LA BELLEZZA COMPLICE

GIULIANO ZANCHI La bellezza complice

“Il lavoro è come un palo: ha due capi. Se lavori per uno che se ne intende gli dai qualità, ma se lo fai per uno stupido, basta contentare l’occhio.”

Aleksandr Isaevic Solzhenitsyn

INVITO ALLA LETTURA

Arte, cucina, moda, design, spettacolo, fiction, arredamento, grafica, comunicazione, insomma tutto quanto coinvolge la nostra vita viene confezionato con attenzioni estetiche persino ossessive. La seduzione è diventata un co­mandamento sociale. La bellezza ha riempito il mondo e plasmato i nostri occhi. Ma che sia anche in grado di salvarlo è tutto da vedere. La congiunzione tra mercato e tecnica fornisce con prodigiosa efficienza quegli strumenti ma­gici, soprattutto digitali, che sono indispensabili agli individui di questo tempo per modellare identità dove regnano incertezze. La cosmesi è così diventata la forma del nostro mondo. Ma si tratta solo di apparenza?

 

GIULIANO ZANCHI, sacerdote e teologo, è direttore scientifico della Fondazione Adriano Bernareggi (Bergamo) e vice presidente dell’AMEI (Associazione Musei Ecclesiastici Italiani). Si occupa di temi al confine fra l’estetica e la teologia. Dal 2021 è direttore della “Rivista del clero italiano”. Ha scritto  e pubblicato con Vita e Pensiero nel 2003 Lo spirito e le cose, luoghi della liturgia nel 2010 Salomone e le formiche, la legge di tutti i giorni, nel 2011 il genio e i lumi. Estetica teologica e umanesimo europeo, nel 2012 Prove tecniche di manutenzione umana, nel 2015 L’arte di accendere la luce, nel 2018 Rimessi in viaggio, nel 2020 I giorni del nemico e La bellezza complice.

 

MIA RECENSIONE

LA SEDUZIONE

pare sia la cosa che più conta nella società oblomovista in cui ci stiamo riducendo.

Pare sempre più impossibile una chiacchierata in cui i partecipanti non facciano istintivamente bella mostra di sé, o quanto meno ci provino
E da oblomovisti a volte ci riduciamo inetti ad onorare i tempi che furono, a rifugiarci in ricordi e castelli in aria di quanto belli e bravi fummo, se oggi ci viene difficile continuare ad esserlo.
Oppure ci riduciamo in padiglioni cancro a lamentarci di ritenute ingiuste rovinose e degradanti senilità.
Questo quando ormai il sogno di bellezza è passato o infranto.
Ma, fino a quando tale sogno ci sembra realizzabile, quello è il gioco in cui ci rifugiamo con assidua costanza. Esercitandoci a volte ad essere i maestri e a volte Margherita.

Il gioco della seduzione, che di tutt’altro che di un esercizio ludico si tratta, è innato e perpetuo.
Il bisogno di conferme ed affetto si pratica tutta la vita e tutta la vita del resto è necessario praticarlo

La voglia di essere belli ci esorta spesso anche a rimanere dignitosi, presentabili.
Almenno fino a quando il circuito non si incanta e il desiderio di esercitare il proprio fascino non deborda ai limiti dell’eccesso, stravolgendo persino lo stesso concetto di bellezza.
A quel punto la necessità di attirare l’attenzione su di sé sconfina in lande sempre più deserte di etica, virtù ed estetica.
Il culto dell’horror ne è un esempio

Le vie di fuga poi sono le più bizzarre

Ripensare al concetto di bellezza è un esercizio ed una riflessione da fare con costanza, ripensandoci e riguardandoci con occhi ragionanti e cuori pensanti

Il bello, bravo, il super, sono in ogni caso sempre concetti relativi

Per me, che detesto ormai anche le semplici chiacchierate in cui si ragiona solo di estetica o in cui si tenta solamente di soddisfare la necessità di essere oggetto o soggetto seducente, domani sarà un onore parlare di Bellezza con Don Giuliano Zanchi

Vi aspettiamo domani mattina alle 10.30
sempre nella piazza più bella di Bergamo

Al Dehor della Pasqualina
Vi aspettiamo con tutta la vostra bellezza,
interiore!

GIULIANO ZANCHI

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