GHISALBA

Ghisalba [ɡiˈzalba] (Ghisalba [ɡiˈzalba] in dialetto bergamasco) è un comune di 6080 abitanti.
Le origini del paese risalgono all’epoca romana (V secolo d.C); di tale periodo si sono rinvenuti reperti archeologici di notevole importanza, tra cui un altare dedicato al culto del dio Giove.
A tale periodo si può far risalire anche la Via Francesca, su cui ancora oggi è ricalcata la viabilità moderna, come strada di scorrimento, che taglia l’alta pianura bergamasca da est ad ovest. Una vaga diceria asserisce che questa via fosse ripristinata dai Franchi per permettere il trasferimento della salma dell’imperatore Ludovico II da Brescia a Milano.
In epoca medievale il paese fu al centro di numerose dispute tra le fazioni guelfe e ghibelline; infatti vi era anche un castello, distrutto per ben due volte nel XIV secolo per opera dei milanesi e di cui ora restano soltanto pochi resti delle mura di cinta dopo continue demolizioni sia nel XIX secolo sia dopo l’ultimo dopoguerra.
Il paese deve il suo nome alla precedente e antica chiesa parrocchiale di San Lorenzo Martire, ampliata nel secolo XVIII dall’architetto Luca Lucchini di Certenago, poi demolita totalmente nel XIX secolo, che veniva chiamata ecclesia alba forse dal nome delle vesti dei battesimandi (quella di Ghisalba era una delle poche chiese battesimali presenti sul territorio di Bergamo) o più semplicemente perché le sue mura erano tinteggiate con calce bianca.
L’attuale chiesa, in forma di rotonda con cupola, è stata progettata dall’architetto Luigi Cagnola nella prima metà del XIX secolo; domina con la sua imponenza la piazza del paese, ed è caratterizzata da un pronao con imponenti colonne, nonché dal campanile che è stato costruito all’inizio del XX secolo sul luogo ove in passato sorgeva una torre, collegata alla cinta del castello e utilizzata a scopi difensivi. All’interno si trovano dipinti di pregio, tra i quali spiccano quelli di Gian Paolo Cavagna.
A Ghisalba è presente anche il Santuario della Beata Vergine della Consolazione. Questo luogo sacro rappresenta la devozione nei confronti della Vergine Maria. Qui vengono, inoltre, conservati una serie di affreschi legati all’apparizione della Madonna a una paesana che si chiamava Antoniola, detta Tonolla, avvenuta secondo la tradizione il 14 agosto 1453. La Beata Vergine fece la seguente richiesta: “Io voglio che tu dica alli homini et donne da Ghisalba che fazano hedificare in questo loco presente una cappella a Dio in mio honore”. Nel XVII secolo il Santuario ha subito importanti trasformazioni, come l’ampliamento dell’area del coro. I fondi per la restaurazione del Santuario provenivano principalmente dai beni dei paesani lasciati alle istituzioni religiose del paese dopo la loro morte per peste. Nella seconda metà del XIX secolo, in questo luogo sacro sono state realizzate delle statue da Luigi Carrara. Esse rappresentano la scena dell’Apparizione.
Il Palazzo Ghidini è stato ampliato su progetto del 1853 preparato dall’architetto Trip Montana.
Ghisalba ha sempre avuto le caratteristiche di borgo agricolo e le mantenne sino al XX secolo: le colture predominanti erano quelle del frumento, del granoturco e delle patate. Restano, ai margini del centro abitato, numerosi esempi di cascinali, alcuni utilizzati, altri lasciati cadere in disuso.
La Gara delle balle di fieno si svolge nel mese di maggio; le prime edizioni furono svolte in ottobre, in concomitanza della castagnata dell’oratorio. La gara prevedeva, nei primi anni, una corsa a tempo nelle vie del paese con partenza ed arrivo all’oratorio maschile. Successivamente il tracciato è stato modificato ed accorciato e trasferito definitivamente nella cornice di piazza Garibaldi. Le squadre composte da 7 elementi devono percorrere nel minor tempo possibile due giri della piazza facendo rotolare una balla di fieno. L’evento richiama in paese centinaia di persone che contribuiscono ad incitare i concorrenti lungo il faticoso percorso. Nel 2014 la manifestazione viene organizzata dal gruppo comunale degli Alpini.
La Sagra del salame nostrano dal 2000 si svolge nel centro di Ghisalba nel mese di luglio (dal 2009 si è stata anticipata alla seconda domenica di maggio) ed era organizzata dal circolo della buona tavoladal 2019 dalla Proloco Ghisalba in collaborazione con il Circolo della buona tavola. La sagra del salame ha lo scopo di promuovere il salame bergamasco e le sue qualità. Nell’ambito di questa rappresentazione ha luogo la gara dei salami, dove una giuria di esperti norcini ed appassionati (l’edizione 2005 ha visto tra i giurati anche il presidente della Provincia di Bergamo, Valerio Bettoni) analizzava sotto diversi aspetti circa 70 salami (consistenza, fattura, legatura, stagionatura), decretando a fine serata il vincitore. Le ultime edizioni registrarono migliaia di presenze nell’intero arco della giornata, richiamando gente dai paesi vicini e non solo. Tra i salami in gara ve ne sono molti provenienti anche da fuori provincia. Inoltre per tutta la durata della manifestazione abili norcini confezionano sul posto salami, salsicce e cotechini. Dopo la gara si apre la cucina e si possono gustare i prodotti. Dal 2019 la nuova denominazione “Sagra del salame bergamasco”,e ha ottenuto la denominazione P.A.T.prodotto artigianale del territorio.
Ghisalba cancella Mussolini: tolta la cittadinanza onoraria al duce. Era l’unico ad avere questa onoreficenza. La Giunta l’ha proposta per Segre e Milite ignoto. Un segno di civiltà e rispetto.
A spingere il sindaco Gianluigi Conti e la sua squadra a togliere al duce il titolo di cittadino onorario, conferito all’unanimità durante una seduta consiliare che si tenne il 15 maggio 1924, c’è il netto contrasto tra la sua figura e i princìpi sanciti dalla Costituzione della Repubblica Italiana che, si legge nella delibera, è “nata dalla sconfitta e dal ripudio del Fascismo”.
La storia è indispensabile non dimenticarla perché i nuovi fascisti sono sempre presenti, basta un po’di pigrizia e…

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