PIAZZATORRE

Piazzatorre [pjaʦːaˈtorːe] (Piassatór [pjasaˈtoɾ] in dialetto bergamasco) è un comune italiano di 390 abitanti.
Non esistono tracce d’insediamenti in questa parte dell’Alta Valle anteriormente al 1200. I primi allevatori e agricoltori si stanziarono in Val Pegherolo verso il 1200, cioè in epoca medioevale; qui si edificarono le prime stalle abitate, veri esemplari d’architettura rusticana.
Un secolo più tardi si erano già formate 9 contrade: Sembiör, Palèra, Piazzole, Foppa, Cantù, Cabai, Cà Gottaroli, Cà Maisis e Cigadola; in tutto vi erano 35 famiglie per un totale di 225 abitanti. Il paese come entità sociale unitaria stava formandosi con difficoltà, soprattutto per ragioni di sopravvivenza fisica in quanto il territorio, come il resto dell’Alta Valle, era sotto il dominio dei Visconti, i signori di Milano. Essi, comunque, concessero sempre agli abitanti del paese una certa autonomia in virtù delle loro povere condizioni, per cui potevano pagare tasse più lievi sugli scarsi commerci e l’acquisto di beni.
“Gente di Piazzatorre – Figli dei prati e dei boschi”
Il passato che ci viene restituito in queste pagine evidenzia il carattere di questa “Gente di Piazzatorre”, un po’ spigoloso, testardo e orgoglioso, ma altrettanto generoso e gran lavoratore. Prova ne sono l’autonomia che Piazzatorre ha saputo conservare lungo gli imperi e le signorie che si sono succedute e la fiducia nella proprietà collettiva, sfociata nel sodalizio delle famiglie originarie (Antichi Originari).
È un libro per ognuno di noi, per tutti coloro che negli anni si sono sentiti “Gente di Piazzatorre”: per gli anziani, che un poco della nostra storia l’hanno vissuta ( dalle tragedie che hanno lasciato segni indelebili, alle privazioni che hanno spinto molti di noi ad emigrare, alle gioie di semplici gesti quotidiani; non deve esser stato facile per loro vedere il mondo – e la loro Piazzatorre – cambiare ad una velocità incredibile!).
Per gli adulti, che la storia del paese la stanno facendo quotidianamente attraverso scelte che li portano a credere tuttora che viviamo in un paese che offre una qualità di vita invidiabile e merita che ci si impegni per mantenerla ed incrementarla.
Per i giovani e i bambini, perché si lascino sorprendere da una lettura affascinante e possano sentirsi fieri delle loro origini montane, dalle quali trarre stimoli importanti per la loro vita.
Piazzatorre dirà addio a due dei suoi storici impianti di risalita, i primi realizzati nella stazione sciistica dell’alta Valle Brembana entrata in funzione nel 1952, solamente tre anni dopo Foppolo. La funivia, con le sue cabine azzurre, è ormai un lontano ricordo: l’ultimo anno di namento fu il 2005, poi lo stop. Così accadde anche per la seggiovia monoposto che dall’arrivo della cabinovia di arroccamento portava fino al rifugio delle Torcole. Le cabine, peraltro, ormai da due anni, sono state tutte vendute dalla proprietà: alcune sono finite in Francia e Germania, altre a Livigno, altre ancora in studi di architettura e design, o in negozi sportivi.
Di fatto gli impianti sono vetusti e difficilmente riutilizzabili. Da qui la decisione di smantellare ciò che ancora restava. Saranno conservate le stazioni di partenza e arrivo dell’ovovia.
A quel punto, nel comprensorio di Torcola Soliva resteranno installate la seggiovia biposto Torracchio di 795 metri e due sciovie, il Roccolo di 650 metri e il Sole di 500 metri. Di fatto entrambi chiusi dal 2005, a eccezione di due stagioni dal 2010 al 2012, quando funzionarono in collegamento con le seggiovie (oggi aperte) di Torcola Vaga, più a nord. La società Sesp li fece girare dal 1995 al 2005, accumulando però negli ultimi otto anni perdite per un milione e 266 mila euro. Da qui la decisione di fermarsi. Oggi la Sesp, però, paga ancora circa 60 mila euro tra affitti dei terreni e concessioni dai Comuni di Piazzatorre, Moio de’ Calvi e Valnegra, sui cui terreni si trovano gli impianti. Sul tavolo della Sesp ci sarebbe la proposta di una società impiantistica croata che, grazie a fondi europei, sarebbe disposta ad acquisire, smontare e ricollocare gli impianti altrove.

PIAZZATORRE

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