LENNA

Lenna [ˈlɛnːa] Lèna [ˈlɛna] in dialetto bergamasco è un comune di 586 abitanti situato nell’alta Val Brembana, alla confluenza tra i due rami del fiume Brembo, si trova a circa 38 chilometri a nord del capoluogo orobico. Il comune fa parte della Comunità Montana della Valle Brembana.
Da sempre il paese è considerato “la porta” per l’Alta Valle Brembana, e questa sua posizione strategica ha permesso che qui vi fossero insediamenti stabili già in epoca etrusca. Una corrente di pensiero ritiene infatti che il toponimo derivi dall’etrusco Le’mina.
Qui sfruttarono le risorse minerarie (principalmente ferro) presenti nei monti circostanti, e crearono numerose vie di collegamento con il vicino pagus Saturnius (posto in Val Seriana), anch’esso con una florida attività estrattiva.
Questa attività fece la fortuna di Lenna, che prosperò anche durante il medioevo, quando la zona venne interessata da un crescente sviluppo demografico dovuto alle migliorate condizioni di vita, ma anche all’immigrazione di numerosi nuclei in fuga dalle lotte fratricide tra guelfi e ghibellini. In queste zone, soggette alla dominazione della famiglia dei Visconti, era notevole l’influenza ghibellina, che tuttavia non provocò alcun tipo di scontro.
Con l’avvento della dominazione veneta i commerci ebbero un ulteriore incremento, anche grazie alla costruzione della Via Priula, che collegava Bergamo con il Canton Grigioni. La Serenissima incluse Lenna nel dipartimento Oltre la Goggia e la rese un importante centro siderurgico, anche grazie allo sfruttamento dell’energia idrica che la zona offre, con le esportazioni (chiodi, spade ed attrezzi di lavoro) che arrivavano anche in Germania.
In questo periodo nacque e visse nel piccolo paese brembano il celebre architetto Mauro Codussi, noto per le sue opere nella città lagunare
Figlio di Martino, si formò culturalmente in Romagna, a Ravenna e dal 1467 si trasferì a Venezia dove contribuì notevolmente all’arricchimento architettonico della Serenissima, dove venne nominato come civis Bergomi et ibi habitator
Tra le sue opere principali meritano menzione le chiese di San Michele in Isola, di San Zaccaria (per la quale assunse la carica di proto nel 1483), di San Giovanni Crisostomo e di Santa Maria Formosa. Di notevole spessore anche Palazzo Vendramin-Calergi e Palazzo Zorzi a San Severo. La data di costruzione di Ca’ Loredan Vendramin Calergi, oggi sede del Casinò Comunale di Venezia non è documentata, ma gli storici fissano l’inizio dei lavori nel 1481. Secondo le fonti, il palazzo era già ultimato nel 1509, in un tempo ragionevolmente breve, se si pensa alle tecnologie dell’epoca e alla difficoltà di costruire sull’acqua. L’architetto Mauro Codussi ha realizzato la somma di tutte le sue prove, dimostrando di essere il più geniale tra i costruttori del Rinascimento lagunare. La dimora ebbe un periodo di grande floridezza, con lavori di ampliamento e la costruzione della cosiddetta “ala bianca”, eretta nel 1614, sopra il giardino, su progetto di Vincenzo Scamozzi, celebre architetto del Rinascimento.
Dopo aver diretto i lavori di restauro della Scuola Grande di San Marco, eseguiti tra il 1491 e il 1495, collaborò, a partire dal 1496, con il conterraneo Bartolomeo Bon di Campione per la realizzazione della torre dell’orologio in piazza San Marco. Dei primi anni del Cinquecento, con il suo ritorno a Bergamo, progettò la facciata della chiesa di San Giacomo a Sedrina.
Documentata la sua presenza a Bergamo, città natale, nei periodi invernali dove aprì un negozio di stoffe nella vicinia di San Pancrazio dato in gestione ai figli Domenico e Santino. Il suo nome è associato alla progettazione di casa Fogaccia degli ultimi anni del XV secolo.
L’attività di Codussi risultò fondamentale nel primo Rinascimento veneziano. La sua prima grande opera la chiesa di San Michele in Isola deriverebbe dalla più antica chiesa di San Giacomo a Sebenico (architetto Giorgio Orsini) e dalle influenze di derivazione albertiana espressa nel Tempio Malatestiano e nota al Codussi.
Fu uno dei primi ad attribuire un’importanza primaria alla struttura architettonica anziché ai problemi decorativi.
L’abitato era servito dalla stazione di Lenna, inizialmente denominata stazione di San Martino de’ Calvi Sud, dotata di un fascio merci dotato di magazzino ed era raccordata con un’impresa che spediva il legname proveniente dall’alta valle.
Fra i materiali spediti figuravano inoltre carichi di laterizi prodotti da una fabbrica fondata dall’imprenditore Giuseppe Oberti, attiva fra il 1876 e il 1964, che produceva mattonelle in cemento per pavimentazione e piastrelle per mosaici commerciate in tutt’Italia; proprio in virtù dell’attivazione della ferrovia l’azienda arrivò ad occupare fino a un centinaio di persone.
L’impianto era posto lungo la ferrovia della Valle Brembana, attiva fra il 1906 e il 1966[8]; il sedime di parte della linea è stato trasformato, a partire dal 2007, nella ciclovia della valle Brembana. Dal 2016 a fianco della nuova pista ciclopedonale è stato realizzato il cicloparcogiochi dedicato ai più piccoli.
Attualmente il paese è conosciuto per l’importante zona industriale composta da varie aziende che operano nei settori della lavorazione del legname e nella meccanica di precisione.
Il territorio comunale offre ottimi colpi d’occhio, grazie al contesto naturalistico in cui è immerso. Numerose sono quindi le possibilità di escursioni sui monti circostanti, adatte ad ogni esigenza: dal principiante all’utente più esperto ed esigente.
A partire dal 2007 è stata inoltre inaugurata la ciclovia della valle Brembana, che costeggia il corso del fiume Brembo, offrendo lo spunto per passeggiate o gite in bicicletta.
Da visitare è l’oratorio di San Rocco che, edificato al XVI secolo, conserva un affresco recentemente portato alla luce durante lavori di restauro.
È inoltre presente la chiesa parrocchiale di San Martino Oltre la Goggia, risalente al XVII secolo. In comune con i vicini di Piazza Brembana, presenta un polittico di notevole fattura eseguito da Lattanzio da Rimini, statue e l’altare di Andrea Fantoni, nonché opere di Carlo Ceresa.
Infine merita menzione il Santuario della Madonna della Coltura che, risalente anch’esso al XVII secolo, venne edificato dopo l’apparizione della Madonna ad un piccolo garzone. All’interno della struttura si possono ammirare opere del Gozzi e di Carlo Ceresa.
Degni di nota sono il piccolo laghetto artificiale detto “del Bernigolo”, con annessa pineta, ed il ponte delle capre. Quest’ultimo, ristrutturato dopo l’alluvione del 1987, risale al XVII secolo elegantissimo ponte ad arco a tutto sesto che scavalcando il Brembo conduce alla frazione Cornamena; il ponte dell’ex ferrovia di Val Brembana, ad otto luci, lungo oltre centodieci metri, realizzato nei primi anni Venti che permetteva l’attraversamente del fiume; i nuclei di Cantone S. Francesco e Cantone S. Maria, il cui sviluppo fu dettato nei secoli scorsi da meccanismi economici e ambientali che ne hanno determinato la forma e la storia.
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