VILLA DI SERIO

Villa di Serio [ˈvilːa diˈseːɾjo] (Éla de Sère[ˈela dɛˈsɛɾɛ] in dialetto bergamasco) è un comune di 6667 abitanti.
La prima vera e propria opera di urbanizzazione fu opera dei romani, che conquistarono la zona e la sottoposero a centuriazione, ovvero ad una suddivisione dei terreni a più proprietari, a partire dal I secolo d.C.. Di tale epoca numerosi sono le testimonianze ed i reperti, tra cui spiccano una tomba risalente all’età repubblicana in cui erano collocate monete, la più preziosa delle quali recava l’effigie di Ostiliano Augusto (databile attorno al 250 d.C.), ma anche alcuni sarcofagi del III e del IV secolo.
Il villaggio si trovava discosto in direzione nord rispetto a dove ora si sviluppa il centro storico, dal momento che era posto nella piccola valletta solcata dal torrente Capla. Questa era percorsa dalla strada denominata via Antiqua Valeria (così chiamata probabilmente dal nome del suo fondatore).
Il periodo successivo alla dominazione romana vide la zona soggetta alle invasioni barbariche, con la popolazione costretta a rifugiarsi in postazioni più elevate su colli e propaggini circostanti, in quanto considerate più sicure dalle scorrerie, con conseguente abbandono dei centri abitati.
Nel corso del VI secolo si verificò l’arrivo dei Longobardi, popolazione che si radicò notevolmente sul territorio, influenzando a lungo gli usi degli abitanti: si consideri infatti che il diritto longobardo rimase “de facto” attivo nelle consuetudini della popolazione fino al XV secolo.
Nell’VIII secolo ai longobardi subentrarono i Franchi che, al contrario dei predecessori, rimasero estranei alla vita sociale e politica dei territori assoggettati, nei quali instaurarono un sistema feudale, inserito nell’ambito del Sacro Romano Impero.
Sul finire dell’epoca medievale il paese cominciò ad assumere una fisionomia ben delineata, simile a quella attuale. Era fiorente l’industria della lana, ed erano presenti due chiese: quella di santo Stefano, documentata dalla seconda metà del XIII secolo e situata nel borgo a tergo del corso della roggia Borgogna, ed il santuario di santa Maria dei Campi, discosto dall’abitato in zona Nord.
Tuttavia cominciarono a verificarsi attriti tra gli abitanti, divisi tra guelfi e ghibellini, che raggiunsero livelli di recrudescenza inauditi. Villa, così come gran parte dei centri vicini, venne a trovarsi tra i domini guelfi, tanto da essere vittima a più riprese degli attacchi ghibellini.
A livello politico il paese, così come l’intera provincia, in seguito al trattato di Campoformio del 1789, fu assoggettata alla napoleonica Repubblica Cispadana. Questa nel 1809, nell’ambito di un’ampia opera di riorganizzazione delle realtà comunali, aggregò amministrativamente Villa di Serio alla città di Bergamo. Tuttavia nel 1816, in seguito al passaggio della zona all’austriaco Regno Lombardo-Veneto, il comune riacquisì la propria autonomia amministrativa.
In quegli anni la popolazione crebbe in modo considerevole, passando dai 573 abitanti del 1805 ai 974 del 1853, raggiungendo quota 1402 nel 1901. Il tutto anche grazie all’incremento dell’offerta lavorativa: nell’agricoltura vennero intensificate le colture di vite e foraggi in collina e di grano e frumento al piano, con un enorme sviluppo della bachicoltura, mentre l’industria e l’artigianato videro lo sviluppo di nuove attività
Su tutte i magli ed i mulini lungo la roggia Borgogna, la nascita di due filande e la cava di pietre sul monte Bastia, proprio sulla linea di confine con Scanzo. Quest’ultima, fondata nel 1864 dall’ingegner Giuseppe Piccinelli, in breve si convertì in fabbrica di cemento, la prima in Italia, ampliandosi nel corso degli anni fino a diventare, dopo ulteriori fusioni ed acquisizioni, leader a livello nazionale con il nome di Italcementi.
Momento importante fu quello tra il 1905 ed il 1915, quando venne costruito il ponte sul Serio che permetteva il collegamento con Alzano, fino a quel momento raggiungibile soltanto mediante una piccola passerella a pagamento (conosciuta con il nome di ponte Pagliarolo, per via del cognome dei suoi gestori).
Negli anni della seconda guerra mondiale notevole importanza ebbe Antonio Cavalli, appartenente ad una delle famiglie più note del paese, dal momento che il padre Pietro fu sindaco quasi ininterrottamente dal 1890 al 1918, ruolo poi ricoperto anche dal fratello Giulio per due mandati negli anni cinquanta. Dopo aver aderito al movimento partigiano, all’interno del quale prese il comando delle Brigate del Popolo con lo pseudonimo di Comandante Granata, partecipò in prima persona alla liberazione di Bergamo, città della quale due giorni più tardi venne nominato sindaco della Liberazione. L’anno successivo venne poi eletto deputato all’Assemblea Costituente, quindi deputato nella I legislatura repubblicana, ed infine nominato Sottosegretario di Stato all’Industria e Commercio, ruolo mantenuto per due mandati.
In ambito religioso, la struttura più importante è la chiesa parrocchiale dedicata a santo Stefano Protomartire. La sua esistenza è documentata già dall’anno 1282, quando era posta frontalmente a quella poi ricostruita a ridosso del ponte sulla roggia Borgogna, chiamato appunto “Pons San Stephani”. Venne riedificata una prima volta nel corso del XV secolo, terminata nel 1489 e consacrata nel 1503, e una seconda volta nel XVIII secolo, tra il 1755 ed il 1760, in stile barocco su progetto dell’architetto Luca Lucchini.
Adiacente alla chiesa parrocchiale sorge la cappella di San Lorenzo, un edificio realizzato nel 1768 e restaurato agli inizi degli anni ottanta del XX secolo.
A poche decine di metri, ai margini della contrada Ripa, si trova anche la chiesa di san Bernardino che, edificata nel 1505, originariamente ospitava la confraternita dei disciplini. La struttura, con una sola navata suddivisa in tre campate, presenta il proprio ingresso rivolto verso la strada che attraversa il centro storico, con una copertura esterna in opus spicatum e un portale trabeato, sopra al quale si trova un rosone contornato da muratura in laterizio.
Grande importanza ricopre inoltre il santuario della Beata Vergine del Buon Consiglio, posto lungo la strada che conduce fuori dal paese in direzione nord.
Si segnala la infine la chiesa parrocchiale della frazione Rinnovata (frazione riunita in parrocchia con Gavarno, borgata di Nembro) che, dedicata a papa Giovanni XXIII, sorge su una piccola altura nei pressi del corso del torrente Gavarnia.
In ambito civile, il principale edificio è senza dubbio la villa Carrara. Collocata nel centro storico, nella contrada detta “del Pozzo” in quella che attualmente è via Papa Giovanni XXIII, può contare su un’estensione di 1.971 metri quadrati disposti su tre piani. A questi vanno aggiunti 5.000 metri quadrati del giardino ed ulteriori 1.200 dell’attigua casa rurale e del cortile. Dopo anni di abbandono, la struttura venne acquisita nel 1990 dall’amministrazione comunale che la ristrutturò e vi collocò, tra le altre, la sede municipale e la biblioteca.
Di particolare interesse sono anche Villa Pelliccioli-Meucci, edificata nel 1693 e situata fuori dal centro abitato, ed il nucleo abitativo posto tra le vie Locatelli e papa Giovanni XXIII. Quest’ultimo borgo conserva il proprio impianto originale, con edifici medievali quali la torre della piazza, la casa dei mulini, i resti di una fortificazione in via Castagna, ma anche numerose costruzioni addossate le une alle altre, ricoperte da sassi borlanti e con stretti vicoli, tra cui il Riglesso.
In ambito rurale, meritano menzione anche i numerosi cascinali che costellano il territorio villese. Tra questi, le cascine Artifoni, Pasini, Fontana, Frana e Pigna che, poste per lo più in posizione collinare, mantengono le caratteristiche di quelle che erano le abitazioni rurali dei secoli scorsi.
Villa è anche chiamato “paese dei parchi” per i molti parchi presenti nel territorio comunale, il principale Parco Carrara, vicino alla piazza del mercato.
Lungo il corso del fiume Serio si è assistito sia alla costruzione della Ciclovia della Valle Seriana che alla costituzione del Parco del Serio Nord, due realtà strettamente connesse nei terreni alluvionali del fiume stesso, area che va dalle bocche di presa della roggia Borgogna al ponte che collega il paese con Alzano, fino alle distese nella zona sud-est del territorio comunale. In questo lembo di terra sono sorti numerosi spazi volti alla valorizzazione ambientale, tra cui parchi, percorsi didattici, un centro sportivo ed anche un’area in cui è possibile svolgere attività sportive quali skateboard e BMX, con relative apposite attrezzature.
Dall’anno 2002 Villa di Serio ospita una manifestazione musicale denominata Rock sul Serio, che si svolge tutte le estati presso il campo sportivo. Con il passare degli anni il festival cresce in importanza e dimensione, attirando persone da tutta la provincia.

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