CASTELLI CALEPIO

Castelli Calepio [kasˈtɛlːi kaˈlɛːpjo] Castèi Calèpe [kasˈtɛi kaˈlɛpe] o Castèl Calèpe [kasˈtɛl kaˈlɛpe] in dialetto bergamasco è un comune sparso di 10 476 abitanti
Il comune (insieme di 4 paesi) è situato pochi chilometri a sud del Lago d’Iseo sulla sponda bergamasca del Fiume Oglio nella zona chiamata Valcalepio (dove si produce l’omonimo vino DOC). La distanza dal capoluogo di provincia è di circa 20 chilometri ad est. Il suo territorio è caratterizzato a nord dalle propaggini meridionali delle alture del Sebino che degradano verso sud nell’alta pianura fiancheggiata dal fiume Oglio.
Il comune è composto da quattro frazioni:
Tagliuno, che è la sede del municipio, nella parte nord-ovest, Calepio a nord-est, Cividino a sud-est e Quintano a sud-ovest.
Il primo nucleo abitato di Calepio era conosciuto sicuramente già al tempo dei Romani e risalgono all’Alto Medioevo, precisamente nel periodo carolingio, i primi documenti con riferimenti ad un Vico Castro Calepio e a Taliuno, dove, sempre in questo periodo vennero costruiti i due castelli: quello di Tagliuno dai conti Marenzi e quello di Calepio dai conti omonimi.
Il vecchio borgo medievale di Calepio è dominato dal castello originariamente costruito intorno all’anno 1000 dai feudatari del posto che dall’anno 1240 iniziarono a chiamarsi Conti di Calepio. Il castello venne poi ricostruito nel 1430 e vide le gesta del condottiero Trussardo da Calepio che, nella guerra tra i milanesi e i veneziani, scelse di allearsi con la Repubblica di Venezia sconfiggendo le truppe Viscontee. L’appoggio a Venezia fece guadagnare alla casata il decreto ducale del feudo su tutta la valle, rinnovato poi con un altro decreto nel 1662. Un famoso discendente di Trussardo fu Ambrogio da Calepio che elaborò il primo dizionario multilingue detto appunto “Calepino” del 1502
Dal punto di vista artistico oltre al già citato castello meritano di essere ricordati:
a Calepio:
il borgo medievale con il castello. Oggi traspare solo in parte la severità del baluardo difensivo. Negli ambienti interni della residenza si apprezzano belle stanze decorate con opere pittoriche e pregevoli stucchi a cui hanno lavorato noti artisti dell’epoca e altre suppellettili di buona fattura. La sala dei fiori stupisce per la luminosità dei colori che rendono vive le tante specie floreali che l’animano e che precedono l’elegante scala a ventaglio da cui si accede al terrazzo-giardino, affacciato sulla valle, da cui si gode un magnifico orizzonte: la stessa veduta che da un’altra sala si confonde con gli affreschi di vegetazione che circondano lo spettatore, in un connubio tra realtà e immaginazione, vi si possono trovare sia camere con decorazioni ed affreschi di Luigi Deleidi (detto il Nebbia) e tappezzerie francesi, sia un porticato a colonne.
Un’iniziativa che si svolge ogni anno è Arte in Castello, il cui scopo è quello di far conoscere scultori e pittori contemporanei tramite una mostra allestita nel castello di Calepio.
La Fondazione Conti Calepio custodisce e consente al pubblico di ammirare il Castello dei Conti Calepio con un proprio Rappresentante incaricato.
La chiesa cinquecentesca dedicata a San Lorenzo in stile gotico lombardo con tele attribuite a Gian Paolo Cavagna (Battesimo) e a Jacopo Palma il Giovane (Presentazione al Tempio).
A Cividino:
la romanica chiesa San Giovanni Battista fondata tra l’XI e il XII secolo, la chiesa parrocchiale e il Convento dei Frati Minori.
La chiesa di S. Giovanni presenta una copertura realizzata in legno in manto in coppi. La travatura, conseguente ad un restauro avvenuto tra 1979 e 1980, presenta una struttura lignea analoga alla precedente grazie al riutilizzo di travi in rovere e larice e travetti recuperati dalla demolizione della cinquecentesca casina dei Cachi.
A Tagliuno la Villa Marini, che fu la residenza di Ignazio Marini e attualmente è sede del Municipio
Villa Clorinda fu fatta costruire, dal 1831 al 1835, dal notaio Prospero Marini, padre del famoso cantante Ignazio Marini, al quale è intitolata la via adiacente.
Non si conosce in nome dell’ingegnere progettista, la villa, con il parco circostante di circa 6500 mq, compare segnata in una carta catastale del 1843. Su questa carta appaiano anche due cedri del Libano e una delle due magnolie tutt’ora esistenti.
E’ una tipica villa padronale di campagna in stile tardo nei classico. Il complesso comprende:
La villa dove abitavano i padroni, all’inizio della scaletta è murata una lapida che ricorda il musicista Ignazio Marini, contemporaneo di Giuseppe Verdi
La villa passò di proprietà dalla famiglia Marini a quella Cadei, alla famiglia Cima e poi Grassi, che, nel 1984, la vendette al comune, che la trasformò nella sede comunale.
La casa colonica alle sue spalle, dove abitavano i contadini (ora trasformata in un abitazione civile con 12 mini appartamenti
il ricovero della carrozze e l’abitazione del fattore (che ospita oggi l’abitazione del custode e, fino a poco tempo fa, un centro diurno per anziani).
La chiesa parrocchiale dedicata a San Pietro Apostolo fondata nel 1621, modificata poi intorno alla metà del Settecento e ampliata nei primi anni del XX secolo; al suo interno opere di numerosi artisti tra cui Giovan Battista Moroni (Madonna con Bambino), Francesco Capella (l’Immacolata), Giovan Battista Caniana creatore del pulpito in legno, Carlo Innocenzo Carloni e Giovanni Antonio Sanz, autore della statua della Madonna delle Vigne. La decorazione a stucco dell’interno è opera di Muzio Camuzio. Sul luogo vi è l’antica chiesa del Santissimo Salvatore in stile romanico
La ricorrenza della Madonna delle Vigne che si festeggia 8 giorni dopo il Lunedì di Pasqua (in dialetto Madóna dele gatole) risale al 1781: gli abitanti di Tagliuno l’anno prima avevano fatto un voto solenne impegnandosi anche per i discendenti a celebrare una festa in onore di Maria nel caso avesse liberato i vigneti dalla piaga dei bruchi (gatole) che li infestavano ormai da parecchi anni provocando gravi carestie, in effetti quell’anno i bruchi tornarono ma in quantità molto inferiore e non crearono gravi danni, quindi da quel momento a Tagliuno si festeggia questa ricorrenza.
La festa patronale è diversa per ognuna delle quattro frazioni in cui è diviso il comune:
Tagliuno – Patroni San Pietro e Paolo 29 giugno
Calepio – San Lorenzo Martire il 10 agosto
Quintano – San Giuseppe il 1º maggio
Cividino – B.V. Maria il 30 settembre
Castelli Calepio è patria di vino, storia, Cultura.
Paesaggio e vicinanza al lago hanno permesso un buon impiego del territorio in strutture ricettive.
Quindi troverete sicuramente di che mangiare e soprattutto di che dissetarvi

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