rastrellamenti.
Si può aderire ad una fazione politica ispirati ad ideologie anche minimamente ideali
Ma quando il tuo partito ti chiede di compiere aberrazioni non c’è ideologia né ideale che tenga
Tra il partito e le persone è DOVERE DI OGNI UOMO abbandonare quel partito e mettersi a servizio delle persone.
L’onda Verde, che ha solo cambiato il colore di quella nera, ha sin dai suoi albori emarginato e disprezzato le persone.
Con la scusa delle tasse e del lavoro.
Eppure milioni di italiani preferiscono, in nome della loro bandiera politica, andare contro le persone
La storia non insegna perché le persone studiano ma non imparano.

RONCOBELLO

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