Bergamo una fredda mattina d’autunno del 1969, Elvira e Sebastiano si incontrano. È l’alba di quell’Italia sessantottina in cui era forte il desiderio di cambiare, ma anche quello di conservare. Tra loro si instaura, da subito, un profondo sentimento. Lei è una ragazza impegnata politicamente, contrastata dalla sua ricca famiglia borghese. Lui approva le sue idee, ama la musica, ma non quanto ami Elvira. E proprio mentre decidono di vivere insieme lei scompare misteriosamente.
Lo accompagnò con lo sguardo fino all’ingresso. Poi lui, reggendo il mazzo di rose rosse a stelo lungo, varcò la soglia ricambiandole una tenera occhiata d’intesa. …
LEGGO PER LEGITTIMA DIFESA
Ci sono libri in cui ti riconosci di più che in altri e con Elvira le coincidenze sono infinite.
Questa storia nasce nel 1969, come me, e poi percorre, a tratti lentamente a tratti con un salto lungo dieci lustri, una storia che è soprattutto tenerezza e rispetto. Un racconto che chiede un’emancipazione femminile che risponderà molti anni dopo, che chiede conto di ingiustizie che avranno risposte molti anni dopo. Cinquant’anni di storia in paziente attesa che la fine sveli il senso dell’inizio.
Questo bellissimo romanzo si muove su tre momenti. L’antefatto, l’attesa e le risposte. L’antefatto è il racconto di situazioni di antagonismo tra borghesia e proletariato, tra ingenuità e falsità, tra diritti reclamati e negati, tra amori e affari, tra libertà e gabbie.
L’attesa, lunga tutta una vita, come lo è sempre. Perché non basta una vita per capire cosa ci è successo, dove abbiamo sbagliato e come essa ci ha tolto o deviato.
Ed infine le risposte che arrivano, quando ormai non le aspettavamo più. Quando ormai ci siamo rassegnati a non vedere il lume della ragione di un’esistenza. La nostra e di chi abbiamo amato.
Elvira è un album di ricordi indelebili, bianco e neri dei primi anni settanta, grigi di una lunga vita di lavoro, e di colori frizzanti come quelli delle scogliere sull’Atlantico.
Elvira è una ragazza di famiglia, è bellezza, armonia ed intelligenza. Ma Elvira è soprattutto Sebastiano. Purezza e amore, rispetto e sogni. Non si può non avere stima di Elvira, ma non si può, soprattutto, non amare Sebastiano. Sebastiano è la fiducia, l’accettazione dell’attesa, la fedeltà al suo ruolo. La versione femminile di una Penelope moderna, ma che al contrario di penelope edifica ed onora sempre la sua vita ed il suo ruolo, anche la notte.
Credo che Riccardo abbia scritto questa lunga attesa, questa rivoluzione, per dimostrare che il nemico delle donne non sempre è l’uomo. Molto spesso lo è la storia. Una, più o meno, naturale evoluzione della specie che prima o poi, per selezione naturale ci porterà ad una specie unica, di un unico sesso, di un unico colore.
Uomo e donna, poveri e ricchi, borghesia e proletariato che devono sciogliere le fila della storia per riprenderne i capi e riportare le ragioni, gli amori. Riportare le lettere e le fotografie per riaccendere la vita.
Continuo a leggere, per legittima difesa e per amore dei libri. Continuate a leggere anche voi. Amerete Elvira e Sebastiano e tutti i personaggi di questo meraviglioso racconto bergamasco.