BOTTANUCO

Bottanuco [botːaˈnuko] (Botanüch [botaˈnyk] in dialetto bergamasco) è un comune di 4989 abitanti.
Si sa per certo invece che i primi insediamenti stabili si verificarono in epoca romana, quando i conquistatori vi istituirono un vicus inserito nella circoscrizione territoriale denominata “Pagus Fortunensis”.
In quel periodo storico il borgo, così come l’intera zona dell’isola, fu interessato da notevoli flussi commerciali e militari, che diedero il via ad un’importante opera di centuriazione. A tal riguardo ancora oggi è possibile notare la disposizione delle vie del paese fondate sull’antico concetto del cardo e del decumano, le due principali strade del centro abitato disposte perpendicolarmente tra loro. Queste due corrispondono alle attuali via Trento e via delle Messi, affiancate da altre vie minori secondo l’antica consuetudine.
Con il termine dell’impero romano Bottanuco fu soggetto alle incursioni barbariche, che portarono anni di saccheggi e terrore tra la popolazione.
Nel VI secolo la situazione politica si stabilizzò grazie all’arrivo dei Longobardi, la cui presenza è testimoniata da alcuni ritrovamenti, tra i quali spiccano un paio di incisioni su pietra recanti il nome di Senoald, probabilmente un antico abitante produttore di laterizi (con tanto di monopolio regio) a cui applicava il proprio nome.
Successivamente sul territorio irruppero i Franchi, i quali istituirono il Sacro Romano Impero e diedero vita al feudalesimo. Ed è a questo periodo che risalgono i primi documenti scritti che attestano l’esistenza del paese: nell’879 si menziona la località di Masatica (oggi inglobata nel comune), nel 980 il nome di Bottanuco e soltanto nel 1180 la frazione Cerro.
I terreni vennero inizialmente dati in gestione al vescovo di Bergamo e posti sotto la tutela della Pieve di Terno, ma con il tempo andò acquisendo sempre maggior potere la ghibellina famiglia Suardi.
Ebbe inizio un periodo di profonda instabilità, causata dalle numerose battaglie tra guelfi e ghibellini prima, e tra gli eserciti dei milanesi e veneziani poi, volte ad ottenere il predominio su questa zona da sempre situata ai margini territoriali delle varie entità politiche. Sorsero quindi numerose fortificazioni, torri e mura, tra cui un castello (di cui oggi non restano tracce) che i Suardi donarono in seguito alla famiglia milanese dei Visconti.
La situazione politica si stabilizzò nel 1428 con l’annessione di Bottanuco alla Repubblica di Venezia, che infeudò parte dei terreni del paese alla famiglia del condottiero Bartolomeo Colleoni. La Serenissima inoltre cercò di migliorare la condizione sociale ed economica della popolazione, fino ad allora messa a dura prova dalle lotte, da carestie e dalle pestilenze, tanto che l’isola venne definita “il triangolo della fame”.
In tal senso molto chiara è la descrizione in un documento del tempo:
«Qui non vi sono trafichi né mercantie, le persone sono povere lavoradori da terre et bracenti, quali non raccogliono a pena grani per il loro vivere; et questi non hanno alcun privileggio ma sottoposti a tutte le gravezze et a datii…»
Ai veneziani subentrò nel 1797 la Repubblica Cisalpina, subito sostituita nel 1815 però dagli austriaci, che la inserirono nel Regno Lombardo-Veneto. In quegli anni nacque e visse a Bottanuco Giovanni Maria Finazzi, noto storico ed archeologo.
Con l’unità d’Italia, avvenuta nel 1859, avvenne un primo ma deciso processo di industrializzazione, che permise un notevole miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti.
Bottanuco salì alla ribalta della cronaca nera di metà ‘800 per il caso di Vincenzo Verzeni “lo strangolatore di donne”, primo serial killer italiano, che uccise e barbaramente mutilò due donne, la prima a Bottanuco, la seconda a Pavia. Il caso è famoso per essere stato uno dei primi ad essere studiati da Cesare Lombroso.
Notevole interesse riveste la chiesa parrocchiale di San Vittore di Bottanuco, consacrata nel 1696 e soggetta a rifacimenti nei secoli successivi. All’interno presenta ornamenti in stile barocco, e dipinti di Federico Ferrario, di Francesco Capella e di Enea Salmeggia. Contiene anche un organo dei fratelli Serassi costruito nel 1854 op.617 e modificato all’inizio del Novecento da Marzoli & Rossi di Varese (1920 circa). Possiede due tastiere di 58 tasti e 2141 canne. Degna di nota è anche la chiesa parrocchiale della Visitazione di Maria della frazione Cerro. Risalente al XV secolo, custodisce un bell’altare maggiore, un organo edificato nel 1776 da Angelo Bossi e dipinti di Pietro Ronzelli e di Troilo Lupi.
Sempre in ambito religioso meritano menzione la chiesa di San Giorgio, edificata nel 1550, e anche la chiesa di Benbrusat, di cui si hanno notizie già nel 1630, a seguito delle epidemie di peste di manzoniana memoria.
Importante in ambito storico è anche il palazzo conti Morlacchi, antica villa signorile.
Molti elementi storici di Bottanuco sono andati distrutti nel tempo, come la chiesa di San Michele, già in rovina nel 1500, il Castello dei Suardi, abbattuto a Cerro alcuni decenni fa. Altri sono andati persi in tempi più recenti, tra questi, lo stemma del Colleoni affrescato nel 1700 sopra un portone in via Finazzi, distrutto nel febbraio 2006 e la Cascina seicentesca di via San Giorgio, demolita il 4 maggio 2006[8]. Un’auto ha invece sventrato l’ottocentesca Cappella della Madonna del S.S. Rosario il 5 aprile 2006. La cappella, ritenuta pericolante, è stata abbattuta definitivamente e in seguito ricostruita (la nuova Cappella della Madonna del SS. Rosario è stata inaugurata il 13 luglio 2010).
I SIFOI di Bottanuco
Bottanuco è nota per la presenza del Gruppo Folkloristico Musicale “I SIFOI di Bottanuco”, la cui fondazione risale al 1867. Nel 2017 I SIFOI hanno celebrato il loro 154º anniversario di fondazione.
Il Motoclub Polisportiva Bottanuco, nasce nel 1990 grazie alla passione per le due ruote di un gruppo di amici tra cui Claudio Pozzi, Franco Favilli, Giorgio Paganelli, Rino Pozzi ed altri che raggiungendo il numero minimo di 25 soci riescono a fondare il sodalizio e ad iscriverlo alla Federazione Motociclistica Italiana.
Il primo Presidente fu Franco Favilli, coprendo questa carica fino al 2010 ed attualmente Presidente Onorario. Giova ricordare come alcuni dei fondatori venivano da esperienze di iscrizione con altri sodalizi, come Motoclub Osio Sotto e Motoclub Bergamo. La passione si trasforma nel desiderio di dare vita ad un Motoclub in Bottanuco per poter organizzare i primi motoraduni.
Va sottolineato che circa nel 1950/55 a Bottanuco era già stato fondato il Motoclub, quando un gruppo di giovani di Bottanuco e dintorni si associarono e tesserarono al Motoclub Italia. La loro sede era il Bar S. Giorgio in Via S. Giorgio a Bottanuco. Dopo alcuni anni si sciolse.
La MotorFest che si svolge a luglio a Bottanuco è tra gli eventi per centauri più animato e seguito.
Ora viene realizzato nella zona industriale, ma io ricordo quando veniva organizzare nel piazzale del mercato ed animava l’intero paese con le sgasate dei motociclisti più vivaci. E la sfilata di moto la domenica pomeriggio che con il potente rombo metteva allegria e adrenalina.
Il comune di Bottanuco lo ricordo con molto piacere per alcuni fatti personali, uno di questi è il biglietto che mio figlio ricevette alla nascita dal sindaco come segno di benvenuto. Un bellissimo e tenero gesto, portatore di un grande valore civico: l’accoglienza. E questo ricordo l’ho condiviso con tutti voi qui sotto.

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