AVERARA

Averara [aveˈraːɾa] (Vréra [ˈvɾeɾa] in dialetto bergamasco) è un comune di 170 abitanti.
In epoca medievale il borgo rivestì un ruolo di discreta importanza, essendo l’ultimo paese posto sulla via Mercatorum che conduceva in Valtellina, nel Grigioni partendo dalla valle Seriana. Essendo terra di confine, era dotato di una dogana e di due torri a scopo preventivo. La costruzione nel 1593 della Via Priula più a valle, ad Olmo al Brembo in direzione Passo San Marco, diminuì l’importanza dai traffici lungo la via Mercatorum e segnò il declino del luogo.
Gli anni seguenti videro succedersi dominazioni longobarde, francese e quella austriaca, fino al 1859, quando nacque il Regno d’Italia. In questi anni non si verificarono episodi di rilievo.
Dopo il 1950 il paese subisce un vigoroso ed inesorabile spopolamento a causa della migrazione verso la bassa valle Brembana e la pianura lombarda riducendo la popolazione residente.
Il territorio, composto da numerosi piccoli nuclei abitativi, è immerso nella natura ed offre un ottimo colpo d’occhio. È quindi possibile svolgere un’innumerevole quantità di escursioni, adatte ad ogni tipo di esigenza.
Nel centro abitato spicca la via porticata, un tempo utilizzata per i commerci, in parte in ottimo stato di conservazione, con stemmi e dipinti risalenti al XV ed al XVI secolo.
Merita inoltre menzione la chiesa parrocchiale di San Giacomo Apostolo, che custodisce opere scultoree di buona fattura. È inoltre presente un organo di produzione della famiglia Serassi.
Molto caratteristiche sono inoltre le piccole chiese di San Pantaleone, risalente al XV secolo, con un campanile a bifore del 400 e quella della Madonna della Neve, in località Valmoresca.
Lungo l’itinerario che risaliva la Val Mora verso il Passo di Verrobbio e di Albarino (detto poi di San Marco). Anche qui, nella contrada alta di Redivo, esisteva una dogana (quella più fotografata per la geometrica simmetria delle scale che impreziosiscono l’architettura della facciata), non lontana dalla chiesa di San Pantaleone
Lungo Valmora e in poco tempo si raggiunge il ponte sul Torrente Acqua Nera, per poi proseguire fino a una larga mulattiera lungo cui si sale fino a Piazzola. Si procede verso i resti della Torre della Fontana, posti in una bella posizione panoramica, per poi salire lungo la mulattiera. Si attraversa un bosco e si imbocca il sentiero in direzione Val Tomasa. Lungo il percorso non passano inosservati i numerosi castagni, i cui frutti in passato erano un prezioso alimento per le popolazioni rurali montane. Lasciata la mulattiera, si tiene la destra fino a raggiungere le contrade Sommavalle e Bastianelli. Il percorso continua in piano e porta al piccolo centro di Lavaggio fino alla chiesetta di San Rocco. Qui si imbocca il sentiero che scende in Valle Grassa, lungo la mulattiera che unisce le contrade Romolo e Valle. Giunti sul ponticello si riprende a salire tra prati e boschi fino a sbucare tra le case di Valle. Si giunge all’antico borgo di Redivo dove sorge Casa Bottagisi, uno degli edifici più singolari dell’Alto Brembo. Si prosegue lungo via Val Tomasa fino a raggiungere il cuore della contrada Fontana. Il lungo tracciato coperto, d’impianto medievale, un tempo cruciale punto d’incontro delle maggiori strade dell’alta valle e dei mercanti che le percorrevano, è uno dei simboli storici e architettonici di Averara e regala un’atmosfera molto suggestiva. Al temine della lunga galleria ci si trova nuovamente presso il ponte sul Torrente Acqua Nera e si prosegue fino alla chiesa di San Giacomo Maggiore.
Una mostra eccezionale per l’elevata qualità delle opere presenti e per la storia che racconta. Quella dell’artista, poco conosciuto al grande pubblico, ma noto nel suo quartiere: Borgo Palazzo. Guerinoni infatti è facile incontrarlo per le vie del quartiere. Non è detto che venga riconosciuto. Il suo carattere e la sindrome “borderline” di cui è affetto ne fanno un personaggio eclettico e particolare. Ma è proprio da questa sensibilità artistica esacerbata che sono scaturite opere pittoriche e plastiche di assoluto valore e di grande originalità.
Claudio Guerinoni nasce a Bergamo il 18 giugno 1953. Figlio d’arte, poiché il padre Luigi fu noto scultore, nipote dello scultore pontificio Attilio Nani. Ultimo erede della dinastia d’arte dei notabili Affrescatori Guerinoni d’Averara (sec. XIV), discendenti a loro volta dai Baschenis. Oltre a numerose opere pittoriche, ha scritto anche un libro: “Il Contino” (2015, Antonio Tombolini editore).
Una mostra intensa e singolare in un luogo carico di suggestioni storiche e sociali.
Esposta dal 21 ottobre al 6 novembre 2019 all’ONP Bistrò, il bar-ristorante situato nell’ex ospedale psichiatrico – al padiglione 15 – di via Borgo Palazzo 130.
Una mostra in città che riporta alla montagna con discendenze artistiche suggestive.

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