UN MOMENTO FA, FORSE

GIOVANNI ARDEMAGNI Un momento fa, forse

“Si spogliò mostrandomi le sue nudità. Io accesi una sigaretta e l dissi: ‘non cercare di sedurre il mio corpo, ma la mia mente’. Si rivestì e mi parlò di sé.  Fu il  preliminare più  intenso e soddisfacente della mia vita.”

   Charles Bukowski

INVITO ALLA LETTURA

In una Zurigo frenetica, il tempo si ferma, un momento fa, forse. Due amici, Marcel e “G” Vengono licenziati dalla loro azienda. Essere licenziati a 50 anni non dovrebbe essere una condanna ma un’opportunità di proseguire il proprio cammino verso una realizzazione personale in crescendo, invece, il romanzo di Giovanni Ardemagni ci rimanda in modo implacabile alla fragilità di una società mediatizzata, convulsa e sterile di soluzioni appropriate alla grandezza dell’uomo, lasciando i due protagonisti al loro libero arbitrio.

 

GIOVANNI ARDEMAGNI, classe 1959 è un italo-svizzero, consulente in logistica  e formatore aziendale nel settore bancario italiano e tedesco. Ha pubblicato il romanzo Il camaleonte equilibrista ed il racconto per bambini Pacco Felice., 

 

MIA RECENSIONE

Buongiorno
Un momento fa, forse eravamo altrove. Ora qui. Quello che cambia un momento da un altro è l’azione non lo scorrere del tempo. Una decisione presa o subita. Ringrazio Giovanni Ardemagni per avermi inviato il suo terzo romanzo che ho letto in poche ore. Giovanni Ardemagni è un frontaliero, uno dei tanti che macina kilometri per vivere in Italia e lavorare in Svizzera, uno che ha e mantiene la doppia nazionalità perché entrambe gli forniscono una ricchezza culturale notevole. Il calore italiano, il rigore svizzero, il cibo e il vino italiani, i mezzi pubblici e la burocrazia svizzeri, la riservatezza e l’apparente sobrietà svizzero-tedesca condita dallo scambio empatico e, qualche volta cialtrone, maccheronico. In realtà luoghi comuni. Leggendo queste righe ho avuto riconferma che gli italiani sono un grande popolo di gente che mette i sentimenti al primo posto. A volte i sentimenti e i vizi più bassi, inficiando la buona convivenza, negligenti e disonesti, ma più spesso con il coraggio di arrendersi a sé stessi. Sappiatelo ancora una volta che siamo molto invidiati per i nostri paesaggi e per la nostra gastronomia, ma soprattutto perché abbiamo il coraggio di viverci. Come ci svela Giovanni, in questo suo romanzo, l’efficienza, le regole di mercato ed il profitto sono muse che hanno sedotto i popoli del nord e che continuano a reggere il loro timone. E da cui dovremmo farci conquistare un po’ di più anche noi, ma se ci si lascia prendere troppo la mano da questi rigori, come narrato in queste righe bellissime, non si può che allontanarsi dalla propria e altrui umanità e diventare uomini soli.
Marcel e G., i protagonisti del racconto, si spoglieranno, causa licenziamento per riorganizzazione aziendale, dei loro abiti di lavoratori freddi e distanti, per rivestire i panni degli uomini fragili che tutti siamo. E sveleranno i loro veri amori, i loro veri desideri, i loro veri sogni, e questo spogliarsi e rivestirsi di nuova umanità li avvicinerà rendendoli fratelli. E scopriranno, proprio perché si lasceranno andare, di essere in fondo uguali, bisognosi dello stesso amore, affamati di amicizia e follia, assetati di bellezza e incanto. Un libro è sempre un viaggio. E Giovanni ci conduce sapientemente in luoghi italiani e svizzeri a lui ben noti, ma soprattutto ci conduce verso l’umiltà e la comprensione che quando troviamo il coraggio di toglierci la maschera degli uomini grandi, diventiamo uomini veri.
Un attimo fa, forse avrete guardato la copertina del libro per curiosità, ora spero la riguarderete per prenderne nota e ordinare questo tour nei luoghi dell’anima. Buona lettura e buon viaggio.

GIOVANNI ARDEMAGNI

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