VILLA D’ALMÈ

Villa d’Almè [ˈvilːa dalˈmɛ] (Éla d’Almè [ˈela dalˈmɛ] in dialetto bergamasco) è un comune di 6547 abitanti.
Il territorio venne interessato da piccoli insediamenti stabili di popolazioni appartenenti al gruppo dei Liguri, a cui subentrarono gli Etruschi nel periodo dell’età del bronzo ed i Galli Cenomani tra il V ed il IV secolo a.C. Questi caratterizzarono fortemente il territorio, inserendolo nel contesto dell’insediamento di Lemine.
Con il termine dell’impero romano il territorio visse un periodo di scarsa antropizzazione, terminato con l’arrivo della popolazione dei Longobardi nel VI secolo, che diede vita alla curtis lemennis, inserita nel ducato di Bergamo. A questa popolazione subentrarono, a partire dall’VIII secolo, i Franchi, con i quali Lemine diventò un beneficium entrando nell’ordinamento e nel costume feudale.
Inizialmente i territori furono affidati ai Conti di Lecco, poi dopo il 975 entrarono in possesso del vescovo di Bergamo, il quale in seguito li diede in gestione ai monaci della valle di Astino. Il toponimo, apparso per la prima volta in documenti dell’anno 1098, deriva dal nome della zona, Lemine, poi diventato Lemen e successivamente abbreviato in Almè, mentre con il nome “Villa” si intendeva un piccolo nucleo abitativo soggetto all’influenza di un’entità superiore quale una chiesa plebana.
Nel corso del XIV secolo il territorio venne interessato dalle violente lotte di fazione che videro Villa d’Almè schierato, unitamente alla frazione Bruntino, con lo schieramento ghibellino del vicino paese Almè. In quegli anni il borgo di Villa d’Almè vide un progressivo ma inesorabile declino, e la sua importanza andò scemando già nel XIV secolo, dovuta al sempre minore utilizzo della strada per Lecco.
L’arrivo della Repubblica di Venezia portò la fine degli scontri tra fazioni avverse, ma anche un piccolo rilancio del borgo, grazie alla presenza di piccole fonderie (a testimonianza di ciò, sulle rive del fiume Brembo vicino alla frazione Campana vi è un piccolo borgo chiamato, appunto, Fonderia) in cui si costruivano gli armamenti della Serenissima, nonché della via Priula, nuova strada di collegamento tra Bergamo e il Canton Grigioni.
Poco interessato dai regimi che successivamente si susseguirono nella provincia di Bergamo, passò dalla dominazione veneta alla Repubblica Cisalpina nel 1797, al Regno Lombardo-Veneto nel 1815 ed infine al Regno d’Italia nel 1859, anno in cui nel paese (precisamente all’interno della villa Locatelli Milesi) soggiornò Giuseppe Garibaldi, intento a fare proseliti per la sua imminente spedizione dei Mille.
Nel 1927 il paese venne accorpato ai comuni di Almè e Bruntino nel comune di Almè con Villa. Nel 1948 tornò ad essere comune autonomo.
In ambito religioso numerose sono le chiese: la principale è la chiesa parrocchiale di San Faustino e Giovita, con una struttura a singola navata. All’interno si possono ammirare un organo di produzione Serassi e dipinti di Carlo Ceresa e dell’artista locale Aldo Locatelli.
Nella frazione Bruntino è presente la Chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù, edificata nel 1935, mentre in località Brughiera si trova la chiesa Morti della Peste (in dialetto bergamasco conosciuta come Cesina di Morcc de la Scabla), costruita in seguito alle epidemie di peste di manzoniana memoria.
Meritano menzione anche la cinquecentesca chiesa di San Mauro, nei cui pressi si svolge la sagra dei biligocc, la chiesa dell’Addolorata – ritenuto l’edificio sacro più antico del paese, a cui non è possibile dare un’esatta collocazione temporale – e la Chiesa della Casella, edificata presso la frazione Ghiaie.
Il territorio comunale è costellato da numerose ville e palazzi signorili, tra i quali spiccano Villa Locatelli-Milesi risalente alla fine del XVIII secolo, ornata da numerose decorazioni nei vari saloni che la compongono con un grande giardino, e la Villa del Ronco Alto edificata nel XVII secolo e composta da elementi (colonne, capitelli e busti) ricavati da antichi edifici, per la cui bellezza è stata inserita nello stemma del comune.
Di particolare interesse sono anche le settecentesche Villa Olmo, Villa Baglioni, annessa all’omonima casa di riposo, e la Ca’ dell’Ora, dotata di un loggiato affrescato.
Da non dimenticare la presenza nel paese dell’antico tracciato della Via Priula, strada costruita nel periodo della dominazione veneta e recentemente sottoposta ad opera di recupero.
La Villa d’Almè – Dalmine prima che iniziassero i lavori di allargamento del tracciato era la via famosa per le numerose prostitute. Poi i lavori, che si stanno dilungando quanto quelli della Salerno-Reggio Calabria, di trasformazione di questo asse interrurbano in una autovia regimentata con guardrail e tratti in trincea hanno fatto sparire per fortuna questo malcostume.
In realtà si è solo trasferito sulla 525…
I lavori sono iniziati con la sistemazione delle criticità idrogeologiche presenti nei comuni di Mozzo, Paladina e Valbrembo, dove le acque provenienti dai Colli verranno convogliate nel torrente Quisa e proseguiranno con la messa a norma antisismica e l’allargamento dei sovrappassi della Briantea e della Marigolda già presenti, prima dell’inizio dell’opera di ampliamento della carreggiata fra Treviolo e Dalmine.
Ora i lavori stanno proseguendo con la conseguente modifica del territorio e con continue code quotidiana che nelle ore diurne e di punta diventano kilometriche. Ma confidiamo che prima o poi questo collettore di paesi e traffico sarà finito ed agevole…. Sperem!
Vent’anni non sono pochi, ma Felice Sonzogni ricorda bene gli esordi della Paladina-Villa d’Almè. Esordi che parevano promettenti, mentre subito ci fu l’intoppo: Villa Agliardi a Sombreno, vincolata e incompatibile con la tangenziale, stabilì nel 2003 il Consiglio di Stato dopo il ricorso presentato dai conti e dal Comune di Sorisole. C’è da chiedersi a che punto saremmo oggi, se i giudici avessero preso una decisione diversa. Perché fu allora che l’iter imboccò il cammino tortuoso da cui la politica fatica a farlo uscire anche oggi.
Andando appunto a ritroso, la gara bandita dall’Anas a fine 2000 e poi revocata prevedeva per l’intera Tangenziale Sud 115,43 milioni di euro già stanziati. In base alla convenzione di fine 2006 con il Ministero e la stessa Anas, la Provincia aveva rivisto il progetto, senza grandi cambiamenti e senza fare un’analisi dei costi. In quella fase sul piatto erano stati messi 150 milioni: 25 per la Stezzano-Zanica (realizzata), 35 per la Treviolo-Paladina (in cantiere) e 90 per la Paladina-Villa. Ora, secondo gli uffici tecnici di via Tasso, tre capitoli hanno alzato le stime a 421 milioni: l’adeguamento dei prezzi dal 2000 e le modifiche normative per quanto concerne gallerie e svincoli. Non ne mancano, lungo i 6 chilometri del tracciato, allungato di 300 metri verso Sedrina. Da Paladina attraversa Sombreno per sbucare tra Sorisole e Almè e risalire fino al viadotto di Botta con 4,5 chilometri in galleria, uno e mezzo in trincea e due svincoli, a Sorisole e Botta.
Dal 5 al 22 agosto a Villa d’Almè si terrà la festa della comunità. L’iniziativa, giunta alle 40esima edizione, propone piacevoli serate conviviali in sicurezza, nel rispetto delle disposizioni anti-Covid. Le prenotazioni dei tavoli per accedere alla kermesse, si apriranno da martedì 3 agosto.. L’iniziativa, giunta alle 40esima edizione, propone piacevoli serate conviviali in sicurezza, nel rispetto delle disposizioni anti-Covid.

VILLA D'ALMÈ

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