VILLA D’ADDA

Villa d’Adda [ˈvilːa ˈdadːa] (Éla d’Ada [ˈela ˈdada] in dialetto bergamasco, Vila d’Ada [ˈvila ˈdada] in dialetto brianzolo, Villa Ripae Abduae in latino) è un comune di 4487 abitanti.
Il paese ha origini risalenti ai tempi della dominazione romana, come si evince dal ritrovamento di alcune sepolture con annessi corredi funebri. Inoltre la zona in quel periodo era interessata dal passaggio di un’importante strada di collegamento, utilizzata in ambito commerciale e militare, tra le città di Bergamo e di Lecco, che permise un notevole sviluppo commerciale del borgo, che all’epoca fu uno dei più insigni della bergamasca.
Tuttavia per aspettare i primi documenti scritti che attestassero l’esistenza del paese bisogna aspettare fino all’anno 856, periodo in cui l’intera zona fu sottoposta alla dominazione del Sacro Romano Impero, che vi instaurò il feudalesimo. Un documento datato marzo 941, pubblicato nelle pergamene bergamasche altomedievali, conferma il nome e la presenza dell’insediamento di Villa d’Adda prima dell’anno mille
I territori vennero inizialmente affidati alla gestione della diocesi di Bergamo, a cui poco a poco cominciò a sostituirsi la famiglia dei Da Villa che, già nell’XI secolo, cominciò ad opporre resistenza al vescovo orobico. Pochi anni più tardi, precisamente il giorno 11 luglio 1193, il comune di Bergamo, a cui il borgo era soggetto, dichiarò Villa d’Adda ”borgo franco”, equiparandolo giuridicamente allo stesso capoluogo orobico e liberandolo da tasse e decime.
Successivamente inserito nella pieve del vicino paese di Brivio, in epoca medievale si schierò con la fazione ghibellina, in netta contrapposizione con i comuni limitrofi, apertamente guelfi. Questo portò il paese a dotarsi di una serie impressionante di fortificazioni, di torri difensive e di castelli. All’epoca si contavano 7 castelli e 33 torri. Le cronache raccontano di numerosi attacchi perpetrati nei confronti di Villa d’Adda, con relativi saccheggi ed incendi, avvenuti a più riprese nel 1389, nel 1395, nel 1398 e nel 1403.
Nel 1408 il potere passò nelle mani di Pandolfo Malatesta, che lo detenne fino al 1426 quando vi subentrò la Repubblica di Venezia. Tuttavia l’anno successivo il Ducato di Milano ebbe la meglio sulla Serenissima, la quale ribaltò nuovamente, e definitivamente, la situazione nel 1431. Un manoscritto del 1481, attesta l’inquadramento definitivo di Villa d’Adda nel territorio dell’isola bergamasca.
Il 12 agosto 1610 le spoglie di san Carlo Borromeo giunsero in paese e da qui partirono per essere tumulate ad Arona dal cardinal Federico Borromeo.
La povertà e la carestia portarono alla peste che scoppiò nel novembre 1629, a partire da Foppenico. A Villa d’Adda, chiusa da rastelli per proteggere gli abitanti, i morti furono 73 su 820 abitanti, una percentuale molto bassa se raffrontata con tutti i paesi vicini. Per questo vennero edificati l’oratorio per i Morti del Rito ed altri edifici devozionali.
La dominazione veneta terminò nel 1797, quando irruppe la napoleonica Repubblica Cisalpina, a cui subentrò nel 1815 la dominazione austriaca, che inserì Villa d’Adda nel Regno Lombardo-Veneto. I nuovi occupanti non riscossero mai il consenso della popolazione, tanto che nei loro confronti numerose furono le sollevazioni: durante questi moti si distinsero per eroismo i villesi Giacomo Esposito, Eugenio Piazzoni ed Edoardo Maschera, poi condannati a morte dal regime. La situazione si risolse qualche anno più tardi con l’annessione del paese al neonato Regno d’Italia.
Numerosi sono gli edifici degni di nota presenti sul territorio comunale: in primo luogo la vecchia parrocchiale di Sant’Andrea Apostolo in Catello, già citata in documenti del XII secolo. Riedificata tre secoli più tardi e sconsacrata nel 1940, presenta uno stile tardo-rinascimentale con inserti barocchi.
Sempre in ambito religioso meritano menzione l’antichissima chiesa di San Zenone citata in documenti del 1198, la trecentesca chiesa di San Martirio al cui interno si possono ammirare affreschi rinascimentali, la cinquecentesca chiesa di San Giovanni evangelista che custodisce un dipinto del Borgognone, la settecentesca chiesa di San Bernardino,sita in località Valle così come la Chiesa della Beata Vergine di Tassodine, posta nei pressi della sommità del monte dei Frati. Ricopre grande importanza la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea, costruita nella seconda metà del XVIII secolo con un’imponente struttura, al cui interno si possono trovare numerose opere di buon pregio, fra cui l’affresco intitolato al Trionfo della Croce. D’interesse è anche il campanile neoclassico adiacente alla chiesa, fortemente voluto dalla popolazione locale, progettato da Giuseppe Bovara ed eretto tra il 1823 ed il 1834.
In ambito civile numerosi sono i resti di edifici risalenti all’epoca medievale: alcuni di questi si possono trovare in località Villa Bassa, dove sono presenti fortificazioni in pietra, in piazza della Vittoria con la villa Cuna e l’attigua chiesetta di Santa Maria della Cuna risalente al XII secolo, ed in Piazza del bBorgo in cui svetta un’imponente torre , ed infine in contrada Prandelli. La Torre del Borgo che in antico fungeva da ingresso al borgo è testimone dei conflitti che tipici della società medievale.
Inoltre nel centro della frazione Volpino esiste ancora un castello denominato il Bignone, uno dei più importanti e ricchi di storia della zona. Di epoche successive sono Villa Perico, edificata nel 1880 con un bel giardino in pendenza, e Villa Rossera, edificata in posizione dominante in luogo di un castello.
Tuttavia la principale attrazione turistica è il traghetto leonardesco sul fiume Adda che collega Villa d’Adda con Imbersago, comune in provincia di Lecco situato sulla riva opposta. Dal 1513, più volte rifatto e ristrutturato, tale tipologia di traghetto trasporta ogni viandante da una riva all’altra. Il traghetto è una fedele riproduzione di quello progettato da Leonardo da Vinci, che sfruttando la legge del parallelogramma, aveva pensato alla possibilità di costruire dei traghetti mossi non da energia umana o animale, ma dalla sola corrente del fiume in causa. L’imbarcazione con due scafi, che può trasportare fino a quattro automobili, è assicurata a un cavo teso tra le due sponde, ed è azionata da un solo uomo, il quale muove il timone così da sfruttare la forza della corrente del fiume.
Il territorio comunale si estende da una quota di 194 m s.l.m. in riva al fiume Adda, fino a 641 m s.l.m. sulla sommità del Monte Canto. Su questi versanti collinari numerosi sono i castagni e l’autunno è un caleidoscopio di colori cangianti mozzafiato. Le gite per raccogliere castagne e funghi da queste parti sono ricorrenti.
Settembre è il mese perfetto per andare dal fiume al monte o viceversa. Scarponi o mountain-bike e via!

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