CENE

Cene [ˈʧeːne] Scé [ˈʃe] in dialetto bergamasco è un comune di 4.166 abitanti
Il territorio è delimitato dal corso del fiume Serio, che lo suddivide ad Ovest da Comenduno (frazione di Albino), mentre a Nord-Ovest da Gazzaniga e Fiorano al Serio. A Nord è invece demarcato dal fondovalle della piccola “valle Asinina” che lo divide da Casnigo, mentre a Nord-Est da Leffe dalla “valle Noes”, tributaria della valle Rossa. Infine a fungere da limite orientale e meridionale sono le pendici dei monti circostanti: ad Est quelle del monte Altinello, con Gaverina Terme e Bianzano, mentre a Sud quelle del monte Altino e della sua propaggine colle Sfanino, con Vall’Alta, anch’essa frazione di Albino.
A Nord vi è la zona industriale storica denominata “Bellora” e costruita nel XIX secolo, mentre a Sud quella prettamente artigianale, edificata negli ultimi anni del XX secolo.
È percorso dal torrente Doppia che, raccogliendo le acque di numerosi piccoli rivoli composti dalle acque in eccesso provenienti dai monti circostanti, con il suo corso “taglia” completamente il territorio da Est ad Ovest, sfociando nel Serio da sinistra e delimitando quelle che un tempo erano le contrade di “Cene di Sopra” e “Cene di Sotto”.
Sul territorio comunale sono stati rinvenuti numerosi reperti risalenti a differenti epoche. I più antichi ed importanti sono stati portati alla luce nella zona della ”cava Ratta”, un antico sito estrattivo dismesso collocato a Nord dell’abitato, grazie ai quali è stato possibile ricostruire l’origine geologica della zona. Il più importante è senza l’Eudimorphodon ranzii, un rettile volante che ha permesso di retrodatare la comparsa di questo genere di animali di circa 20 milioni di anni e che si trova presso il Museo di Scienze Naturali di Bergamo.
Attorno al VI secolo a.C. si stanziarono in loco popolazioni di origine ligure, dedite alla pastorizia, tra cui gli Orobi. Si trattava di nuclei isolati seminomadi, a cui si aggiunsero ed integrarono, a partire dal V secolo a.C., le popolazioni di ceppo celtico, tra cui i Galli Cenomani.
Questi ultimi crearono i primi stanziamenti fissi di una certa consistenza, come si evince da alcuni toponimi presenti sul territorio comunale, tra cui quello della “Torre del Mazzo”, antica fortificazione nella quale si sono succedute numerose successive dominazioni, il cui nome dovrebbe derivare da “Mass”, che nel linguaggio gallico sta ad indicare un’abitazione.
In breve la posizione strategica garantì al paese un ruolo di primissimo piano nelle vicende della valle. Vennero costruite numerose fortificazioni, tra cui due porte di accesso al paese (una a Nord presso la torre del Mazzo, e l’altra a Sud presso la strada che reca a Vall’Alta), sette torri e ben tre castelli. Di questi, il primo era collocato in località Castel alle pendici occidentali del Monte Bue, tuttora esistente e riadattato ad abitazione civile, il secondo sul fianco del monte Pizzo, del quale restano tratti dell’originale muratura, mentre il terzo sorgeva invece dove ora si trova la chiesa parrocchiale, tanto che la torre è stata trasformata in campanile.
Un ulteriore impulso all’economia locale venne dall’apertura della Ferrovia della Valle Seriana, che dal 1884 permetteva il collegamento di merci e passeggeri da Bergamo a Clusone, pur passando all’esterno dell’abitato.
Dopo l’unità d’Italia nel paese, così come in molti altri centri della media valle Seriana, vi fu un forte sviluppo dell’industria tessile, facilitato dall’arrivo di investitori stranieri, gli svizzeri Walty e Gelti Widmer, che trasferirono i loro insediamenti produttivi nella zona a Nord dell’abitato, presso il ponte sul Serio utilizzato per il collegamento con Gazzaniga, ristrutturato da pochi anni. Una quindicina di anni dopo l’apertura, avvenuta nel 1874, lo stabilimento assunse il nome di Cotonificio Valle Seriana, che nel 1891 occupava ben 1.300 operai, saliti a 2.030 nel 1901.
In ambito religioso, il luogo di maggior interesse è senza dubbio la chiesa parrocchiale che, dedicata a San Zenone, risulta essere stata consacrata per la prima volta il 22 maggio 1142.
All’interno sono custodite opere di rilievo, tra cui numerosi dipinti secenteschi quali la Madonna con bambino e sant’Antonio di Padova di Carlo Ceresa, la storia della vita di san Zenone di Giuseppe Poli, nonché i più recenti san Luigi ed altri affreschi di Pasquale e Luigi Arzuffi, artisti che hanno anche restaurato altri affreschi eseguiti da Vincenzo Angelo Orelli. Da segnalare anche il grande Crocifisso in legno, di scuola napoletana del XVII secolo, donato in memoria di una ragazza perita in un incidente d’auto.
Interessante è anche il centro storico, che mantiene tuttora una struttura di tipo medievale, in cui convivono edifici di origine signorile e rurale. Tra questi si segnalano l’antico castello (ora adibito ad abitazione) posto sulle pendici Nord del monte Bue nella località, detta Ol castèl, che ancora oggi ne attesta la presenza; la secentesca casa Fanti (detta anche del Bastianì), con portico, loggiato e capitelli tuscanici; nonché numerosi edifici posti nella principale via Ulisse Bellora, che mantengono le caratteristiche di abitazioni rurali con ampie corti interne.
Infine è presente il parco Paleontologico, situato a Nord dell’abitato presso quella che un tempo era nota come la “cava Ratta”. Questo permette di visitare il sito in cui sono state rinvenute grandi quantità di fossili, soprattutto pesci e crostacei, ma anche rettili volanti, tra cui l’Eudimorphodon ed il Peteinosaurus. Lo strato fossilifero risale al Triassico superiore ed è costituito da rocce calcaree.
Numerosi sono gli itinerari che raggiungono i monti circostanti, dei quali un paio sono contrassegnati dal segnavia del CAI. Il numero 541 che dal centro abitato sale toccando la piccola “Val del Clì” ed i “Pracc Molècc”, da cui poi è possibile raggiungere il santuario di Altino (a monte di Vall’Alta) o il monte Croce (a monte di Leffe), ed il numero 546 che dall’imbocco della valle Rossa si sviluppa sulle pendici del monte Bue, toccandone numerose località, con la possibilità di effettuarne il periplo.
Inoltre è d’obbligo citare la Ciclovia della Valle Seriana che transita sul comune lungo il corso del fiume Serio, nella porzione meridionale ed in quella settentrionale, nei pressi della valle Asinina.

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