SAN PELLEGRINO TERME

San Pellegrino Terme [sampelːeˈɡriːno ˈtɛrme] (San Pelegrì [sampɛlɛˈɡɾi] in dialetto bergamasco) è un comune di 4748 abitanti.
I primi ad insediarsi nella zona furono probabilmente gli Orobi, popolo di origine celtica, ma il nome San Pellegrino risale al secolo VIII d.C. quando i vescovi al servizio di Carlo Magno consacravano ed erigevano parrocchie nell’impero. Il centro abitato venne dedicato a san Pellegrino vescovo di Auxerre e martire. La Parrocchia di San Pellegrino Terme possiede una preziosa reliquia dei santi. Mentre nel resto della Lombardia si consumano guerre e rivoluzioni, San Pellegrino rimane pacificamente isolata e solo con la costruzione della prima rotabile nel XVI secolo comincia ad affluirvi sempre più gente.
Sul finire del XVIII secolo San Pellegrino si sviluppa come centro termale, grazie alle acque solfato-alcaline-terrose che sgorgano alla temperatura costante di 26 gradi, note già dal Medioevo. Nel XX secolo la località si trasforma in un’elegante stazione termale. Viene creato lo Stabilimento Termale (appartenente alla Sanpellegrino S.p.A., nota industria che produce acqua e bibite gassate che fa capo, dal 1999, alla svizzera Nestlé). La fama della cittadina accresce con la costruzione del Casinò Municipale nel 1904 e del Grand Hotel nel 1905. Nel 1961 viene costruito lo stabilimento per l’imbottigliamento dell’acqua minerale S. Pellegrino e delle altre bevande di produzione di Sanpellegrino S.p.A.
La costruzione della nuova chiesa dedicata a san Pellegrino ha inizio nel 1715 sui resti della precedente chiesa quattrocentesca, ormai divenuta insufficiente a contenere l’accresciuta popolazione dei fedeli e comunque bisognosa di importanti interventi di restauro.
Il nuovo edificio ricorda un poco lo stile dei Caniana, tranne che nella facciata, innalzata nel 1825 in stile neoclassico e rinnovata nel 1941 su disegno dell’archietto Luigi Angelini.
L’interno è in stile tardo-barocco del ‘700. Ascrivibile all’epoca della costruzione della Chiesa, l’altare maggiore, sormontato da una snella bussola, si innalza sul centro del presbiterio tra i riflessi luminosi della maiolica bianca e del marmo del rivestimento. Nell’ancona centrale spicca l’affresco raffigurante San Pellegrino, evangelizzatore della Francia e vescovo di Auxerre, condannato al martirio dall’imperatore Galieno.
Il primo documento che cita la presenza di una chiesa intitolata all’Invenzione della Santa Croce, è dell’8 novembre 1482 quando il vescovo Lodovico Donà la dichiara autonoma da quella di San Pellegrino. Anche se nel XVII secolo la chiesa si trovava sotto la giurisdizione del parroco di Poscante, vicario foraneo di tutte le chiese della Val Brembana inferiore dette nullius plebis.
Dalla relazione del cancelliere Marenzi del 1666 risulta che la chiesa aveva ben cinque altari e la scuola del Santissimo Sacramento. Divenne giuspatronato della vicinia, dopo lo smembramento del vicariato di Almenno voluto dal vescovo Gerolamo Regazzoni del 1579 per tutte le chiese poste sulla riva sinistra del Brembo. Nel secolo successivo l’edificio subì una forte ristrutturazione.
Il Casinò sorge ad opera dell’architetto Romolo Squadrelli in prosecuzione dei porticati della fonte all’inizio del ventesimo secolo, tra il 1904 ed il 1906, e viene inaugurato nel luglio 1907. Di particolare interesse è la facciata con le due alte torri la cui componente decorativa comprende, fra l’altro, i portalampade e il pennone in ferro battuto di Alessandro Mazzucotelli e gli altorilievi ai lati della porta centrale in cemento trattato “a cotto”, il fregio dipinto con il motivo dei cervi volanti e gli stucchi generalmente attribuiti a Francesco Malerba e Paolo Croce.
All’interno il primo ambiente che si incontra è l’atrio, caratterizzato da otto colonne di marmo rosso di Verona, che conduce direttamente al monumentale scalone, sovrastato da una vetrata circondata dagli affreschi dei dodici mesi dell’anno (con i relativi segni zodiacali) ad opera del pittore Malerba.
A livello del primo piano, sopra le due esedre laterali semicircolari dell’edificio, si aprono due ampie terrazze.
Il Casinò funzionò come casa da gioco solo fino al 1917, ma ha da sempre ospitato manifestazioni culturali e teatrali, congressi, sfilate di moda, esposizioni d’arte e serate di gala.
È stato completamente restaurato ed ampliato da un’ala teatro adiacente ad esso, il complesso è utilizzato per meeting, congressi e matrimoni Risulta visitabile durante la stagione estiva.
Il Grand Hotel è un colosso di sette piani, anch’esso in stile Liberty, sormontato da grandi calotte lignee a dirigibile.
Inaugurato nell’estate nel 1904 era modernissimo per l’epoca: era infatti provvisto di ascensori, luce elettrica, acqua potabile e telefono in tutte le 250 camere. All’interno troviamo la hall con un gigantesco lampadario, stucchi, colonne e decorazioni; poi uno scalone con decorazioni in cemento e ferro conduce al piano superiore. L’edificio è costituito da un corpo centrale coronato da una cupola e da due imponenti blocchi laterali.
Il Grand Hotel era destinato ad una classe sociale elevata ed infatti nel suo registro degli ospiti si trovano i nomi di importanti protagonisti della storia, della letteratura e della vita politica: i più prestigiosi sono quelli della regina Margherita di Savoia, che vi soggiornò ad inizio Novecento, e della regina Elena di Savoia, che fu ospite del Grand Hotel nel 1925 insieme al principe Umberto e alla principessa Maria. Vi soggiornarono persino due nobel della letteratura italiana: Eugenio Montale e Salvatore Quasimodo e due grandi del nostro cinema come Ugo Tognazzi ed Ornella Muti. Fu ospite di questo Grand Hotel anche il generale Luigi Cadorna.
L’hotel è chiuso dal 1979 per gli elevati costi di gestione ed è stato utilizzato per alcuni anni come sede di aste d’arte.
Nel 2009 la facciata del Grand Hotel, lunga 128 metri, è stata completamente ristrutturata, mentre si sono appena conclusi i lavori di ristrutturazione della parte interna iniziati nel 2016.
Lo stabilimento termale di San Pellegrino Terme era un complesso di edifici Liberty che nei primi anni del ‘900 era dotato di strutture all’avanguardia sotto l’aspetto medico, impiantistico e organizzativo. Le proprietà terapeutiche dell’acqua di San Pellegrino, ricca di sali minerali, sono state riconosciute dal Ministero della Sanità nel 1992. Vi era un centro di diagnosi e cura delle sordità rinogena ed un centro di fisiopatologia respiratoria e motoria, entrambi indirizzati e diretti da specialisti di settore di varie Università che ne garantivano il rigore scientifico e l’efficacia.[18] Le cure termali sono state chiuse nel 2006 e, ad oggi, il vecchio edificio è stato riutilizzato per gallerie d’arte.
Le nuove terme sono state inaugurate il 18 dicembre 2014 e aperte al pubblico il 19 dicembre 2014. Sono state realizzate nell’ex hotel Terme-Milano dal gruppo imprenditoriale-immobiliare Percassi.
L’I.P.S.S.A.R. (Istituto Professionale di Stato per i Servizi Alberghieri e della Ristorazione) di San Pellegrino Terme nasce nel 1962. La scuola, allora denominata I.P.A.S. (Istituto Professionale Alberghiero Statale) aveva sede nei locali della ex Villa Emilia, un albergo di San Pellegrino, dove si trovava anche il convitto maschile. Si era all’inizio del cosiddetto miracolo economico italiano e il turismo di massa si stava diffondendo su larghissima scala. Servivano scuole idonee alla formazione di personale qualificato, destinato ad un settore dinamico e in forte espansione.
San Pellegrino Terme, che agli inizi del 1900 era stata una “Signora del Turismo”, si trovava ad una svolta: rischiava di perdere competitività in un mercato turistico con caratteristiche del tutto nuove.
Si avvertì, quindi, la necessità di chiedere l’istituzione di una Scuola Professionale specifica del settore, considerando anche il fatto che, nei primi anni 1960, ve ne erano solamente una ventina in tutta Italia.
L’Istituto Alberghiero prese l’avvio istituendo un corso biennale di sala-bar, con 19 iscritti in un’unica sezione. L’anno seguente, si aggiunsero le sezioni di cucina e di amministrazione e il corso divenne triennale. Nel 1965 si diplomarono i primi alunni del corso triennale.
Dalla sede “storica” nell’albergo Villa Emilia, l’Istituto si trasferì nell’attuale edificio, inaugurato nel 1975 e completamente ristrutturato e ampliato successivamente nel 2007. Nel corso degli anni, la scuola si è dotata di attrezzature sempre più moderne, al fine di rendere le competenze e le abilità dei suoi alunni più consone alle esigenze di un mercato del lavoro in continua evoluzione.
Dopo vari anni di continua espansione della scuola, nel 1982 si aggiunse il biennio post-qualifica. Nel frattempo il convitto maschile si trasferì nell’ex hotel Italia sotto la direzione del sig. Roberto Capelli sostituito dopo la scomparsa di quest’ultimo dal sig. Gerardo Petrizzi attuale direttore del convitto. Storici istitutori del convitto maschile sono stati: Bonzi Anselmo, Cella Giuseppe, Bonzi Gianbattista, Carmelo Bruno, Sorbo Nicola e il giovane Licini Francesco.
Nel 1985, a Nembro, sorse una sede coordinata, che acquisirà autonomia solo nel 2003.
Dal 1989 al 2003 la preside dell’istituto alberghiero fu Luciana Togliatti nipote dello storico esponente del partito comunista italiano Palmiro Togliatti. Fu proprio durante il periodo di presidenza della prof.ssa Togliatti che la scuola alberghiera di San Pellegrino riacquistò quel lustro e quella fama che l’hanno portata ad essere un’eccellenza della formazione professionale italiana e mondiale.
Le due sponde del fiume sono collegate da cinque ponti, da nord verso sud: ponte di Dossena (che collega il paese con le frazioni di Antea, Santa Croce e Spettino), ponte Principe Umberto (dedicato al futuro re Umberto II di Savoia), ponte Vecchio (risalente al XV secolo), ponte Camillo Cavour e il ponte Gaetano Donizetti.
Il centro del paese è situato sulla sponda occidentale, su cui, salendo per la strada statale, troviamo la Chiesetta dedicata alla Madonna di Caravaggio (a cui i sampellegrinesi sono devoti), la Chiesa Parrocchiale (risalente al Settecento), la Casa di Cura Quarenghi (clinica privata), il Tempio della Vittoria, dedicato ai Caduti (con mosaici di Filiberto Sbardella), i portici Colleoni e lo stabilimento termale.
La Vetta è una frazione situata a circa 650 metri s.l.m., situata sui monti del versante destro della valle. Nella prima metà del Novecento era un raffinato quartiere residenziale per i frequentatori abituali della stazione climatica, un tempo raggiungibile oltre che dalla strada che parte dal centro del paese, anche grazie alla funicolare inaugurata nel 1909. In questa zona si trovano le “Grotte del Sogno”, ampie cavità sotterranee dalla conformazione interessante, rimaste chiuse al pubblico per lungo tempo ma di nuovo visitabili a partire dal 30 luglio 2011. Le innumerevoli attrezzature turistiche presenti in questa zona, che un tempo erano il fiore all’occhiello di San Pellegrino Terme, sono in disuso e in stato di degrado. È in fase di studio un progetto per il recupero della funicolare e dell’hotel Vetta.
Situate poco più a valle rispetto alla Vetta vi sono le due piccole località Aplecchio e Falecchio e la frazione Frasnito (tutte e tre a circa 530 m di altitudine). Poco sotto Aplecchio c’è la località Paradiso, dove un progetto approvato prevede la costruzione di una zona residenziale. A monte della Vetta si trova la frazione Sussia (a 908 m s.l.m.), ormai quasi disabitata. Sempre sul versante destro vi sono altri piccoli nuclei: la frazione Alino (690 m s.l.m.) e le cinque località Cà Boffelli e Vettarola (entrambe a 980 m s.l.m.), Pradello (a 600 m s.l.m.), Piazzacava e La Torre (entrambe a circa 450 m di altitudine).
Sul versante sinistro si trovano la località Cà de Rizzi (420 m s.l.m.) e le frazioni Frasnadello e Antea (entrambe ad un’altitudine di circa 500 m); più in alto sono situate anche Santa Croce (la frazione più grande, di circa 500 abitanti) a circa 750 metri s.l.m. e le frazioni Spettino (a circa 860 m di altitudine) e Salvarizza (a nord di Santa Croce).
L’abitato del fondovalle, che costituisce San Pellegrino Terme, si può dividere in più rioni: a sud ci sono Ruspino (sponda destra del Brembo) e Pregalleno (sponda sinistra); procedendo verso l’alta valle si incontrano poi, sulla riva destra, la zona di Caravaggio, quella della chiesa parrocchiale e il centro storico. Dietro al centro si trova la zona del casinò e delle terme, e a nord di queste il rione di Pernazzaro. Sull’altra sponda del fiume si trovano Piazzo Basso (di fronte al centro storico), Piazzo Alto e il Belvedere (di fronte a Pernazzaro). Fra Piazzo e il Belvedere si trova il Grand-Hotel.
Collegata unicamente mediante il sistema stradale, il cui asse principale è costituito dalla strada statale 470 della Valle Brembana, San Pellegrino Terme disponeva, fra il 1906 e il 1966, della fermata di San Pellegrino e della stazione di San Pellegrino-Terme, lungo la cessata ferrovia della Valle Brembana. Attualmente sul tracciato dell’ex ferrovia si snoda la Ciclovia Valle Brembana, che, ad eccezione di un breve tratto di interruzione nel comune di Zogno, collega in modo continuo la Ciclovia del Parco dei Colli di Bergamo (e quindi la città di Bergamo) col comune di Piazza Brembana.
Così come il servizio lungo la linea, le infrastrutture di stazione erano gestite dalla Società Anonima della Ferrovia Elettrica di Valle Brembana (FVB), cui il 15 ottobre 1903 era stato subconcesso l’esercizio da parte della deputazione provinciale.
Dopo decenni di intenso utilizzo da parte dei viaggiatori e nonostante l’esistenza di una domanda di traffico merci, la stazione fu chiusa nel 1966 insieme all’intera linea.
Oltre al binario di raddoppio era presente altresì uno scalo merci, utilizzato per la spedizione delle confezioni di acqua minerale per la quale la località è rinomata.
A servizio della frazione Vetta, nel 1909 venne inaugurata una funicolare, chiusa nel 1989 e in corso di ricostruzione.

SAN PELLEGRINO TERME

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