PIANICO

Pianico [ˈpjaːniko] (Piènech[5] [ˈpjɛnɛk] o Piànech [ˈpjanɛk] in dialetto bergamasco) è un comune di 1437 abitanti.
Le origini del paese risalgono all’epoca romana, come confermano alcuni ritrovamenti di materiale risalente a quel periodo, nonché all’accertata presenza dei colonizzatori nei paesi limitrofi, tra cui Castro e Sovere.
Pare difatti che i Romani utilizzassero la zona per controllare lo sbocco della stessa valle Borlezza verso la Val Camonica, centro nevralgico dei trasporti e dei commerci.
Al termine della dominazione romana, il paese subì le scorrerie di alcune tribù barbare, tra cui gli Alani e gli Ungari, che perpetrarono saccheggi ai danni della popolazione, la quale dovette subire anche pestilenze e terremoti.
Il territorio, dopo essere passato sotto la dominazione longobarda prima, e del Sacro Romano Impero poi, fu ceduto al vescovo della città di Bergamo come riconoscimento dei favori compiuti in sede dei trattati di pace, con un editto redatto nel 1168.
I secoli seguenti, in pieno periodo medievale, videro il paese al centro delle dispute fratricide tra guelfi e ghibellini. A tal periodo risale un castello, di cui ora si sono perse le tracce, di proprietà della famiglia Foresti. Attorno a questa fortificazione venne costruito il paese, che tuttora ricorda un borgo medievale. Gli scontri ebbero il loro apice nel corso del XIV secolo, e terminarono soltanto con l’annessione del territorio alla Repubblica di Venezia. Con il declino della famiglia Foresti, anche il paese subì un drastico ridimensionamento, e nei secoli successivi seguì le sorti del resto della provincia di Bergamo.
L’antica chiesa parrocchiale, dedicata a San Zenone, fu demolita nella seconda metà del XX secolo per lasciare spazio al nuovo edificio religioso che, edificato nel 1925, è intitolato allo stesso santo.
Frontalmente a essa si possono ammirare il monumento dedicato ai caduti e una torre campanaria.
Situato al termine della Val Borlezza, costruito su un piccolo colle che svetta sulle aree circostanti, ha mantenuto le peculiarità dell’epoca in cui venne costruito.
L’esistenza di un castello a Pianico non è una leggenda. Sono numerose le prove che attestano la sua presenza nel passato, a partire dallo stesso stemma comunale: un castello chiuso con merlatura Guelfa, posto su una grande collina con sotto tre collinette e un fiume che scorre vicino.
Nelle “Effemeridi” di Donato Calvi si legge che il 25 giugno 1222 molti membri della famiglia Codoferri di Solto fecero donazione alla città di Bergamo di quanto possedevano nei castelli e nelle fortezze di Solto e Pianico. Dunque, all’epoca esisteva un castello a Pianico. Un ulteriore conferma di questa tesi si trova in un atto notarile del 1364, dove sono menzionati il castello, la chiesa di San Zenone e altri toponimi. Anche a Sellere c’era un castello, come si riscontra in un documento del 1457.
Nel Dizionario Odeporico di Maironi da Ponte di legge: “In Pianico si vedono le vestigia di un antico castello, opera degli infelici tempi delle fazioni Guelfa e Ghibellina. Staccate dalla contrada maggiore ha la contrada del Castello”. La località più elevata del paese è ancora oggi denominata “Castello”. Nonostante non ci siano tracce evidenti del castello, si è comunque mantenuto il toponimo e il soprannome di “castellani”. Un tale Cristoforo Moretti di Pianico era appunto denominato “castellano” nel sec. XVIII.
Altre fonti parlano di un castello in pieno periodo Medievale, appartenente alla famiglia Foresti. La famiglia Foresti era originaria di Solto Collina e si trasferì a Sellere/Pianico nel ‘300. Con il declino della famiglia, anche il paese subì un drastico ridimensionamento. I Foresti si estinsero nel ‘700. Nella frazione Castello, alla sommità di una collina rocciosa con pareti strapiombanti, sono oggi visibili i ruderi del castello di Pianico di cui si ha notizia nel 1222. I resti corrispondono ad un recinto fortificato dalla pianta vagamente rettangolare. L’area è oggi occupata da un vigneto, da orti e da un traliccio dell’alta tensione.
E poi c’è un cunicolo sotterraneo, nei pressi del Torrente Borlezza. C’è un ingresso poco visibile dal sentiero, che rimane sotto il livello del percorso e si estende per 70 metri, prima di interrompersi per quella che parrebbe essere una piccola frana. Alla luce dei fatti portati allo scoperto, viene da chiedersi se non si tratti di un collegamento sotterraneo risalente al periodo del castello. Alcuni anziani pianichesi parlano di altri cunicoli, accessi e collegamenti. Una rete sotterranea? Quel che è certo è che non si tratta di un’opera recente. Pianico ha una storia da raccontare, un passato millenario ad oggi poco valorizzato. Risalire all’origine di queste gallerie significherebbe restituire al paese il proprio passato e una propria forza attrattiva. Seguiranno aggiornamenti, magari proprio seguendo le piste di uno dei racconti di chi da giovane, inconsapevolmente, giocava a nascondino tra le mura medievali di un antico castello.
David Fiordigiglio ha solo 22 anni, è di Pianico, ma ha già lavorato con Cracco e Massari. Ora dirige il ristorante stellato Belvedere di Fort Village in Sardegna. I messaggini di Fiorello all’alba: «Come cucino la carbonara perfetta?».
Dopo essere stato chiamato, nel 2019 ad appena 22 anni, a guidare uno dei 23 ristoranti del prestigioso Forte Village in Sardegna, ora si prepara a tornare all’interno di questa struttura dove gestirà una brigata di altri nove collaboratori, giovani come lui, pronti a stupire con le sue proposte gastronomiche cantanti e calciatori, attori e politici, provenienti da tutto il mondo per le proprie vacanze. «Parto a fine mese – esordisce David Fiordigiglio – e questa chiamata conferma che già due anni fa i risultati erano stati ottimi: avevamo rilanciato l’Hell’s Kitchen e ora mi hanno promosso affidandomi la cucina del ristorante stellato Belvedere in qualità di chef resident. In un Paese in cui si dice che non ci sia spazio per i giovani, credo che sia un ottimo segnale affidarsi a cuochi tutti under 30». Nel 2020 è stato ingaggiato per un mese e mezzo per cucinare per un magnate russo. Ospite di questo personaggio nomi illustri sui quali per altro è stato chiesto il massimo riserbo.
Figlio di una scuola alberghiera bergamasca che è tra le più eccellenti in Europa e coi consigli della nonna ha saputo conquistare il palato di più personaggi famosi, insomma lo chef dei vip è bergamasco, ha 25 anni ma quando racconta le sue esperienze sembra aver vissuto già parecchio!

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