SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII

Sotto il Monte Giovanni XXIII (AFI: [ˈsotːo ilˈmonte ʤoˈvanːi ventitɾeˈɛːzimo], Sóta ’l Mut AFI: [ˈsota lˈmut] in dialetto bergamasco, Sotto il Monte fino al 1963) è un comune di 4436 abitanti.
I primi insediamenti sul territorio comunale ebbero origine in località Bercio, e dovrebbero risalire al IX secolo quando l’intera provincia di Bergamo era assoggettata al dominio dei Franchi, i quali crearono l’istituzione del Sacro Romano Impero e con essa il feudalesimo.
Questi territori, posti in una posizione soleggiata sui declivi del monte Canto, vennero infeudati al vescovo di Bergamo, il quale a sua volta li diede in gestione ai monaci benedettini che vi si stanziarono in località Fontanella.
Fondata da Alberto da Prezzate, l’abbazia rettoria di Sant’Egidio in Fontanella caratterizzò profondamente la vita del borgo, a partire dagli edifici come la torre di San Giovanni, posta sulla sommità del monte. Conseguentemente il borgo che si sviluppò ai piedi di esso venne quindi identificato come Sotto il monte dei frati, poi ridotto in Sotto il Monte.
Durante il periodo medievale non si verificarono episodi di particolare rilievo, nemmeno i famigerati scontri tra le fazioni guelfe e ghibelline che imperversavano nel resto della provincia e nei comuni limitrofi. A tal riguardo si pensi che la torre di San Giovanni non venne mai utilizzata per fini difensivi o bellici, tanto da essere trasformata in torre campanaria già nel XIV secolo.
L’elemento che caratterizzò quei secoli fu la povertà degli abitanti, dediti a vivere con quello che il lavoro nei campi era in grado di fornire, riuscendo a malapena a soddisfare i requisiti minimi di sussistenza. A tal riguardo è chiara una testimonianza di quel tempo:
«Qui non vi sono trafichi né mercantie, le persone sono povere lavoradori da terre et bracenti, quali non raccogliono a pena grani per il loro vivere; et questi non hanno alcun privileggio ma sottoposti a tutte le gravezze et a datii…».
È chiaro che le dominazioni che si susseguirono poco interessarono gli abitanti del borgo, che mantennero la struttura del nucleo abitativa quasi immutata fino al XX secolo.
Ed è proprio dopo la metà di quel secolo che per il paese di Sotto il Monte le cose cambiarono radicalmente: in primo luogo cominciò a svilupparsi un fenomeno di industrializzazione che cambiò il modo di vivere degli abitanti, che poco a poco abbandonarono l’agricoltura, ma soprattutto vi fu un sacerdote cattolico originario del borgo, Angelo Giuseppe Roncalli, nato in contrada Brusicco il 25 novembre 1881, che assurse agli onori delle cronache di tutto il mondo quando, diventato negli anni arcivescovo e cardinale, il 28 ottobre 1958 venne elevato al soglio pontificio con il nome di Papa Giovanni XXIII.
Da quel momento Sotto il Monte si legò indissolubilmente al nome del suo illustre cittadino, il quale, dal canto suo, ricordò sempre con orgoglio le sue umili origini:
«…vedete, bambini miei, queste pianure così ricche, sono i figli di San Benedetto venuti qui per primi dall’altro versante della montagna, che hanno insegnato ai nostri antenati, mille anni fa, a vangarle, zapparle, e renderle feconde»
(Papa Giovanni XXIII)
Dopo la morte del pontefice, avvenuta il 3 giugno 1963, il paese, in suo onore, assunse l’attuale denominazione ufficiale di Sotto il Monte Giovanni XXIII.
Gran parte dei luoghi d’interesse riguardano i luoghi in cui nacque e visse Papa Giovanni XXIII, al quale la città è stata intitolata, meta di pellegrinaggi e di devozione popolare.
La chiesa di Santa Maria, in cui il piccolo Angelo Roncalli ricevette il battesimo e qualche anno più tardi vi celebrò la sua prima messa. Risalente al XV secolo, conserva dipinti e affreschi di buon pregio.
La chiesa di San Giovanni Battista, risalente all’inizio del XX secolo. All’interno si possono ammirare numerosi affreschi settecenteschi originariamente collocati nella vecchia parrocchiale e altri di Bartolomeo Nazari e Francesco Capella, nonché un’imponente statua processionale della Madonna.
La cappella di Maria Regina della pace, consacrata nel 1976. Questa presenta un altare proveniente dall’Antica basilica di San Pietro in Vaticano, e un intarsio policromo raffigurante Papa Giovanni XXIII, incantevole opera dell’artista tranese Andrea Gusmai.
È inoltre presente la torre di San Giovanni, posta sul colle che domina il paese e risalente al IX secolo. Originariamente costruita come baluardo d’avvistamento sulla pianura, venne utilizzato anche come torre campanaria.
L’abbazia di Sant’Egidio, edificata in località Fontanella nel corso del X secolo in stile romanico, è uno degli edifici medievali meglio conservati di tutta la provincia. All’interno si possono trovare affreschi e dipinti di ottima fattura risalenti tra il XII e il XV secolo.
Ca’ Maitino, raro esempio di villa signorile nel paese. Risalente al XV secolo e appartenuta all’antica famiglia dei Roncalli, venne posseduta dagli Scotti. Nel 1925 Mons. Angelo Giuseppe Roncalli prese in affitto alcune camere da adibire a casa di vacanza. Dopo l’elezione a pontefice i marchesi Scotti donarono a Giovanni XXIII le stanze da lui occupate. Ora è un museo dedicato al pontefice visitato tuttora da molti pellegrini.
La cascina Colombera, dove visse il pontefice a partire dall’età di 12 anni, è ora gestita da un gruppo missionario.questa struttura è chiamata P.I.M.E. Cioè pontificio istituto missioni estere.
Situato all’estremità settentrionale dell’isola bergamasca e delimitato dalle propaggini del Monte Canto. Dal paese il percorso per la sommità del monte è una rigenerante scarpinata in mezzo al verde prealpino.
La partenza si trova a Sotto il Monte Giovanni XXIII, presso la Chiesa Santa Maria Assunta, nella contrada di Brusicco. Qui hanno inizio anche i sentieri n° 893 e Papa Giovanni XXIII. Tutti gli itinerari del Monte Canto di Pontida, sono riportati dettagliatamente sulle bacheche poste all’inizio dei vari sentieri e lungo i percorsi.
Dunque, per percorrere il SENTIERO N° 894, si cammina su strada asfaltata verso nord tutta la Via Baradello e tutta la Via Corna, sino ad arrivare alla Chiesetta Madonna delle Canève. La chiesetta è risalente al 1727 e venne restaurata per volontà di Papa Giovanni XXIII nel 1961, anno III del suo Pontificato; in parte ad essa si trova la casetta dei custodi, molto suggestiva e con accanto un ruscello. All’interno è situato un altare sopra il quale domina un antico affresco riscoperto negli ultimi anni, forse dell’età degli affreschi di Cà Maitino. Lateralmente è posta una tela raffigurante la Madonna con bambino benedicente, dall’autore ignoto.
Da qui la strada diventa sterrata e si comincia a salire. Subito all’imbocco della strada sterrata vi sono numerose sculture realizzate su pietre affioranti dal terrreno scolpite da un appassionato di Carvico, che purtroppo è venuto a mancare. Le sculture si mimetizzano con la natura, pertanto bisogna guardare sulla destra e sulla sinistra con attenzione per circa 1,5 km. Esse raffigurano Papa Giovanni XXIII con il Cristo, San Francesco con il cane, un serpente…ecc, sino ad arrivare all’ultima scultura a sinistra raffigurante il Contadino Tullio con la gerla.
Si prosegue per circa una decina di tornanti sempre mantenendo il cammino sull’ampio sterrato, da dove ogni tanto dipartono sentieri laterali. Al termine del SENTIERO N°894 si giunge al punto in cui si imbocca il sentiero 891. A sinistra conduce alla Cima Monte Canto (il punto più alto del comprensorio mt 700) che porta sino al traghetto leonardesco di Villa d’Adda, oppure sempre svoltando a sinistra si può imboccare poco dopo il SENTIERO N° 895 che conduce a Carvico. Mentre proseguendo dritti, dopo pochi metri si troverà una bacheca ed una ramificazione di sentieri CAI indicati dai cartelli, come il SENTIERO N° 897 che conduce a Pontida. Se dalla bacheca si prosegue sempre sul SENTIERO N° 891, si arriva in 10 minuti alla Chiesetta Santa Barbara, per poi arrivare sino a Fontanella ed al termine del sentiero al Santuario della Madonna di Prada a Mapello.

SOTTO IL MONTE GIOVANNI XXIII

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