STROZZA

Strozza [ˈstrɔʦːa] Stròssa [ˈstɾɔsa] in dialetto bergamasco è un comune di 1061 abitanti.
I primi segni della presenza umana sul territorio risalgono all’epoca romana, come documentato dal ritrovamento di un acquedotto posto sulle pendici del monte Albenza, situato sulla destra orografica del paese.
Qui i monti si avvicinano notevolmente creando una strozzatura, per poi aprirsi in quella che è la valle Imagna. Da questa situazione deriva quindi il toponimo Strozza.
È in epoca medievale che il paese comincia ad assumere una fisionomia ben precisa anche seguiranno decenni di lotte tra guelfi e ghibellini.
Almeno fino all’arrivo dei Visconti.
La situazione si rovesciò quando la zona passò sotto il controllo della repubblica di Venezia che, in contrapposizione con i Visconti, sosteneva lo schieramento guelfo. Seguirono distruzioni nei confronti dei possedimenti ghibellini, mentre i paesi guelfi, tra cui Strozza, ebbero un trattamento di favore come citato in documenti dell’epoca:
«I Valdimagnini per la loro integrità della fede e fedeltà alla Repubblica, difendendola contro il Duca di Milano, furono dal Doge con privilegi, grazie e favori arricchiti et onorati».(Effemeridi di Padre Donato Calvi)
L’insediamento di Strozza, sul versante più acclive della valle, si erge con le frazioni di Cabrozzo, Cà Campo e Amagno. Nel centro abitato si possono ancora ammirare numerose costruzioni risalenti all’epoca medievale, tra cui alcune case fortificate con tanto di torre, ma anche contrade molto caratteristiche e costruzioni in stile rustico. In ambito religioso riveste grande importanza la chiesa parrocchiale di Sant’Andrea. Già citata in documenti risalenti al XIV secolo, ma parzialmente ricostruita nel XVIII secolo e ulteriormente ristrutturata nei secoli successivi. Durante una di queste ristrutturazioni è emersa la muratura della parete meridionale della struttura quattrocentesca, con due monofore ad arco trilobato. All’interno notevoli sono gli intarsi dorati presenti nell’altare maggiore e nel coro, nonché l’organo di produzione della famiglia Serassi.
Cabrozzo – La frazione di Cabrozzo, posta a 307 m s.l.m., dista 1,52 chilometri dal medesimo comune di Strozza di cui essa fa parte. Contea autogestita del ducato di Strozza, appartiene al comune di Strozza per motivi storici e politici. Tutti i grandi padroni di Strozza provengono da Cabrozzo dove le famiglie Boffetti, Bergonzi, Fagiani incidono con le loro decisioni da tempo immemore sull’andamento del paesino.
Cà Campo – Un pugno di case strette intorno al piccolo oratorio a San Pantaleone, quasi in sua difesa. Cà Campo non fu mai isolato grazie alla rete di mulattiere, che qui formano un crocevia. Vi si transitava per entrare ed uscire dalla valle. Visitare Cà Campo, passeggiare nei suoi stretti viottoli ripaga del breve tempo ad esso dedicato. La suggestione è forte: angoli medioevali intatti, portali in pietra, balconi in legno e case torri; infine l’oratorio Quattrocentesco di San Pantaleone pregevole opera della fede nel culto della statua di San Momà, il santo protettore delle puerpere senza latte.
Amagno – Percorrendo la via principale, che fiancheggia la chiesa parrocchiale, dopo alcune centinaia di metri si entra nel borgo medioevale di Amagno. All’imbocco si viene accolti dalla severa facciata della casa della famiglia Gavazzeni de Gaiboni: proseguendo si giunge nella piazzetta del lavatoio dominato dalla facciata Est della Cà del Maestro con il portone di accesso e l’ampia finestrata del nuovo Museo Valdimagnino. Per scoprire la parte più suggestiva di Amagno occorre inoltrarsi su per l’androne che sottopassa la Cà del Maestro: qui c’è il vero cuore del borgo, una piazzetta lastricata in pietra, sulla quale si affacciano storici edifici quali un’austera ed elegante casa torre medievale e la secentesca Cà del Maestro. Questo palazzetto, ripristinato alle sue architetture originali, offre al piano terra un porticato con due grandi archi, sostenuti da un poderoso pilastro centrale, e al primo piano una loggetta sorretta, da una serie di eleganti colonnine. Sul fondo della piazzetta, protetta da una ringhiera, c’è la botola della ghiacciaia. Prima che “La Ghiacciaia” venisse aperta al pubblico, pochi conoscevano il segreto che celava la Cà del Maestro: un condotto sotterraneo dipartiva da uno dei locali, posti sul lato strada, portava ad un vano di forma cilindrica con copertura a volta, adibito a ghiacciaia. È una splendida struttura rimasta intatta, nonostante abbia un paio di secoli o forse più. Sulla volta è visibile l’apertura con la botola dalla quale nei mesi invernali veniva introdotta la neve. Il Museo Valdimagnino occupa i due locali antistanti il cunicolo che porta alla ghiacciaia. Dopo un recente restauro ospita tanti oggetti del passato valdimagnino. Molto interessante il camino con “nicia”, scoperto dopo la demolizione di una parete, che lo nascondeva. Seduto nella nicchia sta Pierino, il fantasma della ghiacciaia! Nelle visite, compiute dagli alunni di alcune scuole elementari della Valle Imagna al Museo Valdimagnino, i bambini si sono affezionati a questo particolare nonno, che provvede a curare gli oggetti custoditi nel museo.
Il progetto di riqualificazione del ponte di Strozza, sulla provinciale 14 della Valle Imagna è finalmente partito l’anno scorso. Il ponte, 32 metri composto da tre campate, presentava infatti una consistente accelerazione dei processi di degrado dei materiali costituenti la struttura, dovuta principalmente all’età del manufatto e a una cattiva gestione delle acque meteoriche, come si legge sul progetto.
Inoltre, sono stati riscontrati fenomeni di erosione al piede della pila B della campata centrale, oltre che la presenza di parapetti stradali non a norma con livelli di contenimento non adeguati al volume e alla tipologia di traffico transitante.
Sono terminate nella mattinata di sabato 12 settembre le prove di carico del collaudo statico per il Ponte di Ca’ Cagnisio, un lavoro di riqualificazione estremamente bello di tutto il tratto della strada provinciale, a cui si aggiunge un intervento importante già effettuato dalla Provincia presso la curva all’imbocco della Valle Imagna, resa adeguata e bella in modo tale da garantire un ingresso armonico alla Valle.

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