TERNO D’ISOLA

Terno d’Isola [ˈtɛrno ˈdiːzola] (Téren [ˈteɾɛn] in dialetto bergamasco) è un comune di 7998 abitanti
Le origini di Terno d’Isola possono esser fatte risalire al periodo pre-romano, sul fondo di Via campanile e sul retro della Pieve San Vittore, ai piedi del Bedesco, impercettibile dosso circuito dal Buliga sotto gli avallamenti di un vasto luogo naturale che nel passato remoto era ricco d’acqua sorgiva, di rivoli e stagni, di boschi e brughiera dove abbondavano funghi, frutta spontanea e selvaggina sono stai ritrovati reperti che illustrano l’insediamento di un primordiale accampamento umano: una probabile e sparuta tribù ligure riparata in capanne di legno, creta, frasche, paglia.
I primi insediamenti stabili risalgono all’epoca romana, quando i conquistatori istituirono nella zona una circoscrizione territoriale denominata Pagus Fortunensis. In quel periodo storico il borgo, così come l’intera zona dell’isola, fu interessato da notevoli flussi commerciali e militari, vista la presenza di due importanti vie di comunicazione che delimitavano il territorio: quella tra Bergamo e Mediolanum a sud, ed un’altra che univa il capoluogo orobico a Como a nord.
Verso la fine del I secolo a.C., il territorio pianeggiante dell’Italia Settentrionale fu coperto dalla centuriazione; rete di strade che s’intersecavano ortogonalmente delimitando grandi parcelle quadrate, denominate centurie.
All’incrocio tra il cardo maximus e il manus maximus, si consolidò il potere amministrativo e religioso di Teranis (il successivo Tereno e Teren per evolversi in Terno e divenire Terno d’Isola), epicentro strategico dell’italico Pago Fortunense dell’Isola.
L’aumento della popolazione locale avvenne con l’incremento della produzione agricola, consentito da un uso più razionale del suolo disboscato e dissodato nelle aree pianeggianti disposte tra il Buliga e il Dordo
A sud del territorio di Teranis, sul quinto cardine occidentale della centuriazione e alla distanza di due “archibugiate”, si stabilì l’abitato di Casteneate; un discreto borgo autonomo che nel medioevo si racchiuderà in castrum (divenuto frazione ed ora località di Terno d’Isola).
Dal IV secolo in poi, quando l’amministrazione romana si disgregò, si costituì l’ecclesia cristiana nel rispetto delle antiche organizzazioni religiose.
Il mutamento dei poteri locali, d’antica tradizione italica, avvenne con lo scambio di consegne tra gli assertori della politeista cultura classica e i neofiti della monoteista e trinitaria teologia cristiana.
Con il termine dell’impero romano Terno fu soggetta alle invasioni barbariche, che portarono anni di saccheggi e terrore tra la popolazione. Nel VI secolo la situazione politica si stabilizzò grazie all’arrivo dei Longobardi prima, e dei Franchi poi.
Gli antichi pagi latini, a capo dei vici emersi sul territorio, in età longobarda ebbero un rinnovato spessore istituzionale con pievi e fonti battesimali.
Sulle probabili fondamenta di un tempio dedicato alla dea Fortuna, nel VI secolo si elevò la struttura ecclesiastica della prima Chiesa Battesimale dell’Isola in onore al martire Vittore della Mauritania.
La Pieve rurale del Pago Fortunense, che si eleverà poi a Capo Pieve di tutto il territorio provinciale, si pose al servizio liturgico di tutti gli abitanti del vasto territorio isolano.
Dunque anche con l’avvento della civiltà cristiana, l’abitato di Terno rimase l’importante punto di riferimento organizzativo, economico e religioso per gli abitanti del distretto.
Rimase la località centrica dove adunarsi, battezzarsi, comunicarsi, confrontarsi, mercanteggiare; ossia costituire e consolidare i presupposti d’identità comunitaria tra sparuti villaggi del territorio circoscritto dal Monte Canto Basso e dai fiumi Adda e Brembo.
In questo periodo storico Terno divenne il principale borgo dell’isola, tanto che i borghi limitrofi vennero posti sotto la giurisdizione della sua chiesa plebana: in tal senso preziosa è una testimonianza scritta che, risalente al 774, attesta il nuovo ordinamento della Pieve di Terno.
Verso il IX secolo, per sostenere l’opera evangelizzatrice della Pieve S. Vittore e per costituire autonome comunità parrocchiali in ogni villaggio dell’Isola, si costituì in sede locale un collegio di canonici regolari.
Verso l’anno Mille, sulle sponde occidentali dell’impetuoso torrente Buliga che allora circuivano diversamente l’area storica di Via Campanile, fu edificato un castello per custodire la Pieve, la Collegiata e le abitazioni poste all’interno del castrum medievale.
All’estremo lembo di terra che degrada sulle sponde del Buliga, in area “San Donato fuori le mura”, si collocò la zona mercato.
Un manoscritto del 1028, conferma la frequenza settimanale del mercato locale e si presume che abbia attratto tutta la popolazione del distretto poiché l’unico documentato in tale periodo.
Tuttavia nel tardo Medioevo questa situazione che vedeva Terno come borgo più importante si rivelò un elemento profondamente destabilizzante, vista la volontà delle varie signorie di ottenere il predominio su di esso: numerose battaglie tra guelfi e ghibellini, ed in seguito tra gli eserciti milanesi e veneziani, misero a dura prova la popolazione, che visse secoli di povertà, tanto che l’isola venne definita “il triangolo della fame”.
La situazione parve migliorare con l’arrivo della Repubblica di Venezia, che inserì Terno nel distretto denominato Quadra dell’isola ponendolo come capoluogo e sede del podestà.
In Archivio di Stato è deposta la ricca documentazione che testimonia la frenetica attività di governo dell’Isola in sede locale.
Tra tabelle di ripartizione fiscale, bilanci amministrativi e delibere di sindaci e consoli guidati dal sindaco generale, oltre al capoluogo, s’individua la località e il luogo in cui gli amministratori del distretto si riunivano per “consuetudine antica” a governare gli affari pubblici e privati della Quadra dell’isola.
Indubbiamente il capoluogo è ancora Terno, la località specifica nella cosiddetta “Contrada Tezzone” e le “congreghe” nelle stanze “terranee” della “pubblica Cascina Tezzone del Salnitraro” presente tuttora in Via Trento.
Nei locali al piano terra di Cascina Tezzone, lungo il corso del XVIII secolo era attiva anche una Camera fiscale per la ripartizione e la riscossione delle gravezze, ossia le imposte dirette gravanti su tutto il territorio dell’Isola.
Una sorta di moderno sostituto d’imposta costituito da notai, cancellieri, testimoni notabili e funzionari veneti, che era periodicamente assegnato ad esattori con il metodo dell’incanto lanciato dal Cancelliere di quadra, talvolta dallo stesso Sindaco generale, sulla vicina piazza di Terno.
Dal 1761, a governare le adunanze di quadra in Cascina Tezzone, sarà “Gio Pietro Carissimi attual Sindico e Tesorico Generale di questa Quadra d’Isola”.
All’importante carica istituzionale, fu dunque insediato un cittadino di Terno poiché Giovanni Pietro Carissimi era il pubblico ufficiale, già “Cancelliere di Quadra d’Isola”, che risiedeva e operava in Cascina Carighetti ancora presente sull’antica Strada di Paganelli in località Carvisi.
Ai veneziani subentrò nel 1797 la Repubblica Cisalpina, subito sostituita nel 1815 però dagli austriaci, che la inserirono nel Regno Lombardo-Veneto, spostando il capoluogo a Chignolo d’Isola.
Con l’unità d’Italia avvenne un primo ma deciso processo di industrializzazione, che permise un notevole miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti.
Solitamente nella terza settimana di giugno organizzata dall’Oratorio san Giovanni Bosco e col patrocinio dell’Amministrazione comunale si tiene il Palio di San Donato, memorabile manifestazione che evoca atmosfere medievali. Esso tuttavia fu istituito dal 1984 da un gruppo di cittadini, per festeggiare l’inizio dell’estate e ricordare le tradizioni medioevali. Il palio dura un’intera settimana e coinvolge tutta la cittadinanza che, divisa in 10 contrade con i relativi simboli e colori (Mercato rosa/nero con l’orca, Stazione bianco/azzurro con il pavone, Carvisi bianco/giallo con il gallo, Bravi bianco/arancio con il canguro, Castegnate bianco/rosso con il leone, Casolini arancio/blu con la tartaruga, Strinciöl bianco/marrone con la coccinella, Teren de sura giallo/nero con la pantera, Vignali bordeaux/beige con lo scoiattolo e Tesone bianco/verde con l’aquila), si cimenta in competizioni di vario tipo e partecipa ad eventi sociali (caccia al tesoro, tombola, spettacoli vari dei contradaioli in costume medioevale, cena di contrada ecc.). Particolarmente importante è la parata in costume medioevale[10], alla quale partecipano molti cittadini ternesi, e la gara per la consegna del Palio, che consiste in una corsa di asini montati dai fantini delle varie contrade.
Tulipani a, in via Roma, è unn mondo di colori adatto alle famiglie ai più piccoli e agli antichi dei fiori merita una visita ad ogni stagione ! Dai tulipani ai girasoli alle zucche e un sempre in piacere farci visita! A Tulipania le bambine si sentono come le classiche principesse Disney: la bella addormentata; Biancaneve; Cenerentola che ritrovavano conforto e serenità nel cantare e nel raccogliere fiori. Peccato che di questa magia non si possa goderne per tutto l’anno.
La Chiesa di Santa Maria Assunta, fatta erigere alla fine del quattrocento dalla famiglia Colleoni Signori del luogo, accolse i francescani nell’8 novembre 1605. Ci vollero 2000 anni perché il Convento e la Chiesa assumessero l’aspetto di oggi, attualmente il Convento è una casa di noviziato e di studio per giovani chierici francescani. Qui soggiornò (se ne conservano lo studio e il letto) anche Papa Giovanni XXIII, quando non era ancora pontefice e viveva nel vicino paese di sotto il Monte. Vi sono anche la scola cantorum, composta da abitanti di Baccanello e diretta da un frate, il terzo ordine francescano e la gioventù francescana, guidati sempre dai frati, la Chiesa di Santa Maria Assunta ha forme barocche, mentre il chiostro grande, con la vasta cisterna centrale, ha conservato quelle austere delle origini. Il Chiostrino d’ingresso, un tempo adibito a cimitero, ha tracce di affreschi primitivi raffiguranti scene della Via Crucis. Il Convento possiede una pinacoteca aperta al pubblico. Questi gli orari delle funzioni settimanali, a cui possono partecipare anche i fedeli: giorni feriali ufficio meditazione lodi 6.35; Santa Messa 8.30; ora media alle 12; Rosario, Messa, vespri alle 18.25; il sabato, vespri e Rosario alle 18.15; la domenica, sante Messe alle 7.00; 9,30; 17. I novizi alla domenica mattina, svolgono catechesi per i ragazzi in collaborazione con la parrocchia. Gran festa popolare per il perdono d’Assisi il 2 agosto con funzioni confessioni e alla sera intrattenimenti musicali, luminarie e bancarelle, festa per San Francesco d’Assisi, patrono dell’ordine il 4 ottobre. Si tengono periodici concerti di musica classica. Si accolgono solo piccoli gruppi autogestiti che intendono fare esperienza di contatto con la comunità religiosa e siano spiritualmente seguiti dai religiosi del Convento. Oggi il convento accoglie padri separati in difficoltà anche per evitare la chiusura della struttura vista la mancanza di vocazioni

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