OLTRESSENDA ALTA

Oltressenda Alta [oltɾaˈsːɛnda ˈalta] (Oltressènda Ólta [ˌoltɾɛˈsɛnda ˈolta] in dialetto bergamasco) è un comune sparso di 146 abitanti. Composto da due frazioni situate nella valle del torrente Ogna, laterale della Val Seriana, dista circa 37 chilometri a nord-est dal capoluogo orobico. La sede comunale è posta nel nucleo di Nasolino, mentre l’altro borgo è Valzurio.
I primi insediamenti intorno al VI secolo a.C. quando si stabilirono popolazioni di origine ligure dedite alla pastorizia, tra cui gli Orobi. Ad essi si aggiunsero ed integrarono, a partire dal V secolo a.C. le popolazioni di ceppo celtico, tra cui i Galli Cenomani: si trattava tuttavia di presenze sporadiche.
In seguito alla conquista dei Romani, cominciarono ad essere sfruttate le numerose miniere, per lo più di ferro nella parte alta della Valzurio e di barite presso il Moschel, che portarono un notevole incremento demografico. Non è da escludere che tra i nuovi abitanti vi potessero essere anche alcuni schiavi (i cosiddetti Damnati ad metallam), impiegati nei lavori più pesanti nell’ambito dell’estrazione del materiale. Gli abitanti, che vivevano prevalentemente in capanne, trovavano sostentamento dall’agricoltura e dalla pastorizia.
Dopo l’anno mille, cominciarono a svilupparsi dei nuclei ben definiti in quelli che adesso sono i centri di Nasolino e Valzurio, come testimoniato da parti di muratura risalenti ad un periodo compreso tra l’XI ed il XII secolo.
L’indipendenza religiosa fu preludio per quella a livello amministrativo, per la quale si dovette aspettare fino al 1636, quando Oltrascenda si separò da Clusone: la Senda era difatti la strada che separava il capoluogo baradello dagli altri borghi. La nuova entità inizialmente comprendeva anche Villa, Ogna e Piario, borghi da cui Valzurio e Nasolino si separarono nel 1648, assumendo la denominazione di Oltrescenda Alta (così citato anche nei documenti del XVIII secolo).
Il nucleo originale della chiesa risale alla seconda parte del XV secolo, essendo citata in documenti del 1486, anche se fu consacrata nel 1546 dal vescovo Vittore Soranzo, coadiutore del Cardinal Bembo. Presenta una facciata dalle linee semplici, preceduta da un porticato aperto su tre lati e costituito da due colonne sormontate da una volta a crociera. La struttura è a navata singola ricoperta da una volta a botte, nella quale si aprono sei cappellette laterali. Il presbiterio, leggermente più stretto, è a pianta rettangolare. All’interno si possono ammirare sculture di scuola fantoniana, affreschi e stucchi del XVII e XVIII secolo tra cui una tavola di Rizzo di Santa Croce.
Chiesa parrocchiale di Santa Margherita in Valzurio risalente ad un periodo prossimo alla fine del XV e l’inizio del XVI secolo, è una costruzione irregolare ma si presenta bene inserita nell’ambiente, con un ampio portico che si sviluppa su due lati dell’edificio con eleganti colonnette in pietra locale. L’ingresso principale è costituito da un portale settecentesco in pietra sagomata sormontato da uno stemma in marmo bianco fiancheggiato da due angioli e porta inciso il detto latino “non ore orando solo”, mentre il portale laterale è molto più antico e reca la data del 1511. La struttura, costituita da una breve aula a volta con il presbiterio a pianta ottagonale, custodisce numerose opere di buon pregio. Tra queste vi è l’ancona in stucco che racchiude la pala raffigurante la Vergine Maria con il Bambino e ai lati la patrona Santa Margherita e Sant’Antonio abate. Degne di nota sono anche le statue lignee di scuola fantoniana che, commissionate nel 1777, rappresentano San Rocco e San Sebastiano. Il quadro dei santi è di buona fattura, tanto che qualcuno lo attribuisce a Gerolamo da Santa Croce, ma venne seriamente deturpato da successive ridipinture.
vero gioiello della chiesa è l’altare della Madonna del Rosario, un’opera di scuola fantoniana in marmo policromo con angeli adoranti, le statue di San Domenico e di Santa Caterina da Siena e un medaglione nel paliotto raffigura la fuga in Egitto. Nella nicchia al centro è alloggiata la statua della Vergine del Rosario, pure questa fantoniana.
Numerosi sonoono i borghi che costellano il territorio comunale. In essi sono presenti le caratteristiche edili tipiche delle costruzioni rurali alpine, riscontrabili presso le contrade Spinelli, Dosso e Bricconi, ma anche baite ed alpeggi nelle località Verzuda, Pagherola, Pizzoli, Campello, Colle Palazzo e Baite del Möschel.
Di grande impatto è pure la valletta che attraversa quasi tutto il territorio, la cui bellezza può essere riassunta dal nome del borgo posto all’imbocco della stessa: Valzurio deriva difatti da Valle azzurra, che rende l’idea di una valle piena di tranquillità e poesia. Percorsa dal torrente Ogna, che forma dei suggestivi laghetti denominati laghetti azzurri, è anche chiamata valle del brivido, per via delle correnti d’aria fresca che garantiscono refrigerio nei periodi estivi, ma anche grandi gelate nella stagione invernale.
Numerosi sono i corsi d’acqua che attraversano il territorio comunale. Il principale è l’Ogna, affluente del Serio da sinistra, che si sviluppa nella Valzurio e che raccoglie le acque di numerosi piccoli rivoli composti dalle acque in eccesso provenienti dalle propaggini circostanti. Il torrente lungo il proprio corso, poco più a valle del borgo di Valzurio, forma alcuni piccoli laghetti, denominati “Laghetti azzurri” per via del loro colore intenso, che varia a seconda delle stagioni e delle condizioni atmosferiche.
Il territorio comunale si presenta come una lunga striscia che si sviluppa perpendicolarmente alla valle Seriana, sul versante orografico sinistro della stessa, e che segue l’andamento orografico della Valzurio, solcata dal torrente Ogna. È compreso tra i circa 600 m s.l.m. della porzione più a valle ed i 2.427 della cima del monte Ferrante.
Il nome di questo paese deriva dal fatto che questo Oltressenda occupa la porzione di territori posti oltre la senda ed effettivamente le strade definiscono la fortuna di un luogo a volte o ne mortificano l’intera antropizzazione. Se strada porta a strada, siamo sempre difronte ad un bivio, e la scelta giusta lo è sempre fino ad un certo punto, ha sempre il suo prezzo e a volte è sentiero di umanità.

OLTRESSENDA ALTA

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