BRIGNANO GERA D’ADDA
Brignano Gera d’Adda [briˈɲ(ː)aːno ˈʤeːɾa ˈdadːa] (Brignà [bɾiˈɲa] in dialetto bergamasco, e semplicemente Brignano fino al 1863) è un comune di 6057 abitanti.
A testimonianza dell’insediamneto romano sono i reperti archeologici ritrovati sul territorio comunale e precisamente in Via Pagazzano nell’ anno 1979, durante dei lavori di scavo, consistenti in un recinto funerario con rilievi di epoca romana ( databili metà del I sec. d.C.). La presenza a Brignano di un “castrum”, ossia di un recinto fortificato difensivo, e di una chiesa al suo interno è attestata da un atto notarile del 1019 con il quale Arduino I, figlio di Giselberto conte Palatino del Comitato Bergomense, e la moglie Wilia promettono al vescovo di Cremona Landolfo e, tramite la sua persona, alla Pieve di Fornovo le decime di Brignano e del contado limitrofo.
La storia di Brignano si intreccia con quella dei Visconti fin dal 1186, data in cui Federico Barbarossa ne concede loro il territorio in feudo.
Dopo essere passata, nel 1272, ai Torriani rientra nel possesso dei Visconti nel 1310.
Sagramoro I, figlio naturale di Bernabò Visconti e di Montanina de Lazzari, fu legittimato dal padre e da egli infeudato della Signoria di Brignano Gera d’Adda nel 1380. Sagramoro Visconti, Signore di Brignano fu il capostipite della linea dinastica dei Visconti di Brignano. Il cognome e lo stemma dei Visconti, Signori di Brignano è dal 1602 portato dalla famiglia dei Conti Marazzani Visconti Terzi, Signori di Paderna e di Villa del Riglio, Conti di Paderna e di Villa del Riglio, Signori di Montanaro, Signori di Valconasso, Patrizi di Piacenza. La famiglia Visconti di Brignano è rappresentata da Gianfranco Marazzani Visconti Terzi di Piacenza, quale capo della famiglia e da altri membri della famiglia stessa. Sagramoro Visconti Signore di Brignano (morto assassinato nel 1385 dal primo cugino Gian Galeazzo Visconti, Signore e Duca di Milano) fu’ il capostipite degli illustri seguenti rami dei Visconti: – Conti di Sezze, estinto nel 1716 – Marchesi di San Giorgio, estinto nel 1724 – Signori di Brignano, estinto nel 1764, Marchesi di Borgoratto, estinto nel 1787 – Conti di Saliceto, estinto nel 1924.
Di particolare interesse nel comune è il palazzo visconteo che nella parte conosciuta come Palazzo Vecchio ospita la sede dell’amministrazione comunale, mentre il Palazzo Nuovo ha subito una serie di passaggi di proprietà presso privati.
I palazzi sono ampiamente affrescati, tra gli autori ricordiamo i Fratelli Galliari ed il Magnasco.
Dalle facciate esterne del palazzo vecchio, si nota la tipica architettura di fine 500 e inizio 600. All’interno, un porticato con pilastri a pianta quadrata. All’interno delle sale a pian terreno (che ospitano gli uffici comunali) si possono ammirare affreschi sui soffitti). Uno scalone a tre rampe, dalle pareti interamente affrescate, porta al piano nobile. La parete adiacente al primo pianerottolo riporta la rappresentazione di un guerriero, che rimanda all’idea della stirpe vittoriosa dei Visconti; sulla parete sud è manifestata la lotta tra Ercole (riconoscibile dalla pelle del leone che lo ricopre parzialmente) e il gigante Anteo. A bilanciare le scene, stanno tre statue dipinte di soggetti femminili, che rappresentano la Nobiltà, l’Intelligenza e la Generosità. Lo scalone conduce all’ingresso della Sala del Trono, probabilmente in origine destinata a ricevimenti o eventi ufficiali. Sulle pareti sono riconoscibili le rappresentazioni di otto dei dodici signori di Milano. Proseguendo la visita, si giunge nell’attigua Sala dell’Innominato, l’ambiente di maggiori dimensioni.
Palazzo Nuovo è un complesso, confinante con Palazzo Vecchio, che risale ai secoli XVI-XVIII. Adiacente all’edificio, si sviluppa un grande parco.
Il palazzo Visconti viene ancora chiamato impropriamente il “castello”. Questo fa supporre che un tempo vi fosse una fortificazione difensiva all’interno dell’area dell’odierno Palazzo Vecchio. Durante i lavori di restauro sono state portate alla luce tracce di strutture fortificate nella zona che collega il Palazzo Vecchio al Palazzo Nuovo.
Nel XV secolo la struttura diviene prettamente residenziale, con la serie di interventi che culmineranno poi nel XVII secolo nella completa trasformazione del Castello in Palazzo.
La dominazione viscontea venne sancita in modo definitivo dalla costruzione del fosso bergamasco, che delimitava i territori di Brignano a nord e ad est, dividendolo dalle terre poste sotto la repubblica di Venezia ed includendolo definitivamente sotto l’influenza milanese.
L’ultima discendente dei Visconti di Brignano, Antonietta Visconti Sauli o Aimi, chiude questa linea dinastica con la propria morte nel 1892.
Alcuni autori hanno riconosciuto in Francesco Bernardino Visconti l’Innominato di Alessandro Manzoni
Sul territorio brignanese sono presenti cinque chiese di notevole pregio artistico e storico.
Chiesa di San Rocco
Lungo il viale del cimitero e ammodernata nel XVI secolo circa su preesistenze. La facciata a capanna, abbellita da un rosone, è preceduta da un porticato di modesta fattura. All’interno dell’edificio, costituito da un’aula unica, gli affreschi più pregevoli si trovano nell’abside. Particolarmente interessante è il riquadro centrale datato 1576, raffigurante la Madonna in trono con il Bambino, affiancata dai Santi Sebastiano e Rocco. In origine in prossimità dell’edificio era situato anche un camposanto, di cui si percepisce la memoria sul fianco sinistro, dove è ancora visibile un affresco eseguito nei primi decenni del Novecento.
Chiesa di S. Andrea
L’edificio più antico del paese, già citata in una bolla pontificia del 1120.
Nel corso dei secoli ha subito diversi interventi, che ne hanno modificato l’assetto originario.
Vi si accede attraverso un portico quattrocentesco caratterizzato da archi a tutto sesto. All’interno, ad aula unica, si possono ancora ammirare alcune decorazioni ad affresco. Di particolare rilievo sono i lacerti conservati sul frontone e nell’abside. Nel sottarco absidale sono ancora percepibili otto sante a mezzo busto poste all’interno di nicchie. Nella semicalotta absidale al centro si intravede il Padre Eterno benedicente attorniato dai Simboli evangelici e dai Dottori della Chiesa. Seppure ad oggi gli affreschi siano privi di un’attribuzione certa, sono evidenti gli influssi e i rimandi alla maniera di Bernardo Zenale e Bernardino Butinone, artisti noti per aver eseguito negli ultimi decenni del Quattrocento il polittico di San Martino conservato nell’omonima chiesa parrocchiale di Treviglio.
Chiesa S.Agnese
Facente parte dell’omonimo convento ha ospitato le suore della congregazione di “Hogar de la Madre” fino ad agosto 2020. Da allora il convento è disabitato
Santuario della Madonna dei Campi
è situato a poco più di un chilometro dal centro abitato, in aperta campagna, tra i comuni di Brignano, Treviglio e Castel Rozzone. L’edificio seicentesco, preceduto da un portico ad archi, presenta un’unica aula, su cui affacciano i due altari laterali, dedicati rispettivamente a San Barnaba e ai Santi Lucio e Margherita. Il contratto per l’esecuzione dell’altare maggiore, ad opera della bottega Fantoni di Rovetta, è datato 13 ottobre 1725. Più problematica resta l’attribuzione della splendida statua in marmo di Carrara al centro della macchina d’altare, raffigurante l’Immacolata con il Bambino mentre schiacciano il demonio. L’opera, considerata un capolavoro per la qualità esecutiva, è stata recentemente assegnata allo scultore Carlo Beretta, attivo presso il cantiere del duomo di Milano dal 1716.
Chiesa parrocchiale S. Maria Assunta
In centro al paese sorge la chiesa parrocchiale, dedicata all’Assunta. L’imponente edificio a croce latina, progettato da Marcellino Segrè, venne edificato tra il 1783 e il 1788. L’elegante facciata neoclassica è impostata su due ordini e culmina con un frontone triangolare. L’interno è composto da un’unica navata sulla quale si aprono tre cappelle laterali per lato. Nella cappella dedicata a San Bonifacio sul lato sinistro si può ammirare un raffinato altare marmoreo rococò, in origine ideato per essere l’altare maggiore dell’edificio, corredato da due angeli anch’essi in marmo, opera della bottega Fantoni di Rovetta, realizzato tra il 1724 e il 1726. Gli affreschi della volta centrale e del presbiterio sono stati eseguiti dal pittore Romeo Rivetta negli anni 1914-1918.