OLTRE IL COLLE
Oltre il Colle [ˈoltɾe ilˈkɔlːe] (Oltra ’l Còl [ˈoltɾa lˈkɔl] in dialetto bergamasco) è un comune di 980 abitanti
È sempre stato una frazione del vicino comune di Serina, da cui ottenne l’autonomia amministrativa a partire dall’anno 1569.
Prima di allora era un insieme di agglomerati urbani dediti alla pastorizia ed all’estrazione mineraria dalle cave presenti in località Zorzone.
La chiesa parrocchiale di Oltre il Colle, dedicata a san Bartolomeo, conserva al suo interno diverse opere tra cui quelle di Francesco Coghetti, Vincenzo Angelo Orelli e di Enrico Scuri.
E ospita un concerto di 8 campane in Si² della Fonderia Capanni di Castelnuovo Né Monti.
L’organo è di Carlo Bossi del 1804. Vi è inoltre la chiesa di Santa Maria Maddalena nella frazione di Zambla Bassa d’epoca cinquecentesca, e la seicentesca chiesa della Santissima Trinità nella frazione Zorzone.
La conca in cui è posto è sovrastata da monti imponenti come il monte Arera, il Grem, il Menna e l’Alben.Presso la Conca di Oltre il Colle si trovano piste di fondo per 16 km, da Zambla Alta fino a Valpiana. Sono presenti piste di sci alpino a Zambla Alta e presso la Conca dell’Alben.
L’attività estrattiva di zinco, nella Val del Riso e Val Parina, tra Gorno e Oltre il Colle, inizia nell’800 sotto la gestione di aziende come la Aurera o la Sileoni.
Le società italiane, intorno al 1850, vengono acquistate dalla Crown Spelter e dalla Vieille Montagne, società rispettivamente inglese e belga, fino al 1919 quando i belgi acquisirono l’intero comparto. Sotto il regime fascista le miniere vengono espropriate e affidate alla S.A. Nichelio e Metalli, società a partecipazione statale, poi diventata Sapez, nel 1954, Ammi, poi Sanim, infine Egam (Ente gestione aziende minerarie).
Negli anni ’70, successivamente allo scorporo dell’Ente, le miniere furono date in gestione all’Eni fino alla loro chiusura definitiva nel 1982.
Nel 2014, l’azienda australiana Energia Minerals Limited, ottiene i permessi per riavviare l’attività estrattiva nelle stesse miniere abbandonate per decenni, nei territori di Oltre il Colle, Gorno, Oneta, Premolo e Ardesio.
Dieci ha dato l’addio a uno dei suoi alberghi storici, chiuso da almeno 40 anni. Le braccia delle ruspe hanno demolito l’albergo Felice, in via Roma, lungo la strada provinciale. Al suo posto sorgerà una palazzina con una quindicina di appartamenti, su sei piani. «Venne aperto all’inizio del ‘900 – spiega il sindaco Rosanna Manenti – ed è stato uno degli alberghi storici del paese. Uno degli hotel di lusso che c’erano a Oltre il Colle, visto che il nostro paese era meta di un turismo d’élite.
Poi, purtroppo, gli alberghi, uno alla volta, hanno chiuso tutti. E uno dei primi a chiudere i battenti fu proprio l’albergo Felice». Negli anni la struttura era stata abbandonata e da tempo era inutilizzata. Seppure non fatiscente le condizioni dello stabile erano però pessime. «Inizialmente la ditta che l’aveva acquistato avrebbe voluto ristrutturarlo – continua il sindaco di Oltre il Colle – poi si è visto che la situazione della struttura, soprattutto di stabilità, non erano delle migliori. E si è deciso di demolirlo per procedere alla ricostruzione. La volumetria della palazzina che sarà realizzata, comunque, sarà ancora la stessa del vecchio albergo: non ci sarà alcun aumento. E, per certi aspetti, anche le caratteristiche della nuova struttura dovrebbero essere simili a quelle del vecchio albergo. Si tratta, quindi, di una riqualificazione che non va a intaccare altre aree verdi del nostro paese».
Un tempo Oltre il Colle disponeva di almeno otto alberghi che poi hanno progressivamente chiuso, mentre le seconde case, gli appartamenti e le palazzine sono aumentati. Così, oggi, nel capoluogo di Oltre il Colle non è rimasto alcun albergo, e l’unico hotel sul territorio comunale è il Neve di Zambla Alta, che dispone di una quindicina di posti letto. Una situazione di crisi diversa da quanto successo al confinante Serina, dove gli alberghi, invece, hanno «tenuto».
La cattedrale Vegetale, situata nei pressi della località Plassa, è un progetto di Giuliano Mauri voluto dal parco regionale delle Orobie Bergamasche dai comuni di Oltre il Colle, Roncobello e Ardesio.
Costruita secondo la tecnica dell’intreccio, con picchetti, chiodi e corde, conta fino a 5 navate, 42 colonne, 1800 pali di abete e 600 rami di castagno. I faggi piantati, crescendo negli anni, sostituiranno le ingabbiature dando forma definitiva alla cattedrale.
Gravemente danneggiata dalla tempesta Vaia del 2018, dell’opera rimangono solo le colonne non abbattute dal vento.