TRESCORE BALNEARIO

Trescore Balneario [tɾesˈkoːɾe balneˈaːɾjo], Trescùr Balneàre [tɾesˈkuɾ balneˈaɾe] (localmente pronunciato [treh’kur] o semplicemente Trescùr in dialetto bergamasco) è un comune di 9527 abitanti
Petri filii quondam Ansperti de Trescurio: si legge in una pergamena del 938: In vico et fundo Trescurio, in altra del 996. Con questi due documenti appare ufficialmente alla storia il nome di Trescore. Ma già nell’anno 830 un altro lungo documento elenca molti toponimi, per così dire, minori del territorio, toponimi che si sono conservati fino ai nostri giorni, anche nei nomi delle contrade.
Ma la vera storia di questo paese risale, in realtà, alla …. Preistoria, essendo molto numerosi i reperti archeologici portati alla luce, soprattutto negli ultimi decenni: particolare attenzione, per la sua peculiarità nell’ambito non solo del territorio lombardo, ma italiano, il sito che risale al neolitico medio, trovato a Canton e che ha rivelato, oltre a quelle preistoriche, anche tracce dell’età del ferro, dell’età preromana e romana.
Del periodo che va dal basso impero romano fino all’epoca comunale, scarse sono le notizie documentate, ma molte le tradizioni. Si va dal passaggio delle armate romane dirette al nord, alle scorrerie di Alarico; dalla ribellione del duca Longobardo, Folgorino, contro Carlo Magno, a quelle di un monaco esaltato, Odosino, anche lui di valle Canonica: ambedue, nella loro discesa verso la pianura, avrebbero incontrato ferma resistenza a Trescore; fino alla presunta riscoperta delle acque termali da parte di dei Franchi. Qui però la tradizione ha dei buoni fondamenti, poiché già nel 1470, quando Bartolomeo Colleoni restaura i Bagni, un distico latino ne tramanda ai posteri il ricordo: Hic pollent populis quondam composita Gallis Balnea, martisato tandem Coleone novata, 1470.
Dopo l’anno Mille, i riferimenti a Trescore cominciano ad essere più numerosi, anche se molto succinti. Nel 1109 il paese è saccheggiato dalle bande di Alboino di Lozio, contro il quale la città di Bergamo manda un suo esercito, che costringe il ribelle a ritirarsi sul bresciano.
In Lanfranco Suardi è canonico di Bergamo nel 1136: la famiglia Suardi è la più prestigiosa della città, della quale per un tempo avrà il possesso, di fazione ghibellina, con vasti possedimenti a Trescore, dove ha anche casa di campagna. Federico Barbarossa, nella sua discesa in Italia del 1166, è ospite a Trescore, probabilmente dell’altra famiglia ghibellina, quella dei Lanzi, che deteneva i fortilizi alla Minella, alla Torre e possedeva il castello chiamato delle Stanze, per la sontuosità degli ambienti e la ricchezza delle suppellettili:
Protagonisti
Altre figure di Trescore, specialmente di religiosi, occupano posti di prestigio: Teutaldo nel 1213 è priore del monastero benedettino di San Paolo d’Argon; nel 1230 Guiscardo Suardi è il primo rettore della chiesa di San Pietro di cui si abbia memoria: diventerà vescovo di Bergamo; dal 1237 si succedono come abati del monastero di San Benedetto in Vallalta tre componenti della famiglia Vescovi di Trescore: Lanfranco, figlio di Teutaldo Suardi, podestà di Pavia, è ambasciatore presso il re di Spagna; Lanfrando Della Torre nel 1272 è nominato vicecancelliere di Santa Romana Chiesa dal Papa Gregorio X; Lanfranco di Baldo Suardi è, nel 1291, capitano di Genova, il suo sepolcro, datato 1330, di fine gusto campionesse, è collocato all’esterno della chiesa di Santa Barbara nella Villa Suardi; Ruggero Del Pozzo è priore di Pontida; Zeno Lazzari è vicario generale del vescovo Lanfranchi de’ Saliverti nella seconda metà del Trecento.
Re e imperatori
Dal 1297, almeno ufficialmente, cominciano gli scontri tra guelfi e ghibellini, ai quali si alternano iniziative di pace: uno di questi ultimo è promosso nel 1307 da Lanfranco Amici di Trescore, priore del convento dei Domenicani di Bergamo; nel 1327, il 16 marzo, l’imperatore Lodovico il Bavaro è ospite a Trescore di Guiscardo e Tebaldo Lanzi del Grumello; sabato 20 giugno 1355 sosta a Trescore l’imperatore Carlo IV (nel 1516 vi passerà anche l’imperatore Massimiliano); Amedeo di Savoia nel 1337, nel tentativo di stroncare la resistenza dei ghibellini di valle Cavallina, tenta l’assedio di Trescore, ma viene respinto e per vendetta incendia la vicina Gorlago; nel 1391 il capitano di ventura Giovanni l’Acuto ed i suoi guelfi adorno a Trescore et ivi fecero grandissima rubata; il 4 maggio 1398 grandissima parte de guelfi….. abbrusiarno molte case poste sopra la piazza di Trescorio; l’anno dopo, una processione di mille persone parte dalla città e vennero ai luoghi di Trescorio, dove furono celebrate molte paci…; nel 1408 Giovanni Ruggero Suardi diviene padrone della città, ma, incede di farsene signore, la vende a Pandolfo Malatesta; le armate del fratello, Carlo Malatesta, l’11 luglio 1408, assediano e devastano le stanze e case grande di Viscardino…Lanzi… et al qual incendio erano molti uomini guelfi bergamaschi; dieci anni dopo il castello della Minella, tenuto da Giovanni Lanzi, resiste dieci mesi all’assedio dei malatestiani, che alla fine abbandonano l’impresa; nel 1428 comincia il dominio veneto sul territorio bergamasco e Venezia ordina la distruzione o l’abbassamento di tutte le rocche e le torri, destino che viene ad accomunare anche le otto che sorgevano sulla piazza di Trescore e le altre sparse per le varie contrade: il paese diviene capoluogo della quadra di Val Trescore.
Fervore di opere
Con il governo della Serenissima, si avvia un processo di sviluppo. Il primo impulso viene dal restauro delle terme, i Bagni di Trescorio, ad opera di Bartolomeo Colleoni negli anni 1469-1470; risanamenti di ambienti e terreni avvengono a cura del monastero benedettino di Argon, che a Trescore possedeva anche un mulino; lo stesso si può dire per il beneficio parrocchiale che nel 1509-1510 stende un atto notarile, una pergamena di oltre 14 metri, con l’elenco di tutti i possedimenti ed i relativi diritti; nel 1575 le monache benedettine che occupavano il monastero di Santo Stefano (dove le aveva trasferite il Colleoni, al momento dei restauri dei Bagni, nei cui locali erano insediate almeno dal secolo XIII) sono trasportate a Bergamo ed il locale viene affidato ai frati cappuccini, che lo occuperanno dal 1580 alla soppressione napoleonica; nello stesso anno vi è un nuovo recupero dello stabilimento termale, solennemente inaugurato dal podestà Silvano Capello e dal vescovo Gerolamo ragazzoni; viene riedificata, nel 1583, l’antica chiesa sul colle Niardo, meta di grande devozione; viene presentato nel 1587 un progetto per ricavare acqua dal lago di Spinone e poter irrigare le terre della bassa valle Cavallina.
I nobili
Anche nel secolo XVII avvengono non pochi cambiamenti negli edifici religiosi, per impulso dei vescovi in visita pastorale, ma anche per la devozione dei fedeli, specialmente dopo la terribile peste del 1630, che a Trescore uccide più della metà della popolazione. Inoltre si modificano le architetture delle case e delle ville di campagna, specie quelle di proprietà delle famiglie nobili cittadine, che qui avevano una loro seconda residenza e la relativa … azienda agricola: Suardi (tra i tanti personaggi, ricorderemo solo il conte Gianforte, più volte amministratore comunale, poi sindaco di Bergamo, presidente della provincia, deputato e senatore del regno, morto nel 1932), Terzi (il marchese Giuseppe partecipa alla spedizione napoleonica in Russia), Mosconi (il conte Marcantonio sarà podestà di Bergamo nel 1816), Rotigni (l’abate Costantino è considerato uno dei capi del giansenismo italiano ed il fratello Giuseppe Maria è vicario generale della diocesi con il vescovo Redetti), Lupi (il conte Vittorio satà medaglia d’argento della prima guerra mondiale), Zonca (don Raffio è uno dei sostenitori più convinti delle riforme volute dal concilio di Trento), Borselli (il conte Gaspare lascia un cospicuo patrimonio a favore delle chiese di Trescore), Scarpa (originari di Gandino, danno vita al primo nucleo di quello che sarà il Palazzo di Redona) Rossi (nobili proprietari del palazzo alla Torre), Caccia (proprietari del castello della Minella), Cazzani (don Pietro Giacomo favorisce l’arrivo della reliquia del corpo di San Macario martire dalle catacombe romane, conservato in ricchissima urna sotto l’altare maggiore della parrocchia), Giovanelli (un ramo della famiglia continua oggi nei principi Giovanelli di Venezia).
L’altro lato della medaglia sono gli omicidi più efferati, ampiamente registrati sui libri parrocchiali, in un’epoca dove ancora continuavano le faide pure tra famiglie nobili con i rispettivi bravi; ma non mancano delitti compiuti, e con una triste frequenza, anche da gente del popolo, per i piccoli interessi di famiglia. Se aggiungiamo le grandinate, le alluvioni, la campana che precipita in giorno di festa, le liti tra abitanti dei paesi confinanti, abbiamo lo specchi della nostra vita cittadina nel Seicento.
All’inizio del secolo XVIII viene completato il rifacimento della chiesa parrocchiale, alla quale il vescovo Luigi Ruzini conferisce il titolo di prepositurale: i lavori erano cominciati attorno al 1680. In tale circostanza andarono distrutti gli affreschi di Lorenzo Lotto e di Giovan Battista Castelli, con le storie di San Rocco e di San Pietro apostolo; fu ribaltato l’orientamento dell’edificio; vennero commissionate le principali opere d’arte, quadri, argenti, paramenti, che costituiscono ancora oggi un patrimonio notevole. Sorgono tre nuove chiese: San Pio V in piazza, la Madonna del Mirabile, per opera del conte Maffeo Suardi, l’Immacolata Concezione presso l’ex castello delle Stanze. Anche la chiesa di San Bartolomeo viene ingrandita, ad opera del canonico Giuseppe Albani e della famiglia dei conti Mosconi. Nel 1771 il conte Giovanni Maria Mosconi fa collocare, sul ponte del Tadone, dove ancora si trova, la statua di San Giovanni Nepomuceno, per una grazia ricevuta.
L’Ottocento
Alla caduta del governo veneto, con l’avvento della Repubblica Bergamasca prima e quindi con la dominazione francese, Trescore sembra alternare momenti di entusiasmo ad alcuni di sconforto. In piazza viene piantato uno dei primi alberi della libertà, ma grande è lo sconcerto quando le leggi impongono la consegna allo Stato degli argenti delle chiese. Dopo una prima consegna, viene fondata una società, che raccoglie i fondi necessari per riscattare le opere d’arte più importanti, tra le quali il rivestimento completo dell’altare maggiore della chiesa parrocchiale, che comprende mirabili opere di famosi artisti del Settecento e che, ancora oggi, si fa ammirare nelle feste solenni.
Capoluogo di distretto, Trescore continua la sua funzione di punto di riferimento per i paesi della zona. Oltre al millenario mercato di merci varie, confermato con una ducale del senato veneto del 1742, si dota di un acquedotto negli anni Trenta e sulla fontana principale di piazza verrà eretto nel 1843, il gruppo dedicato ad Igea, dea della salute, opera di Francesco Somaini.
Alle terme sostano arciduchi, generali, vescovi, ma anche i soldati reduci dalle campagne napoleoniche, ospiti nel soppresso convento dei cappuccini, usato come un ospedale militare. L’insieme dell’edificio, poi, diventato proprietà dell’erario, verrà in parte trasformato in sede del municipio, della gendarmeria, della giudicatura, delle prigioni, in parte sarà acquistato dal sacerdote Isidoro Bortolotti, per fondarvi un ospedale. Durante il periodo risorgimentale, non pochi volontari partecipano alle guerre di indipendenza.
A Milano, durante le Cinque giornate, è arcivescovo monsignor Carlo Bartolomeo Romilli, che era stato prevosto di Trescore dal 1838 al 1846; da noi sostano, presso il palazzo dei conti Suardi, i reduci di San Martino e Solforino; solenni onoranze sono tributate al passaggio delle spoglie dei caduti di Vezza d’Oglio. Due sono i giovani che seguono Garibaldi alla spedizione dei Mille: Cesare Comi e Giacomo Poma (fratello di Silvio, pittore paesaggista di fama: ambedue figli dell’ex imperial regio commissario distrettuale del regno Lombardo Veneto a Trescore!). Garibaldi stesso viene a Trescore dal 1 al 26 maggio del 1862 per curare i suoi malanni alle terme, in realtà anche per preparare una eventuale spedizione militare contro l’Austria per liberare il Trentino.
Il novecento
La struttura urbanistica di Trescore viene modificate (ma non stravolta nella sua parte più antica) soprattutto all’inizio del secolo, quando si costruiscono il palazzo municipale, l’oratorio maschile (che diventerà sede di un bottonificio e quindi Casa di riposo), si ingrandisce l’ospedale, si ampliano i viali (anche per il passaggio delle linee tranviarie Bergamo-Trescore-Lovere e Bergamo-Trescore-Sarnico), è completata la ricostruzione (la terza) della chiesa parrocchiale con gli edifici annessi. Dopo la pausa della prima guerra mondiale si edifica la nuova scuola materna, la variante esterna della strada statale del Tonale, il complesso dell’ex colonia Dalmine (ora destinato a sede del centro sociale anziani e nuova RSA).
Durante la seconda guerra mondiale, nel periodo della Repubblica sociale, il paese è praticamente occupato dalle forze armate tedesche. Il momento della liberazione è anche qui salutato con manifestazioni di vero giubilo, ma senza gravi episodi di vendetta.
Con il dopoguerra, si accelerano i cambiamenti ed i miglioramenti in ogni settore della vita pubblica; gli abitanti in cinquant’anni, passano da poco più di quattromila agli oltre ottomila attuali con la nascita di nuovi quartieri, la trasformazione dell’economia, lo sviluppo della vocazione terziaria e turistica, la valorizzazione del patrimonio artistico.
Tradizionalmente si suddivide nelle contrade Piazza, Torre, Strada, Riva, Macina, Fornaci, Canton-Vallesse, Minardi , Redona (l’unica frazione comunale) e Muratello.
È attualmente un grosso centro commerciale, artistico e termale. In effetti deve la sua fama proprio agli stabilimenti termali che, conosciuti già dai Romani per la loro efficace terapia, vennero valorizzati da Bartolomeo Colleoni e sono stati oggetto di numerose ristrutturazioni.
Nella spaziosa piazza di Trescore, dallo schema regolare, troneggia la possente Torre Suardi del XIII secolo ripristinata nel Settecento nell’originale altezza.
Proseguendo nella via principale, si incontra subito la chiesa parrocchiale neoclassica di San Pietro dalla bella cupola affrescata da Vittorio Manini, dove si conservano interessanti dipinti dei veneti Antonio Balestra e Sebastiano Ricci e del bergamasco Ponziano Loverini. L’altare maggiore in marmo è attribuito allo scultore Bartolomeo Manni di Rovio[7]. Molto antica è la piccola chiesa di San Vincenzo nella località Torre. Di particolare interesse è la piccola chiesa di San Cassiano documentata già nel 1105, di cui rimane solo la parte absidale.
Trescore è inoltre conosciuto per un gioiello: gli affreschi di Lorenzo Lotto nella cappella Suardi situata all’interno della villa privata dei discendenti Suardi, lungo la statale del Tonale. Il ciclo di affreschi è dedicato alle storie di Santa Barbara e Santa Brigida[non chiaro] ed eseguito su commissione della famiglia Suardi nel 1524.
Lungo la strada che porta a Cenate Sopra, in località Canton, si trova l’imponente struttura di Villa Terzi, una delle espressioni più complete e significative di architettura settecentesca dell’intera provincia. Trescore offre anche un ospedale, fondato da don Isidoro Bortolotti, morto nell’autunno 1837, che aveva acquistato a sue spese (siamo all’inizio dell’Ottocento) parte dall’ex convento dei cappuccini. Numerose le chiese sussidiarie, alcune di epoca romanica, altre del periodo barocco, che conservano pregevoli opere d’arte.
Salendo al colle Niardo si può ammirare il castello omonimo.
Eventi
Festa dell’Uva e dell’Agricoltura Bergamasca: dura nove giorni, e cade solitamente nelle prime settimane di settembre. È la festa storica di Trescore, durante la quale si propongono concerti, cabaret e eventi folcloristici. Si conclude sempre con la famosa sfilata dei gruppi e carri allegorici.
Festa Birra e Musica di Trescore Balneario: si svolge tradizionalmente nella seconda metà di agosto ed è uno dei maggiori festival musicali ad ingresso gratuito del nord Italia.
Infestado: festival di promozione della creatività che dà spazio a giovani musicisti, pittori, scultori, fotografi, scrittori, writers, ecc. Si svolge nella seconda metà della stagione primaverile.

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