PIAZZA BREMBANA
Piazza Brembana [ˈpjaʦːa bɾemˈbaːna] (Piassa [ˈpjasa] in dialetto bergamasco) è un comune italiano di 1 205 abitanti.
Posto nell’alta Val Brembana, alla confluenza tra i due rami del fiume Brembo, ramo di Mezzoldo e ramo di Val Fondra, dista 37 circa chilometri a nord dal capoluogo orobico.
È il comune capoluogo della Comunità Montana della Valle Brembana.
Grazie a cio’ ebbe il privilegio di ospitare nel suo territorio la Pretura, l’ufficio del Catasto e del censo fino al 1865, la Caserma dei Carabinieri e delle Guardie di Finanza, le Guardie Forestali. l’ufficio Postale ed il telegrafo nei primi anni del 900′ ed il Mercato dapprima mensile, poi quindicinale ed oggi settimanale al Venerdi’ mattina.
Alla fine del 500′ Piazza (che prese il nome di Piazza Brembana solo dal 1863) era suddivisa in quattro contrade: Piazza, Casteler, Vachera, Prat della Piazza. La contrada della Piazza era il centro commerciale ed amministrativo del paese. Di li’ passava la Strada Nova, ossia Strada Priula, via di passaggio tra Bergamo e la Valtellina ed i Grigioni. I traffici commerciali ed il passaggio delle truppe alleate con la Serenissima avvenivano attraverso questa via. Questa parte di paese e’ tuttora visitabile passeggiando lungo le vie Fratelli Calvi e San Bernardo, centro storico di Piazza Brembana.
Verso la fine del 1500 il Capitano Giovanni da Lezze relazionò al Collegio di Venezia una dettagliata descrizione di Bergamo e dei Comuni compresi nel territorio.
Di Piazza egli scriveva così:
“Questa terra è posta in piano fra monti, a sera il monte grande della Forcella et Foghelini, mediante un ramo fiume Brembo che gli passa al piedi, a dimane il monte chiamato Colonghello, mediante l’altro rammo circonferendo la detta terra et anco la terra detta Piana et Lenna che se ben due terre è
un solo comune. Nella qual terra di Piazza vi sono l’infrascritte contrade: Piazza, Casteler, Vachera, Prat della Piaza.
Lontani da Bergomo milia 20 et alla sumità dei monti de Valtulina milia 9 per la strada nova.
In tutto sono fochi 65, anime 275: utili 53, il resto vecchi, donne et putti.
Soldati delle ordinanze: archibusieri n. 1, pichieri n. 2, moschetieri n. 5 et galeotti n. 4.
Qui non sono richezze se non due o tre che hanno al più de entrada circa 300 scudi per uno; gl’altri attendono alli traffichi già detti della ferarezza, de borre et animali; molti habitano fuori del paese in negocii di mercantia, perché essendo sterile né raccogliendosi grani per due mesi l’anno, sono le persone necessitate habitar altrove et tuttavia le terre però le megliori vagliono scudi 25 la pertica.
Questo comun a benefitio della povertà mantiene una caneva o magazeno di vino per vender a poveri a manco pretio del solito et al calmeraio che dà il Viccario.
In questo luogo ressiede il Vicario et habita per il più in Valnegra vicina.
Chiesa parocchial S.to Martino, il curato della quale ha entrada propria per l’importanza de £. 400 in circa…
Sopra i doi rami di Brembo vi sono gl’infrascritti edifitii: Una fusina grossa, una rasega da legnammi, doi molini da grani.”
Un ulteriore impulso all’economia ed ai trasporti venne dato dalla costruzione, avvenuta nel 1926, della tratta della Ferrovia della Valle Brembana, che da San Pellegrino portava il capolinea a Piazza Brembana. La linea fu soppressa nel 1966.
Nel 1927 il regime fascista fece una grande opera di accorpamento tra parecchi comuni del regno d’Italia. Fu il caso anche di Piazza Brembana, che si trovò aggregato ai vicini Valnegra, Lenna e Moio de’ Calvi in un unico comune denominato San Martino de’ Bremba Soltanto nel 1956 i comuni si separarono nuovamente, assumendo l’attuale conformazione
Tra i personaggi celebri nati nel paese meritano una citazione: Giacomo Calegari (1848-1915), noto pittore, Gerolamo o Girolamo Calvi (1801-1848), musicista e letterato, ed i quattro Fratelli Calvi: Attilio, Santino, Natale e Giannino, eroi della prima guerra mondiale
Il 24 maggio del 2015, centenario dall’inizio della I guerra Mondiale venne inaugurato il Percorso Museale “FRATELLI CALVI” in onore ai fratelli uccisi.
Tutti gli abitanti della Valle Oltre la Goggia e quindi anche quelli di Piazza Brembana sono soprannominati “Gogis” appunto perche’ dell’Oltre la Goggia, ma dal libro “Una curiosa geografia Bergamasca” di Martino Campagnoni e Vittorio Mora, si viene a conoscenza del soprannome dato agli abitanti di ogni paese. Gli abitanti di Piazza Brembana sono detti “i stizzu’ de Piassa”, da “tizzone” cioe’ attizzare il fuoco con un tizzone. In senso lato indica colui che vuole istigare, fomentare.
La chiesa di San Bernardo, edificata nel XV secolo, che, situata nel centro del paese, custodisce opere di Andrea Vicentino. A fianco di questo edificio venne successivamente costruito un convento di monache francescane
Il duomo qui sotto fotografato, dedicato a san Martino, riedificato nel XIX secolo in luogo di un precedente edificio di culto risalente all’anno 1000, è in comune con il vicino paese di Lenna. In stile neogotico, al proprio interno presenta un polittico di notevole fattura eseguito da Lattanzio da Rimini, statue di Andrea Fantoni, nonché opere di Carlo Ceresa.
La stazione di Piazza Brembana, inizialmente denominata Stazione di San Martino de’ Calvi Nord, rappresentava il capolinea settentrionale della ferrovia della Valle Brembana, attiva fra il 1906 e il 1966.
L’impianto disponeva di un fascio merci dotato di magazzino ed era raccordato con un’impresa che spediva il legname proveniente dall’alta valle
Oggi questa antica linea ferroviaria è stata riconvertita in una suggestiva pista ciclabile, che tra gallerie, direttamente scavate nella roccia ed illuminate, e fianchi di montagna offre spettacolari chiaroscuri e viste mozzafiato. 23 km asfaltati e perfettamente tracciati che portano fino a Zogno.
Si possono ammirare anche le varie centrali idroelettriche che si trovano lungo la strada, costruite negli anni 30.
La Valle Brembana è un luogo in cui la fantasia ha sempre soggiornato gradita ospite
Edito da Bolis Edizioni e distribuito da Ellelibri anche online, potrete leggere il bellissimo libro scritto da Umberto Zanetti sulle leggende locali.
Ma c’è n’è una che qui non trovate ed è
La leggenda del Bes (della biscia credo)
Si racconta che nelle grotte del circondario vi viveva un serpente molto pericolo che mangiasse gli uomini. Pare che una pastorella, ‘testimone’ sopravvissuta all’animale, racconto di aver visto il serpente impegnato a puntare una lepre e per questo poté fuggire illesa.
Per quanto riguarda il cibo da apprezzare in loco potrete scegliere tra l’Osteria Cattaneo e la Taverna dei Battibecchi, o all’albergo ristorante che porta il nome del Paese.
In ogni caso entrare nelle osterie di Piazza è consigliatissimo. Gli anziani del luogo sono avvezzi a raccontare i misfatti del luogo.