ROTA D’IMAGNA

Rota d’Imagna [ˈrɔːta iˈmaɲ(ː)a] (Röda [ˈɾøda] in dialetto bergamasco) è un comune di 910 abitanti.
I primi insediamenti umani presenti sul territorio comunale sono databili all’età del bronzo, come è stato possibile stabilire grazie al ritrovamento di frammenti scheletrici e di suppellettili inseriti in un corredo funerario. Questi reperti, rinvenuti nella Grotta dei Polacchi, sono ora conservati presso il museo archeologico di Bergamo.
È comunque in epoca medievale che il paese comincia ad assumere una fisionomia ben precisa, tanto da essere citato in documenti ufficiali per la prima volta nell’anno 1151. Composto principalmente dai nuclei di Rota Dentro e Rota Fuori, nonché da svariate contrade, vide imperversare in epoca medievale scontri cruenti, molto più che nelle altre zone della provincia bergamasca, tra guelfi e ghibellini.
Nel corso degli anni andò acquisendo sempre maggiore prestigio la locale famiglia dei Rota, che si stabilì a Venezia e diede numerose personalità di spicco alle istituzioni lagunari. Altro personaggio di prestigio nato nel paese fu Giacomo Quarenghi, rinomato architetto e pittore vissuto tra il XVIII ed il XIX secolo.
I comuni di Rota Dentro e Rota Fuori rimasero distinti fino al 1927 quando vennero fusi nella nuova entità amministrativa Rota d’Imagna.
Molto importante è la chiesa parrocchiale di Rota Dentro, dedicata a San Gottardo. Edificata nel 1496 ma elevata a rango di parrocchiale soltanto un secolo più tardi, presenta un portale in granito e numerose opere, tra le quali spiccano quelle di Carlo Ceresa ed alcuni intarsi di pregevole fattura.
Non è da meno la chiesa parrocchiale di Rota Fuori, dedicata a San Siro di Pavia. Documentata a partire dal 1470, venne riedificata nel 1765. Anch’essa possiede numerose opere di grande importanza tra cui quelle di Gaetano Peverada, di Pier Francesco Mazzucchelli e di Carlo Ceresa, ma anche stucchi ed intagli del XVII secolo, ed una vasca battesimale datata 1614.
Meritano inoltre menzione Ca’ Piatone, villa signorile del XVII secolo dotata di archi e portici in pietra a vista, dove nacque Giacomo Quarenghi, e Villa Mazzucotelli con un grande giardino.
Molto caratteristici sono infine il borgo di Chignolo, piccolo nucleo di stampo rurale a cui si accede tramite un sentiero su cui si trova il Ponte del Follo, costruito con una struttura ad unica arcata in pietra.
Il recente rilancio del turismo ha fatto sì che il paese di Rota Imagna diventasse il principale centro turistico della valle. Questo grazie alla gradevole posizione si possono compiere un gran numero di escursioni adatte ad ogni tipo di esigenza: sia semplici passeggiate che percorsi impegnativi, fino alla possibilità di utilizzare proficuamente la mountain bike.
La Torta Quarenghi nasce in occasione dei festeggiamenti per il bicentenario della scomparsa dell’architetto Giacomo Quarenghi, nato proprio a Rota d’Imagna il 21 settembre 1744. E’ stato organizzato un vero e proprio concorso fra ristoratori e pasticcieri della valle.
La RUOTA, simbolo di Rota d’Imagna viene simboleggiata dalla forma a ciambella, il MAIS della tradizionale polenta bergamasca incontra il CIOCCOLATO quale simbolo dell’esotismo che il Quarenghi portò a San Pietroburgo con il suo stile neoclassico. I FICHI SECCHI ricordano il naso molto pronunciato, le PERE sono l’ingrediente segreto del casoncello tipico bergamasco. L’utilizzo della VODKA è riferito alla cultura russa.
Ricetta originale della Torta Quarenghi
Ingredienti per ciambella 30 cm (diametro) per 12 persone
Ingredienti:
250 gr burro della valle imagna
250 gr zucchero
200 gr farina gialla (azienda agricola Cologno al Serio)
250 gr farina bianca “00″
1 bustina di lievito
100 gr. di cioccolato fondente in scaglie
200 gr di fichi secchi
300 gr di pere abate o spadona bergamasche
4 uova provenienza locale
1 bicchierino di vodka russa
latte q.b.
Procedimento:
Sbattere in planetaria il burro ammorbidito e lo zucchero, aggiungere poi le uova mescolando finché il composto non diventi omogeneo. In una ciotola a parte mescolare le due farine con lievito, il cioccolato in scaglie, le pere e i fichi tagliati a cubetti. Aggiungere qui il composto precedentemente preparato di burro zucchero e uova. Mescolare il tutto. Aggiungere 1 bicchierino di vodka.
Una volta ottenuto un impasto omogeneo, servitevi di un po’ di latte per “aggiustarlo” a vostro piacimento (chef Gritti suggerisce 2 bicchieri). Versare l’impasto ottenuto in uno stampo, rigorosamente a forma di ciambella del diametro di 30 cm e infornare a 180° per 40 minuti. Dopo aver controllato la giusta cottura ribaltare e presentare su alzatina. Da gustare leggermente tiepida e con una crema pasticcera alla vaniglia

ROTA D'IMAGNA

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