MOZZANICA

Mozzanica [moˈʦːaːnika] ascolta[?·info] Musànega in dialetto bergamasco è un comune italiano di 4 510 abitanti. Il territorio di Mozzanica, esteso per 9,33[1] km², sorge nella Gera d’Adda, tra i fiumi Adda e Serio a 26 km a sud del capoluogo.
Posto sulla riva occidentale del Serio ha una notevole porzione del territorio comunale inclusa nell’omonimo parco.
È anche conosciuta come la “Venezia della Bassa Bergamasca” per la presenza di numerose rogge e fossati sul suo territorio di cui uno, derivato dal fosso bergamasco, che lambisce il centro storico, porta l’acqua nel fossato del borgo.
La moderna geologia confermerebbe in effetti che fino a circa 2000 anni fa il territorio della Gera d’Adda non era altro che l’immensa palude denominata Lago Gerundo.
Intorno al IX, X secolo il nucleo urbano si circonda di mura e la vita comunitaria si organizza intorno ad un castello di origine longobarda
Nel 1189, in un documento, il vescovo di Cremona concede a Mozzanica autonomia amministrativa, che diventa dunque un Libero comune. Già verso la metà del secolo successivo però Mozzanica perde tale autonomia, seguendo quindi lo stesso destino della maggior parte dei comuni.
Il comune decaduto è quindi affidato al conte Egidio da Cortenuova che fa di Mozzanica un covo di ghibellini considerati eretici dal papato. Per questo motivo i milanesi, alleati del Papa, assalirono e distrussero la chiesa e il castello di Mozzanica nel 1269. Le sorti di Mozzanica nel 1300 sono strettamente legate alla lotta per la supremazia nella pianura centrale della Lombardia tra la famiglia guelfa dei Torriani e quella ghibellina dei Visconti. Mozzanica si schiera con i ghibellini che prevalendo sui guelfi annettono la bassa pianura bergamasca
Con l’invasione napoleonica Mozzanica viene spostata per la prima volta sotto la provincia di Bergamo con la legge dell’8 maggio 1798, ed entra a far parte della Repubblica Cisalpina, anche se dopo il congresso di Vienna torna all’Austria (Regno Lombardo-Veneto).
Nel 1859 Mozzanica entra a far parte del Regno sabaudo nella continuità amministrativa, confermata alla Provincia di Bergamo; dal punto di vista ecclesiale fa comunque tuttora parte della Diocesi di Cremona, in quanto i rivoluzionari giacobini non hanno potuto cambiare questo aspetto duecento anni fa.
Chiesa della Madonna della Neve, si trova nella località Colomberone nelle vicinanze dell’omonima cascina. Edificata nel 1778, dove un tempo sorgeva la cappella cimiteriale dei morti di Peste, è arricchita all’interno di decorazioni del XX secolo e una tela del XVII raffigurante Maria Vergine col bambino ed i santi.
Chiesa di santa Marta, si trova in prossimità della chiesa parrocchiale nell’omonima via. Risale al XVI secolo e fu sede della confraternita dei disciplini. L’entrata avviene attraverso un portale in cotto decorato sovrastato da due nicchie vuote. La facciata è di colore bianco e presenta due piani: il primo con l’entrata e due nicchie di cui e una sezione centrale squadrata e un secondo piano diviso dal primo da una sporgenza color antracite che presenta una vetrata centrale e una bandierina sulla sommità. Tali nicchie ospitavano in passato statue di santi, mentre quella centrale un affresco. All’interno abbiamo delle tele risalenti al XVII secolo e un altare realizzato con differenti tarsie marmoree da Pietro Solari nel 1708. Tali tarsie raffigurano al centro l’annunciazione di Maria e nei riquadri laterali Santa Marta, rappresentata mentre soggioga il dragone
Chiesa di Santo Stefano, l’attuale chiesa parrocchiale, dedicata a Santo Stefano, risale al XIV secolo, anche se probabilmente sorge su una chiesa ancora più antica. Dopo molte trasformazioni subite nel corso dei secoli, assume l’aspetto attuale nel XX secolo, aggiungendo il transetto che ha dato così alla chiesa una pianta a forma di croce latina
Palazzo Camozzi, si trova in via Castello, vicino all’angolo superstite delle antiche mura. Residenza signorile risalente al XVII secolo che la famiglia Camozzi acquistò nel XIX secolo dai Giani, i quali a loro volta lo ebbero dai Candiani, feudatari di Mozzanica.
La torre civica venne costruita nel 1492 su ordine di Ludovico Sforza, duca di Milano, allo scopo di controllare i territori della Repubblica di Venezia situati al di là del fiume Serio; interamente in mattoni, è alta 42 metri ed è caratterizzata da una sommità merlata. Ha forma quadrangolare con base leggermente scarpata. È dotata di aperture ad arciera e a balestriera, realizzate a scopo difensivo. Sul fianco ovest nel XVII secolo era presente lo stemma della famiglia Secco, feudatari di Mozzanica. La struttura è stata adibita nel XIX secolo a campanile mediante l’aggiunta di campane, dei quattro quadranti dell’orologio e dei meccanismi interni. Attualmente la torre è in uso alla parrocchia. La torre ospita un concerto di otto campane in tonalità di Si grave, fuse dalla ditta Paolo Capanni di Castelnuovo né Monti, presso Reggio Emilia, nell’anno 1972. È presente anche una nona campana, fuori concerto, fusa nello stesso anno: rappresenta la settima minore, con cui si può comporre un concerto più piccolo di cinque campane in tonalità Mi.
Una delle realtà musicali di Mozzanica è il Corpo Musicale Don Gaspare Paltenghi, corpo bandistico nato nel febbraio 1988 per volere dell’allora parroco don Piero Salini. Il corpo musicale è dedicato all’omonimo sacerdote che trascorse a Mozzanica 50 anni. Un’altra realtà musicale è la Corale parrocchiale S. Stefano, composta da circa 30 elementi tra soprani, contralti, tenori e bassi.
L’Ensemble Vocale G.B. Lingiardi è un gruppo di amici appassionati di polifonia corale, canto gregoriano e musica sacra.
Le ufèle e le frittelle, sono una delle golosità di Mozzanica. Altri dolci tipici del paese sono le “niasèle” (piccole brioches di pasta lievitata che una volta costituivano il dolce nel pranzo al sacco che si faceva durante il pellegrinaggio al Santuario di Caravaggio) e la “bertulina” (una torta fatta ancora oggi, con pasta di pane, uva nera, zucchero e olio).
Sono diffusi prodotti tipici bergamaschi quali formaggi, tinche, lepre in salmì, stracotto d’asino, coniglio, polenta, e casoncelli.
Tra i prodotti e i piatti a base di carne di maiale abbiamo: il salame, il lardo, la pancetta, lo strutto, la torta di sangue di maiale, i piedi e le orecchie bollite, la testina bollita, la rustida e la cassola.
Tra gli altri prodotti a base di carne d’allevamento abbiamo la busecca, l’arrosto di vitello, i capponi e i tacchini ripieni, lo stufato, il bollito misto, l’arrosto di lonza e i nervetti

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