COLERE

Còlere [ˈkɔːleɾe] (Còler [ˈkɔlɛɾ] in dialetto bergamasco) è un comune di 1122 abitanti Composto dal capoluogo e da dieci frazioni e situato sulla destra orografica del torrente Dezzo, in Valle di Scalve.
Il Comune abbraccia le frazioni di Albarete, Cantoniera della Presolana, Carbonera, Castello, Dezzo di Scalve, Grana, Magnone, Valle Richetti, Valle Sponda, Valzella.
Un vero e proprio Borgo “Colere” non è mai esistito, ma si intende Còlere come un nucleo di contradelle raccolte nella Conca della Presolana nord. L’origine risale a prima della dominazione romana, quando incominciarono a essere utilizzate le risorse minerarie che emergevano dal suolo situato ad altitudine di circa 2000 mt.slm per trasformarle in rame, blenda e zinco della zona. Tale tesi è suffragata da ritrovamenti avvenuti in località Laghetto di Polzone e nella contrada Carbonera, che attestano l’esistenza di piccoli insediamenti.
A Colere non si insediarono mai nobili o ricchi borghesi ma solo manovalanza.
Il toponimo di Collere appare nella Galleria delle carte geografiche realizzata sulla fine del Cinquecento nel Palazzo Apostolico del Vaticano.
Nel 1924 il comune risultava incluso nel circondario di Clusone della provincia di Bergamo. In seguito alla riforma dell’ordinamento comunale disposta nel 1926 il comune veniva amministrato da un podestà La frazione di Dezzo di Colere fu tra i paesi più colpiti dall’onda del Gleno il 1º dicembre 1923. Fu distrutto dalle acque assieme a Dezzo di Azzone e si contarono molte vittime.
Soltanto nell’immediato dopoguerra, precisamente nel 1947, i comuni si separarono definitivamente – dopo che la cittadinanza di Colere aveva con un colpo di mano assaltato il Palazzo Comunale di Dezzo per riprendere possesso dell’archivio comunale, con Dezzo nuovamente relegato a ruolo di frazione, diviso a metà tra Colere e Azzone.
La chiesa parrocchiale di San Bartolomeo risale alla fine del XVIII secolo e presenta discrete opere pittoriche.
Il “Cesulì”, l’antica parrocchiale risalente al 1400 e con molti rifacimenti fino al restauro degli anni ’70 del XX secolo. È la chiesa più antica della Valle di Scalve. Vi si tengono cerimonie religiose, matrimoni e piccole mostre.
Il santuario della Madonnina: situato fuori dal centro abitato della frazione Dezzo di Scalve, è stato edificato nel XVII secolo su una preesistente edicola, dove si narra che il 2 luglio 1654 un vecchio pastore malato, proveniente da Borno, ebbe la visione della Madonna, che lo guarì da sbocchi di sangue. In occasione dell’anniversario dell’apparizione, il 2 luglio si tiene ogni anno una grande festa. Il santuario fu distrutto nel 1923 dal “Disastro del Gleno” e venne riedificato, sullo stesso luogo, due o tre anni dopo, su disegno dell’architetto Luigi Angelini, con il contributo importante se non essenziale, in termini finanziari e di prestazione gratuita di manodopera, da parte degli abitanti diValzella.
Fino agli anni 1970 la principale attività era quella estrattiva, con miniere di blenda e fluorite, risalente ai romani. Gestite poi da aziende italiane e francesi, fino all’arrivo della Montedison e poi dell’EGAM (ente minerario dell’Eni). Altre attività erano quelle di servizio alla comunità: idraulica, falegnameria, segherie, estrazione marmo nero venato bianco ecc. Alcune proseguono ancora.
Negli anni ’70 del secolo XX l’amministrazione comunale realizzò una piccola area industriale, la prima della Lombardia in area montana, con insediamento di attività artigianali nel settore della meccanica e di collanti. Furono altresì ristrutturate le vecchie laverie del minerale, ricavandone locali per l’insediamento di Cooperative del settore dell’abbigliamento.
Tutto il territorio fa parte del “Parco delle Orobie Bergamasche” dove vigono rigide normative per la salvaguardia della flora e della fauna locale e ha il compito di valorizzare il territorio per l’utilizzo anche turistico. La suggestiva grotta del ghiaccio, nella zona del Monte Ferrante è così chiamata per la presenza, in ogni periodo dell’anno, di uno strato di ghiaccio e rappresenta una importante riserva d’acqua per la confinante Valle Seriana
Nel 1968 fu costruita la prima sciovia vicino al centro, installando anche il primo trampolino per il salto sugli sci è una pista di slittino. Negli anni ’70, l’amministrazione comunale guidata da Franco Belingheri finanziò la costruzione della prima sciovia che collega la frazione Carbonera alla Malga Polzone (1450 mt.slm). Affidò la gestione a privati che costruzioni hotel e rifugio in quota. Fu il volano per far conoscere Colere per le piste da sci in inverno e per le innumerevoli escursioni in estate.
Nel 2010 fu realizzato anche un ecomuseo della miniere dedicato a Zanalbert Belingheri minatore e custode per decenni del Rifugio Albani, con una raccolta di reperti minerari e della montagna locale.

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