SCANZOROSCIATE

Scanzorosciate [ˌskanʦoɾoˈʃ(ː)aːte] (Scans [ˈskans] in dialetto bergamasco) è un comune sparso di 9808 abitanti.
Il Territorio di Scanzo subì numerose colonizzazioni a partire dal 400 a.C., con i Celti a Rosciate. Tale insediamento dà origine al nome, in cui il suffisso -Ate, nella lingua Celtica, significa “villaggio”, “insediamento”. Qualora vi fosse stato un legame famigliare, il villaggio era inoltre suddiviso in clans, il cui complesso formava un “tuate”; L’iniziale Ros significava “insieme di grappoli d’uva, mazzo d’uva”. L’interpretazione del nome di Rosciate era dunque “villaggio dell’uva”.
Scanzo è invece di origine romana. I Romani infatti, nel III secolo a.C., riuscirono a spodestare i Celti e a dominare tutta la penisola. Nel V secolo segue poi l’invasione dei barbari di Alarico. Essi costrinsero gli abitanti di Scanzorosciate a rifugiarsi per un periodo indefinito nella rocca sul Monte Bastia, fino al VII secolo, quando Scanzorosciate divenne un’entità autonoma. Venne successivamente creato un altro luogo di rifugio pianeggiante dagli stessi cittadini, che dovettero fuggire anche da quella cima a causa dell’ascesa longobarda avvenuta nel 568.
All’affermazione del Comune, nei secoli X-XII, segue successivamente la Signoria. In questo contesto, il borgo di Scanzo, per due anni, si trovò, assieme ai paesi limitrofi, nel mezzo dell’aspra guerra tra Guelfi e Ghibellini.
La Repubblica di Venezia occupò il territorio dal XV al XVI secolo, periodo in cui all’agricoltura si affiancarono l’artigianato e l’esercizio delle libere Professioni.
Il sistema agrario fu comunque quello che riuscì a risollevare l’economia dopo la grave epidemia di peste e carestia, e che aggiunse alla coltivazione della vite quella del gelso e del mais, apportando una migliore condizione di benessere.
La divisione amministrativa tra Scanzo e Rosciate iniziò nel 1659 e terminò nel 1927 e grazie all’intervento di Napoleone, nel 1796, ebbe fine anche il dominio Veneziano.
Nel 1864 a Scanzo, il Conte Piccinelli fu ideatore di lavori con il cemento grazie ai quali è sopraggiunta l’odierna industria Italcementi.
Da un’economia prettamente agraria si aggiunse così anche il valore aggiunto industriale.
Il medioevo fu un periodo di particolare importanza per il paese, che si trovò in una posizione strategica, alle porte della città di Bergamo e lungo una delle principali direttrici viarie dell’epoca. Testimoni di questo periodo sono le fortificazioni ed i castelli presenti sia a Scanzo che a Rosciate, di cui oggi non resta molto: di grande importanza strategica fu soprattutto la fortificazione della Bastia, sul monte omonimo. Di origine medievale è anche la roggia Borgogna, fatta costruire dal condottiero Bartolomeo Colleoni nel 1473 e che solca il centro abitato, dirigendosi poi, verso le campagne della pianura orientale bergamasca.
Nei secoli successivi, tra il XVII ed il XVIII secolo i due paesi che fino al 1927 erano del tutto autonomi, conobbero un periodo di prosperità, con le famiglie più in vista impegnate nella costruzione di fastose ville sui colli circostanti al paese. Anche Giacomo Quarenghi nel 1784 fece acquistare un edificio nel centro storico del borgo di Rosciate, predisponendo poi il progetto per la sua ristrutturazione, in parte eseguita. Il muro di cinta in borlanti di questa villa è stato parzialmente demolito nel 2010.
La presenza industriale più significativa sul territorio comunale è rappresentata da un polo chimico di grande importanza, l’insediamento produttivo della Polynt in località Fabbrica, al confine con Pedrengo, che conta attualmente 892 dipendenti e si estende su una superficie di 397.228 m². Lo stabilimento, adibito alla produzione di anidride ftalica e altri prodotti chimici, è nato nel 1955 come Ftalital, poi Lonza SpA.
Nato nel 1927 in seguito alla fusione dei comuni di Scanzo e Rosciate, comprende sul proprio territorio cinque frazioni, legate ognuna a una diversa parrocchia: Scanzo (Parrocchia di San Pietro e Paolo); Rosciate (Parrocchia di Santa Maria Assunta); Negrone (Parrocchia di San Pantaleone e San Nicola); Tribulina (Parrocchia di San Giovanni nei Boschi) e Gavarno Vescovado (Parrocchia Santissima Trinità).
Particolare interesse destano anche gli edifici sacri: la chiesa parrocchiale di Scanzo, dedicata a San Pietro ed edificata nel 1938, conserva dipinti di Palma il Vecchio e di Francesco Zucco. A essa attigua si trova la vecchia chiesa parrocchiale, con al proprio interno affreschi di Vincenzo Angelo Orelli, una scultura di Andrea Fantoni e la pala di Enea Salmeggia, detto il Talpino.
La chiesa di Rosciate è del XIX secolo e, dedicata a Santa Maria Assunta, possiede affreschi del Cifrondi. Nei pressi della parrocchiale rimangono, anche se segnate dal tempo, alcune meridiane.
La costruzione della parrocchiale, intitolata a San Pantaleone, risale al XIII-XIV secolo. Nata come luogo di eremitaggio durante il VI secolo, possiede un porticato esterno, un’abside con numerosi affreschi di Francesco Zucco ed è dotata di una grande torre campanaria. Questa originariamente era adibita a torre-rifugio appartenente al primitivo romitaggio, sovente utilizzata anche dalla popolazione.
Vi si possono trovare anche dipinti del Talpino e parecchie tele che raccontano la vita del santo a cui la struttura è dedicata. Gli affreschi più antichi, oggi alla sinistra dell’altare maggiore, erano parte dell’antico sacellum del romito primitivo, e sono venuti alla luce durante i lavori per l’ampliamento della chiesa. La frazione Negrone inoltre si compone di diversi nuclei, tra cui Monte Negrone, Terzago, Fogarolo, San Pantaleone e Celinate.
Lo sviluppo urbanistico del territorio avvenne per progressivo ampliamento di nuclei abitativi separati, nati ed accresciutisi intorno alle grandi proprietà terriere ed alle chiese. Non restano che pochi ruderi dell’antica pieve di San Giovanni, presso la quale dovettero spostarsi i monaci di san Pantaleone.
Numerose ville costellano i colli di Scanzorosciate: la più significativa è Villa Vitalba-Masciandri-Daina, in località Celinate, risalente alla seconda metà del XVIII secolo, che possiede un lungo viale alberato di cipressi, con un grande giardino all’italiana.
Di pregevole fattura sono anche Villa Poli-Vertova, con una pianta strutturale ad U, Villa Brentani, Villa Brena, Villa Colleoni, Villa Zanchi-Vestoni, Villa Savoldi-Nassa e la villa natale di Alberico da Rosciate, che possiede dipinti di Antonio Cifrondi risalenti al 1712.
Un luogo storico importante di Scanzorosciate è certamente la Villa Pagnoncelli Folcieri, nata e adibita come ex casa vacanza di lusso in estate e acquistata poi dalla famiglia Folcieri. Essa presenta affreschi e stampe sei-settecentesche, affiancate da altri oggetti acquistati nel corso degli anni. Essendo anche una famosa cantina, è luogo adibito alla produzione del Moscato di Scanzo, la cui rara produzione consente l’imbottigliamento di 3000 bottiglie l’anno, segno, ancora una volta, di raffinatezza, rarità e valore.
Il paese negli ultimi decenni ha acquisito un’importanza sempre maggiore anche al di fuori dei confini provinciali, grazie alle numerose aziende produttrici di vino che hanno ben promosso e valorizzato i propri vigneti, dove viene prodotto il Moscato di Scanzo DOCG ed il Valcalepio DOC. A tale riguardo, il Comune di Scanzorosciate unitamente ad altre realtà, ha istituito un’associazione denominata Strada del moscato di Scanzo, volta a valorizzare ulteriormente le bellezze naturalistiche, artistiche ed enogastronomiche del paese. Numerose sono anche le aziende agrituristiche che offrono degustazioni di prodotti tipici bergamaschi.
Inoltre il territorio comunale, pur appartenendo ad una zona densamente popolata, offre numerose possibilità per chi volesse stare a contatto con la natura. Negli ultimi anni infatti si sono moltiplicate le iniziative per rivalorizzare gli spazi verdi presenti, che hanno permesso alla popolazione di ritornare a scoprire angoli suggestivi. In primo luogo, lungo il corso del fiume Serio si è assistito alla rivalutazione delle sponde e dell’ambiente circostante il corso d’acqua che delimita il territorio comunale, anche e soprattutto grazie alla costituzione del Parco locale di interesse sovracomunale denominato Parco del Serio Nord.
Inoltre nella zona dei colli si è svolto ad un grande intervento di ripristino dei sentieri e delle realtà naturalistiche, sfociate poi nella creazione di un Parco locale di interesse sovracomunale che va dal monte Bastia fino alla valle Serradesca, posta al confine con il comune di Torre de’ Roveri e Cenate sotto.
Dal punto di vista sportivo, è da ricordare l’esperienza della squadra di pallavolo maschile dell’U.S. Scanzorosciate che, dopo aver conquistato la Coppa Italia di Serie B e la promozione in serie A2 nel campionato 2003-2004, nell’anno successivo ha militato nel campionato cadetto con la denominazione Allegrini Bergamo, retrocedendo però all’ultima giornata. In seguito alla cessione dei diritti sportivi, la prima squadra è ripartita dalle categorie inferiori.
Da due anni a questa parte (anno 2019), inoltre, nel cuore di Scanzorosciate nasce Beach Village :Il primo Centro di Beach Volley/Tennis al coperto in Bergamasca con 3 campi di sabbia bianca portoghese, coperti e riscaldati d’inverno. Un centro di alta qualità che mira a diffondere la cultura della pratica sportiva e allo stesso tempo diventare centro di aggregazione ed incontro. La società Beach volley Bergamo organizza frequentemente tornei di beach volley, corsi con allenatori federali, eventi e feste
In passato Scanzo ospitava il capolinea della linea 10 della rete tranviaria di Bergamo, che rimase attivo fino al 1953; tale linea, previa elettrificazione, ricalcava il percorso della preesistente tranvia Bergamo-Trescore-Sarnico, esercita a vapore e sua volta attiva fra il 1901 e il 1931.
Uno dei progetti urbani più ecosostenibili sono le cassette acqua installate dal comune, che permettono di distribuire acqua evitando il dispendio di costi e riducendo tonnellate di plastica che inquinano l’ambiente.
Uno dei progetti più recenti, risalente al settembre 2020, ha sempre matrice ecosostenibile e si basa su un’idea totalmente innovativa in ambito scolastico. Ha avuto luogo, proprio a Scanzorosciate, la prima Aula natura d’Italia, attraverso cui, grazie all’installazione di un habitat naturale di 80 ettari, insegnanti e alunni della scuola primaria G. Pascoli si ritrovano a svolgere le lezioni all’aula aperta. Siepi, giardini, piante e spazi appositi per certe categorie di animali come farfalle, api e pipistrelli faranno da circondario. I bambini della scuola primaria affronteranno la loro esperienza didattica in un clima stimolante che li avvicinerà alla natura e alla sua conoscenza. Opportuni microscopi e pannelli esplicativi supporteranno tale obiettivo.
Citiamo a proposito anche la BB school di Scanzorosciate, la scuola bilingue dedicata a bambini frequentanti classi che spaziano dal nido alla scuola secondaria di primo grado. La mission in questo caso è quello di formare, all’interno di un progetto educativo, bambini che maturano la conoscenza e la cultura della lingua inglese, affiancata a quella italiana.
Il Moscato di Scanzo è un vino DOCG, un Moscato passito a bacca rossa, la cui produzione è consentita solo nella zona collinare del comune di Scanzorosciate, in Provincia di Bergamo[2], ed unicamente con uve dell’omonimo vitigno Moscato di Scanzo. È definito vino di meditazione: da gustare con lentezza cogliendone tutte le sfumature. L’uva coltivata appartiene alla numerosa famiglia dei moscati. I vitigni di questo gruppo sono accomunati dal fatto di essere aromatici, cioè portano con sé un inconfondibile bagaglio di profumi che si ritrovano poi nel vino. Essendo questo un vino passito l’uva viene torchiata e lasciata appassire: questo processo serve da un lato, ad aumentare gli zuccheri negli acini, dall’altro a iniziare una trasformazione di alcuni composti che daranno al vino la sua tipicità.
Il Moscato di Scanzo è un prodotto così importante che annualmente si organizza, nel mese di settembre, “La festa del Moscato di Scanzo”, in cui le aziende agricole del territorio sono organizzate in stand, dove i visitatori possono procedere con le degustazioni. Lo scorso anno 2020 la festa non è stata svolta per via dell’emergenza sanitaria Covid, ma si sono programmati comunque quattro weekend in cui le aziende e i ristoranti del territorio hanno proposto i loro prodotti a chilometro zero, comportando un meritevole successo.
Il Consorzio di Tutela nasce nel dicembre del 1993 dalla trasformazione dell’Associazione Produttori Moscato di Scanzo, fondata nel dicembre 1982.
Il primo obiettivo del neo costituito Consorzio fu l’ottenimento di una Denominazione non associata al Valcalepio; il fatto si concretizzò con il D.M. del 17 aprile 2002, con il quale veniva istituita la nuova Denominazione: “Moscato di Scanzo Doc” o “Scanzo Doc”.
Ma la particolarità e l’unicità del Moscato di Scanzo richiedevano una superiore denominazione. Il 12 febbraio 2009, il Ministero alle Politiche Agricole, sentito il parere del Comitato Nazionale Vini, accoglieva la richiesta del Consorzio di Tutela, attribuendo al Moscato di Scanzo la Denominazione di Origine Controllata e Garantita (Docg), divenendo in tal modo la prima e unica Docg di Bergamo e la quinta della Regione Lombardia.
Il Moscato di Scanzo è stato riconosciuto come Docg con D.M del 28 aprile 2009, pertanto con la produzione anno 2007 si è potuto utilizzare il riconoscimento Docg garante della tutela e della qualità del prodotto.
Nel 2015 venne inaugurata una nuova sede del Consorzio. Viene denominato “il Salotto” la sala principale, in onore di due personaggi che si sono impegnati attivamente nella diffusione della storia relativa al Moscato di Scanzo: l’avvocato Paolo Beninelli e l’architetto Corrado Fumagalli. La sala delle degustazioni è stata dedicata invece a Gino Veronelli, in quanto ha saputo amare il Moscato di Scanzo, la cui dedizione, infatti, ha permesso di ottenere la denominazione di origine certificata. L’architetto Massimiliano Mandarini realizzò al meglio questo salotto che si sviluppa su due piani e che attraverso tecniche e spunti differenti ha creato questo luogo tanto lussuoso quanto informale. L’antico si è unito al contemporaneo attraverso diversi scenari di luci e forme.
Oggi il Consorzio Tutela Moscato di Scanzo è impegnato attivamente per la sua valorizzazione, divulgazione e promozione attraverso azioni dalle molteplici sfaccettature.
Il calcio femminile torna in campo a Scanzorosciate con il terzo torneo nazionale “Le Rose del Moscato”. L’iniziativa, che si inserisce fra gli eventi dell’ampio programma del Settembre del Moscato di Scanzo e dei sapori scanzesi, viene riproposta dopo lo stop dello scorso anno a causa della pandemia da Covid.
Dal 13 al 17 ottobre a Scanzorosciate arriva il Festival della Valtellina. Nel corso della kermesse si potranno gustare i piatti della tradizione di quella terra ricca di profumi e sapori come gli sciatt (sfiziose frittelline croccanti di forma tondeggiante con cuore di formaggio fuso), i pizzoccheri, il brasato, la polenta e molto altro ancora.
Per quanto riguarda l’area tavoli, a disposizione dei clienti ci sarà una tendostruttura coperta e riscaldata (nelle giornate fredde), che consentirà di accogliere gli ospiti in tutta comodità anche in caso di maltempo.
In un apposito stand, inoltre, sarà possibile acquistare i prodotti tipici come farine per la polenta, marmellate e formaggi, ma ci sarà anche uno spazio dedicato alla vendita dell’artigianato valtellinese.

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