TORRE BOLDONE

Torre Boldone [ˈtorːe bolˈdoːne] (Tór Boldù [ˈtoɾ bulˈdu , ˈtuɾ bulˈdu] in dialetto bergamasco) è un comune di 8837 abitanti.
La prima parte del nome deriva, come è logico pensare, da una struttura fortificata presente sul territorio. Quale fosse non è chiaro, anche se l’ipotesi più accreditata è che la torre in questione sia quella di Viandasso, località posta sul confine con Ranica, e storicamente molto rilevante. Altre torri erano comunque presenti in località Imotorre, il cui significato è appunto torre posta in basso, e presso la Calvarola, in posizione più elevata
Il II secolo a.C., vi fu la colonizzazione da parte dei Romani, che posero una guarnigione militare in questa zona considerata strategica in quanto situata all’imbocco della val Seriana. Venne costruita anche una fortificazione, presso la zona attualmente chiamata Santa Margherita, posta lungo la via Rubra, importante strada di collegamento tra la città di Bergamo e la bassa valle.
Vennero quindi a crearsi numerose contrade di piccole dimensioni, distinte tra loro: Blandacium (Viandasso), Sarcetum (Sarzetta), Olivetum, Fullonem (Fologne), Marcianica (Marzanica) e Picenygo.
dal VI secolo, quando la zona fu assoggettata dai Longobardi che inserirono Torre Boldone, unitamente ai sobborghi cittadini di Redona e Valtesse, nei domini della Fara di Bergamo. Segni di quel periodo ci sono giunti anche dalla toponomastica: è difatti presente sul territorio il luogo denominato Gromo del gastaldo. Considerando che gromo sta ad indicare un’altura, mentre il gastaldo era un’autorità che assumeva l’esercizio della sovranità giurisdizionale e amministrativa, questa località probabilmente starebbe ad indicare un luogo in cui venne sepolto un alto funzionario longobardo. A questa popolazione si deve anche la costruzione del primo edificio di culto cristiano, citato in documenti a partire dall’XI secolo, dedicato a san Michele arcangelo, santo particolarmente venerato dai Longobardi.
L’età comunale si aprì con un evento di rilievo per il borgo, dal momento che, nell’ambito della guerra contro la Lega Veronese, l’imperatore Federico Barbarossa, si accampò nei campi situati tra le località Martinella (sul confine tra Gorle e Bergamo) e Imotorre, ancora presenti nella toponomastica locale con il nome di Campo di Federico.
A livello amministrativo, come indicato negli Statuti cittadini del XII e XIII secolo, Torre Boldone era incluso nei confini della città di Bergamo e considerato una contrada della stessa in quanto troppo distante dal centro della città per ottenere l’autonomia. Questa vicinanza tuttavia si rivelò proficua, dal momento che, con l’avvento dell’età comunale la città di Bergamo decise la costruzione di un canale artificiale che potesse soddisfare le necessità irrigue nei propri possedimenti nella pianura. Questa opera, inizialmente chiamata Fossatum Communis Pergami e successivamente conosciuta come roggia Serio Grande (anche se per la popolazione è sempre stata la Seriola), tagliava longitudinalmente il territorio di Torre Boldone e diede al paese un impulso produttivo, dal momento che lungo il proprio corso sorsero ben quindici mulini, utilizzati per movimentare segherie, frantoi e magli.
Nel frattempo la zona aveva acquisito discreta importanza anche a livello commerciale per via dell’esistenza di una strada, la cosiddetta via Mercatorum, che permetteva il passaggio di persone e merci dirette verso la val Brembana, in quei tempi difficilmente raggiungibile utilizzando gli impervi sentieri del fondovalle brembano. Questa strada lastricata si sviluppava dalla città di Bergamo e passando da Torre Boldone in breve arrivava a Nembro ed Albino, da cui saliva fino a Selvino e poi a Trafficanti (frazione di Costa Serina), e infine a Serina.
È delimitato a Nord dal colle di Ranica, rilievo che si sviluppa ad Est della Maresana e che lo divide amministrativamente dal comune di Ponteranica, posto sull’opposto versante orografico. Ad Est ed Ovest il territorio viene scandito dalle propaggini che si diramano dalla suddetta altura, e che vanno a formare una piccola vallata denominata valle del Gardellone, nella quale scorre il torrente omonimo. Questi confini naturali delimitano Torre Boldone ad oriente dal comune di Ranica, dal quale è diviso nel tratto più a valle dal torrente Gardellone, mentre ad occidente da Redona, quartiere periferico della città di Bergamo. A sud è invece il corso delle rogge Guidana e Morlana, a suddividerlo da Gorle.
In ambito storico e culturale l’edificio più importante è senza dubbio quello che per secoli è stato chiamato come Monastero di santa Maria di Torre. Situato nella zona pianeggiante in località Imotorre, a lato della Strada provinciale 35 Bergamo-Nembro-Albino, attualmente è incluso nell’istituto don Luigi Palazzolo gestito dalla Congregazione delle Suore Poverelle.
Notevole importanza ricopre anche la chiesa parrocchiale, dedicata a san Martino vescovo, edificata su progetto di Giovan Battista Caniana e consacrata il 14 novembre 1745. Questa chiesa sostituì la vecchia parrocchiale, considerata troppo piccola per le nuove esigenze della popolazione, ed ebbe anche la funzione di unire le diverse contrade, in quanto collocata in posizione intermedia tra i nuclei posti nella pianura e quelli sul colle, dedicata sempre al santo di Tours ma poi detta chiesa dei Morti di San Martino per la vicinanza con il territorio cimiteriale.
Successivamente ampliata nel 1892 da Elia Fornoni, presenta una pianta a croce latina
Precedentemente la parrocchia aveva sede presso l’antica chiesa, poi denominata appunto San Martino Vecchio, nome che identifica l’intera zona che la circonda, posta a Nord della località Imotorre. Questo edificio di culto è citato in documenti a partire dall’XI secolo, anche se la struttura originale venne demolita nel 1740 al fine di far posto alla struttura esistente.
Sempre in ambito religioso, è presente anche la chiesa dei mortini alla Ronchella. Costruita nel 1718 in luogo di una piccola cappelletta dedicata alla Madonna del Suffragio, venne edificata per seppellire le vittime dell’epidemia di peste di manzoniana memoria. La struttura è ad aula unica con volta a botte, mentre all’interno è collocata una tela raffigurante la vergine del suffragio. Oltre ad essa merita menzione l’ex convento di santa Margherita, ubicato nell’omonima via. Conosciuto anche come casa degli Umiliati di Torre, risale alla metà del XIII secolo, e originariamente comprendeva anche una chiesetta dedicata a santa Margherita
In ambito civile numerose sono le ville storiche, anche se poco valorizzate. Oltre alla Villa Pesenti, che ancora dispone di un grande giardino, degno di nota è il Palazzo Regazzoni che, situato tra il polo scolastico e l’area destinata al mercato settimanale, venne edificato nel XV secolo dalla famiglia Noris Questa lo cedette alla famiglia Regazzoni, che la fece ristrutturare dotandola di un’elegante facciata e di un ampio giardino, caratterizzandolo con la sezione composta da due corpi ortogonali tra loro. Conosciuto anche come dell’Incoronata, per via del fatto che per un lungo periodo vi si insediarono le suore dell’incoronata, che vi istituirono un orfanotrofio, versa in stato di abbandono ed è al centro di numerosi progetti volti ad un suo recupero. Un altro edificio di rilievo è la secentesca villa Piceni, fatta edificare dalla famiglia Piceni della Costa, che sul finire del XVII secolo vi fece aggiungere la chiesetta di sant’Antonio da Padova. Comunemente chiamata villa Reich, in quanto acquistata nel XIX secolo dall’industriale tessile Giovanni Reich, è situata nei pressi di un parco nella zona del viale delle Rimembranze, anche se ormai stretta tra i nuovi edifici.
Già storicamente servita dalla tranvia Bergamo-Albino, che operò fra il 1912 e il 1953 e dalla ferrovia della Val Seriana, attiva su questa tratta fra il 1884 e il 1967, sul sedime di quest’ultima è in esercizio dal 2009 la tranvia Bergamo-Albino che osserva fermata in corrispondenza della preesistente stazione di Torre Boldone.
Torre Boldone nasce e si sviluppa grazie alle strade che l’attraversano, alle rogge che l’alimentano, alla vicinanza con la città, ma anche per il suo territorio pedemontano che ne rende la permanenza amena.
L’aria frizzante che anticipa quella montana, ed il lusso degli edifici che sono sparsi in questo comune ci raccontano un luogo prospero e godibile.
Servito da mezzi di trasporto pubblico e da realtà ricettive ha sviluppato l’attitudine all’efficienza.
Ed a proposito di utilizzo intelligente del territorio è stato creato anche un parco avventura che ne rivaluta l’area prealpina e collinare.

TORRE BOLDONE

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