ZOGNO

Zogno [ˈʣoɲːo] (Zògn [ˈzɔɲ] o Dógn [ˈðoɲ] in dialetto bergamasco) è un comune di 8634 abitanti
La zona dove sorge il paese era abitata sin dai tempi preistorici, come attestano i reperti ritrovati in una caverna del luogo chiamata “Büsa dell’Andrea”.
Zogno divenne centro importante sotto la dominazione di Venezia. Nei secoli passati la popolazione era impiegata prevalentemente in agricoltura, nell’allevamento del bestiame e nella pastorizia, anche se non mancavano attività artigianali legate alla filatura della lana, del lino e alla tessitura dei panni.
Nella frazione di Poscante il 18 dicembre 1773 nacque il famoso brigante Vincenzo Pacchiana (Pacì Paciana), Robin Hood italiano che rubava ai ricchi e dava ai poveri, denominato dai suoi contemporanei: re della strada, re della montagna.
Durante il XIX secolo presero piede le industrie della carta e del cemento. Oggi grazie ad uno sviluppo costante, sia in campo economico (importante ad esempio la Manifattura Valle Brembana, una industria tessile tutt’oggi esistente, da poco fallita) che urbanistico, Zogno è il paese più popoloso della Valle Brembana con numerose attività commerciali, industrie tessili, estrattive, artigianato del legno e imprese edili.
Con Regio Decreto del 16 febbraio 1928 al comune di Zogno vennero accorpati i comuni finitimi di Stabello, Poscante, Grumello de’ Zanchi, Endenna, Somendenna e Spino al Brembo.
Situato nella porzione inferiore della Valle Brembana non lontano da San Pellegrino Terme (4 km), il capoluogo si estende lungo la strada di fondovalle, sulla sponda orografica destra del fiume Brembo, mentre gli altri centri abitati sono dislocati prevalentemente sulla sponda sinistra. Il paese si trova inoltre ai piedi del versante nord del Canto Alto e orientale del Monte Zucco.
In posizione dominante sorge la quattrocentesca chiesa di San Lorenzo, sorta sulle rovine del medievale castello di parte guelfa, distrutto dai Visconti prima di consegnarlo alla Repubblica di Venezia, dopo la pace di Lodi.
L’interno custodisce la serie seicentesca dei Misteri del Rosario di Francesco Zucco, una Madonna col Bambino di Francesco Lavagna ed un dipinto di Vincenzo Angelo Orelli raffigurante Santa Margherita da Cortona.
È da ricordare inoltre il Museo di San Lorenzo, allestito presso la chiesa parrocchiale, che raccoglie testimonianze di carattere religioso della Valle Brembana.
Villa Belotti
La villa zognese, che dal 1985 ospita la Biblioteca Comunale “Bortolo Belotti”, venne realizzata nel 1906 per il notaio Ulisse Cacciamali dall’architetto bergamasco Giovanni Barboglio, autore a Zogno anche di edifici pubblici e della vecchia scalinata alla parrocchiale, ma più famoso in Lombardia per la costruzione o il restauro di chiese.
La cura della villa e del giardino accompagnò il successo politico di Bortolo Belotti che, da giovanissimo deputato, divenne sottosegretario, ministro e leader della sinistra liberale. L’opposizione al fascismo ne determinò l’allontanamento dalla politica attiva e, quasi come compensazione, Belotti iniziò ad intervenire sul giardino e ad arricchirlo di opere d’arte particolarmente significative. Gli interventi si susseguirono in tre fasi principali. Particolarmente ricca è la prima fase (1928-29) con l’ideazione del Convito dei Grandi Brembani, 11 busti di uomini di grande fama di famiglia originaria della Val Brembana, eseguiti dallo scultore bergamasco Nino Galizzi. Il secondo periodo (1931-33) è contrassegnato dall’edificazione dell’edicola della Madonna, dalle statue dei leoni e del busto del gioppino.
La grotta delle meraviglie (45.78841°N 9.63538°E) è un complesso carsico naturale sviluppatosi nelle montagne calcaree vicino alla città, scoperto nel 1932 e vennero aperte al pubblico nel 1939, dopo lo scavo di una galleria artificiale.
Le frazioni di Zogno hanno dato alla curia tantissimi sacerdoti nel secolo scorso. La fortissima vocazione dei bergamaschi ed il tasso di povertà di molte famiglie contadine ne hanno incentivato la conversione. Sacerdoti appartenenti alle famiglie delle varie frazioni, come Poscante o Castegnone, numerosi ragazzi che hanno dato la loro vita al sacerdozio.
Bambini mandati al seminario di Albino che facevano ritorno a casa, solo in visita, ormai uomini fatti e sconosciuti ai loro stessi fratelli.
Fra le frazioni, si distingue Stabello, borgo di circa 450 abitanti situato a sud-est di Zogno sul versante sinistro della valle a circa 380 m s.l.m.: l’etimo risale all’epoca romana quando le legioni accampate nella zona di Lemine portavano a pascolare i cavalli sulla piana del paese costruivano delle stalle (stabellum) da qui il nome Stabello. Di questo piccolo borgo, inizialmente abitato da pastori e coltivatori, è originario il poeta vernacolare Pietro Ruggeri, che aggiunse al suo nome appunto la dicitura da Stabello, al fine di ricordare le sue origini.
In una piccola valle laterale sinistra si trovano Poscante (400 m s.l.m.) e, poco sopra, Grumello de’ Zanchi (410 m di altitudine), entrambe di notevoli dimensioni. Sempre a sinistra, su un pendio, ci sono Endenna (la frazione più grande, a un’altitudine di 420 m), Somendenna (670 m), Miragolo San Marco (960 m) e Miragolo San Salvatore (970 m). Procedendo da Zogno verso San Pellegrino Terme, si incontra Ambria, frazione piuttosto ampia situata all’imbocco della val Serina. Sopra Ambria, sul versante sinistro, c’è Spino al Brembo (470 m s.l.m.).
Fanno parte del comune di Zogno anche le contrade Grimoldo (o Grimolto), Castegnone, Piazza Martina, Carubbo e Tiglio, oltre a numerose località, tra le quali Romacolo e Camanghè.
L’abitato era servito dalla stazione di Zogno, molto attiva nei servizi passeggeri e merci; l’impianto era posto lungo la ferrovia della Valle Brembana, attiva fra il 1906 e il 1966.
Sul tracciato della stessa in direzione Piazza Brembana è stata realizzata la ciclovia Valle Brembana. Una seconda stazione, che sorgeva nella frazione Ambria, era anch’essa dotata di scalo merci e di un raccordo con la società di imbottigliamento dell’acqua minerale provenienti dalle terme di Bracca.
Quanto manca per l’apertura della variante di Zogno? Ancora nessuna data precisa, ma – a quanto pare – mancherebbero ancora pochi interventi prima che l’opera venga conclusa, consegnata e sottoposta ai collaudi, svolti da Cal (Concessioni autostrade lombarde). Una volta che tutto sarà pronto, l’Impresa Collini di Trento consegnerà l’opera completata alla Provincia e alla Regione e solo a quel punto potranno partire i collaudi tecnici (oltre a quelli già effettuati in corso d’opera) a cura del Cal. La variante di Zogno è lunga 4,3 chilometri e per 2,8 attraversa le due gallerie presenti sul percorso: inizialmente la strada sarà a carico della Provincia, ma successivamente ci sarà il passaggio ad Anas che da qualche mese gestisce anche la Strada Statale 470, arteria principale della Valle Brembana.

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