VERDELLINO

Verdellino [veɾdeˈlːiːno] (Erdelì [ɛɾdɛˈli] in dialetto bergamasco) è un comune di 7525 abitanti.
I primi agglomerati urbani presenti sul territorio risalgono al periodo della dominazione romana, come si evince da antiche testimonianze archeologiche rinvenute nel paese, tra le quali spicca per importanza un frammento di epigrafe romana, ora murata nella facciata posteriore della casa parrocchiale.
Anche il toponimo dovrebbe trovare origine in questo periodo, derivando da virides, che indicherebbe, con l’aggettivo verde, la presenza di numerosi e grandi prati. Tuttavia recenti studi vorrebbero far risalire l’origine dei primi insediamenti all’epoca dei Galli Cenomani, basandosi sul suffisso del nome vir-, di probabile matrice celtica.
Per trovare i primi documenti scritti in cui si attesta l’esistenza del nome bisogna aspettare l’anno 1010, quando si menziona il luogo di Verdello Minore.
Nel XIV secolo i confini di Verdellino si presentavano simili a quelli odierni, ma il territorio venne interessato dai violenti scontri tra guelfi e ghibellini. In questo ambito grande rilevanza ebbe l’attacco perpetrato da Bernabò Visconti il 22 marzo 1358, nel quale venne incendiato il borgo di Verdellino, unitamente ai vicini di Comun nuovo e Verdello.
Difatti le proprietà comunali di Verdello Minore erano ad appannaggio della ghibellina famiglia Suardi, in netta contrapposizione con i vicini di schieramento guelfo: a tal riguardo sul territorio sorsero numerose fortificazioni, tra cui un castello.
Nel 1408 la questione venne risolta a favore dei Suardi, grazie a Pandolfo Malatesta, che rese gran parte delle terre di Verdello Maggiore alla famiglia stessa. La situazione venne risolta definitivamente dall’arrivo della Repubblica di Venezia nel 1428, la quale emanò una serie di decreti volti a risollevare la situazione sociale ed economica.
In una lettera del 1596 si descriveva Verdel Piccolo come un piccolo paese di 330 anime, 49 famiglie tutte dedite all’agricoltura, con conseguente situazione di grande povertà. Nei secoli successivi il paese, dopo aver assunto l’attuale denominazione di Verdellino, passò, nel 1797, alla Repubblica Cisalpina. Questa ebbe vita breve, tanto che nel 1815 venne sostituita dagli Austriaci, che inserirono Verdellino e la provincia di Bergamo nel Regno Lombardo-Veneto. L’ultimo passaggio avvenne nel 1859, con la formazione del Regno d’Italia.
In ambito religioso riveste grande importanza la chiesa parrocchiale di Sant’Ambrogio. Edificata nel corso del XVII secolo, ma rifatta in modo sostanziale nel 1890, presenta ancora un bel portale in stile barocco, oltre ad opere pittoriche di buon pregio.
È inoltre possibile ammirare il santuario della Beata Vergine dell’Olmo, risalente al XVI secolo, epoca in cui si trovava in aperta campagna. Oggi si trova in mezzo alle costruzioni della località Zingonia, ma al suo interno si possono ancora ammirare resti di affreschi molto caratteristici.
In seguito ad un’ondata di maltempo, nel novembre 2008 il secolare Olmo del Santuario, si è spezzato dopo anni di malattie che gli esperti chiamati dal comune stesso hanno cercato di arginare. Al giorno d’oggi è comunque possibile vedere la base del secolare albero.
In tempi in cui le ferie lavorative erano per il riposo dei lavoratori e non per il turismo, un po’ come è stato per il 2020 e parzialmente per questo anno, i campi attorno al paese, i santuari di campagna erano metà domenicale molto ambita. Luogo di mangiare in compagnia all’aria aperta o di giochi di bambini
E per le mamme erano luogo di cicorie o asparagelli selvatici da fare lessare e poi utilizzarli per ottime frittate.
In questi luoghi ci si arrivava a piedi o al massimo in bicicletta. Per noi ragazzi della bassa erano l’alternativa ai giochi fatti nella via sotto casa.
A pochissimi kilometri da casa ci si andava da soli, senza genitori al seguito. Sicuramente si tornava a casa con le ginocchia graffiate – o qualcosa di più – ma il senso di libertà ed indipendenza provati erano incredibili. E soprattutto ci facevano crescere in fretta.
Anni passati ad aggiustarsi le biciclette da soli o ad utilizzare il tubolare tagliato a rondelle per farne delle fionde.
Verdellino è stata in parte il quartiere dei meridionali venuti a lavorare nella vicina Zingonia o alla Dalmine, alla Lombarda Tubi ed in tutte quelle grosse industrie che hanno dato lavoro e dignità ad intere generazioni, ma che ora invece stanno lasciando in eredità un suolo abusato e cementificato. Cimiteri di capannoni inguardabili
Verdellino è poi stata trasformata negativamente, almeno nel suo territorio periferico, dal degrado urbano e malavitoso di Zingonia.
Ma la possibilità di ritornare ad essere luogo di prosperità è a portata di mano, ovviamente con la collaborazione di tutti.

VERDELLINO

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