VILLONGO

Villongo [viˈlːoŋɡo] (Ilóngh [iˈloŋk] in dialetto bergamasco) è un comune della Valcalepio di 7927 abitanti.
I primi insediamenti stabili presenti sul territorio risalgono all’epoca romana, quando nel paese venne costituito un vicus, un aggregato di case e terreni, appartenente al pagus di Calepio. Tale origine è suffragata da alcuni ritrovamenti risalenti all’epoca imperiale, tra cui alcuni suppellettili.
Con la caduta dell’impero il territorio vide un periodo di scarsa antropizzazione, in cui si presume sia stato interessato da insediamenti dei Longobardi.
Successivamente vi fu l’insediamento della popolazione dei Franchi, i quali istituirono il Sacro Romano Impero e diedero vita al feudalesimo, elemento caratterizzante del Medioevo. In quel periodo il territorio venne inserito nei possedimenti della famiglia dei conti Calepio, proprietaria di gran parte dei terreni e degli edifici più importanti del circondario. Questi mantennero il predominio su Villongo per alcuni secoli, traghettando il paese dal periodo medievale a quello della Repubblica di Venezia, epoca in cui il borgo venne inserito nella Contea di Calepio.
Nonostante questa apparente tranquillità e linearità degli avvenimenti, anche questi territori furono interessati dagli scontri di fazione tra guelfi e ghibellini, tanto da subire ritorsioni da parte dei Visconti, famiglia milanese acerrima nemica della Serenissima.
La situazione venne riportata alla normalità a partire dal XVI secolo, dopo di che il paese non vide più accadere episodi di rilievo, seguendo il destino politico del resto della provincia bergamasca, venendo annesso alla Repubblica Cisalpina nel 1797, per passare al Regno Lombardo-Veneto nel 1815 e venire definitivamente annesso al Regno d’Italia nel 1859.
Il comune di Villongo prese le dimensioni attuali solo nel 1927, quando i due centri di Villongo San Filastro e Villongo Sant’Alessandro, divisi dal 1724, vennero fusi in un unico comune. Nello stesso anno le frazioni di Castione, Fosio, Rocco e Rudello, vennero aggregate al comune di Sarnico
Villongo è suddiviso in 2 quartieri: San Filastro e Sant’Alessandro. Annovera tra le altre località Solarolo, Seranica e Isola. I principali edifici religiosi intorno a cui gravita la cittadinanza sono:
Risale al 1º novembre 1416 la posa della prima pietra di una nuova chiesa dedicata a san Filastro dal vescovo di Brescia Francesco Aregazzi la chiesa parrocchiale. La prima citazione di un edificio di culto nella località di Solerolo di Villongo è inserita nell’elenco “nota ecclesiarum” ordinato da Bernabò Visconti nel 1360 che indicava quali fossero i benefici di cui godevano le chiese e i monasteri del territorio di Bergamo per poter definire i censi da versare alla chiesa di Roma e alla famiglia Visconti di Milano. Dall’elenco si deduce che la chiesa aveva censiti due benefici titolari ed era inserita nella pieve di san Lorenzo di Calepio.L’edificio di culto è preceduto da un sagrato con pavimentazione in lastre di pietra. La facciata è tripartita da lesene e si sviluppa su due ordini divisa da una cornice marcapiano. Nell’ordine inferiore centrale vi è l’ingresso principale com contorno in pietra di Sarnico che regge il timpano spezzato completo di cimasa. Il frontone termina con il timpano triangolare dove è posta la scritta con l’intitolazione della chiesa.
La chiesa di Sant’Alessandro in Agros in stile romanico, costruita tra il XII e XVII secolo.La chiesa è un edificio ad aula unica suddivisa in tre campate da due archi trasversali e terminante con un’abside semicircolare, preceduta dall’arco trionfale su cui sono stati raffigurati sant’Alessandro a cavallo, una Crocifissione e un’Annunciazione. Al nucleo centrale venne annesso nel 1575 il complesso della sacrestia. Sul primo arco ogivale sono invece rappresentati san Pietro da Verona, mentre nella terza campata della parete meridionale campeggia san Pantaleone di Nicomedia. A seguito del restauro del 1978 è stata aggiunta l’attuale pavimentazione in cotto, mentre davanti alla zona absidale sono state inserite due lastre d’ardesia, la più antica delle quali riporta la data del 1665.
La chiesa della Santissima Trinità e Sant’Alessandro, principale luogo di culto cattolico di Villongo, in stile barocchetto lombardo, costruita tra il 1692 e il 1727. La navata unica a croce greca presenta nella prima parte con volta a botte, il fonte battesimale a sinistra e corrispondente a destra la cappella dedicata alla Madonna di Lourdes. Nel transetto con tazza circolare ha l’altare della Madonna del Rosario con ingresso laterale a sinistra e a destra un ulteriore ingresso accanto all’altare intitolato a sant’Alessandro di Bergamo. La cupola presenta il cornicione praticabile. Gli altari ospitano opere di importante interesse artistico tra le quali la tela di scuola lombarda raffigurante Santi Bovio, Teresa, Orsola, Lucia e Apollonia con ancona in stucco. La zona presbiterale a pianta rettangolare e di misure inferiori rispetto all’aula, è rialzata da tre gradini. Verso il presbiterio, anticipando l’arco trionfale, sono presenti due ingressi: a sinistra conduce alla sagrestia e a destra alla cappella dedicata alla Madonna Addolorata.
La chiesa di Sant’Anna. nella relazione fatta dal parroco di Villongo San Filastro, in occasione della visita pastorale del vescovo Dolfin, avvenuta il 23 giugno 1781, si annotava che entro i confini della parrocchia era presente l’oratorio di Sant’Anna.
La chiesa presenta la facciata principale composta da linee semplici, intonacata, con alta zoccolatura, che percorre tutto il perimetro della chiesa. Centralmente è posto il portale in pietra affiancato da due finestre, una per lato, rettangolari, con contorno in pietra e complete di inferriate. Sopra il portale è posta una scritta che ricorda la dedicazione della chiesa. In alto, è collocata una finestra rettangolare con coronamento. Un tetto in legno a due spioventi conclude la facciata. Internamente la chiesa presenta un’unica navata a pianta rettangolare coperta da volta a botte poggiante su una trabeazione ricca di stucchi seicenteschi. Nella parete sinistra della navata è posto un dipinto raffigurante la Nascita della Beata Vergine Maria e a destra quello raffigurante la Ss. Trinità e Santi. Il presbiterio è rialzato rispetto alla navata di un gradino, presenta pianta rettangolare ed è coperto da volta a botte nella quale sono ricavate due finestre. Un ingresso posto a sinistra del presbiterio conduce alla sagrestia.
La chiesa di San Giacomo Apostolo del XV secolo.
L’edificio di culto si trova sul confine con il comune di Credaro in posizione molto isolata, nella località detta Soralogo.Il fronte principale a capanna, in conci di pietra, presenta due leggeri sfondati laterali ad arco, e nella parte centrale il porticato in pietra di Sarnico completo di gocciolatoio. La parte termina con l’apertura circolare atta a illuminare l’aula. Sopra il portale è posto il simbolo vescovile. La facciata era completa di finestre che sono state rimosse durante i restauri per riportare l’edificio più possibilmente simile alla sua originaria conformazione.L’interno a navata unica è di piccole dimensioni terminante con la zona del presbiterio quadrata, sicuramente rifacimento della struttura originaria dell’abside. Le pareti che erano decorate da pitture a finta tappezzeria risalenti al Novecento, e intonacata con i lavori di restauro, ospitano un affresco databile al tardo Quattrocento d’ignoto raffigurante la Crocifissione con santi.
Un amore infinito per la danza guida le sue giornate, in palestra e fuori. La passione di Marianna, che di cognome fa Cadei, si respira nelle sue parole. Insieme a lei facciamo un viaggio all’interno dell’associazione RosyDance, in particolare nella squadra paralimpica, dove la musica e la danza abbattono le barriere, dove non ci si sente diversi, dove si possono esprimere creatività e fantasia.
Nelle scorse settimane la squadra è stata protagonista del ‘Combi freestyle’ nell’ambito di una tappa di Coppa del Mondo di wheelchair, la danza in carrozzina. Hanno partecipato Alessandro Aceti di Villongo con Gloria Acerbis di Foresto Sparso e Camilla Nodari di Bergamo con Francesco Belotti di Foresto. “La nostra scuola di ballo è nata nel 1993 a livello amatoriale e agonistico – prosegue Marianna, tecnico Fids (è la Federazione Italiana Danza Sportiva) – mentre il progetto con i ragazzi disabili è iniziato meno di una decina di anni fa. Siamo partiti da due ragazzi, uno di Casazza e uno di Chiuduno, hanno bussato alla nostra porta dicendo che volevano imparare a ballare. Abbiamo iniziato proprio così e pian piano siamo cresciuti anche grazie ai social network e al passaparola tra i ragazzi e le loro famiglie. Adesso abbiamo undici ragazzi iscritti alla Federazione, due in carrozzella mentre gli altri con disturbi relazionali. Abbiamo anche sei bambini che stanno partecipando al progetto CIP Lombardia per l’avviamento alla danza. A livello economico è uno sport dispendioso, come scuola stiamo cercando di andare incontro alle famiglie, non vogliamo lasciarle sole con delle cifre che soprattutto negli ultimi anni sono diventate improponibili. Così oltre agli sponsor preziosi del nostro territorio, abbiamo iniziato a raccogliere fondi”.

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