MAGISMO DEL GESTO i segni delle corna nell’arte
“Ma guarda, guarda come porta di scatto la mano indietro, alla base del collo. Per questi gesti ci si può innamorare, per tutta la vita.”
Virginia Woolf
INVITO ALLA LETTURA
Questo saggio si pone l’attenzione sui segni che muovono forze invisibili, ritenute sovrannaturali, attraverso il magismo del gesto. Vengono presi in considerazione soprattutto i gesti di matrice pagana inseriti anche in un contesto veterotestamentario o cristiano. Il potere dei gesti manifesta nelle cerimonie sacrali la forza e la presenza in terra del mondo divino. Gli artisti documentano nelle loro opere gesti utilizzati nei rituali o nella liturgia, e anche in ambito popolare. Se le statue, i dipinti e gli oggetti religiosi sono considerati simboli materiali in cui soggiorna lo spirito del divino, i gesti messi in azione nelle consacrazioni, nelle invocazioni, nella liturgia, nei riti funebri, si possono interpretare come elementi importanti della prassi teurgica. Questi gesti lasciano trasparire quella terra di mezzo, non totalmente risolta, dove non si capisce fino in fondo se agiscano le credenze superstiziose o la fede indubitabile nel mondo divino.
MAURO ZANCHI è critico d’arte, curatore e saggista. Dirige il museo temporaneo BACO (Base Arte Contemporanea Odierna), a Bergamo, dal 2011. Suoi saggi e testi critici sono apparsi in varie pubblicazioni edite, tra le altre, da Giunti, Silvana Editoriale, Electa, Mousse, CURA, Skinnerboox, Moretti & Vitali e Corriere della Sera. Scrive per Art e Dossier, Doppiozero e Atpdiary.
MIA RECENSIONE
A COSA SERVONO LE MANI
Mani belle, mani addio
Adagio un po’ con brio
La vita riprende dal fondo e con domani
Le mani dovrò usarle anch’io
Su questa roccia che è il tuo addio
E in uno scaffale del tempo cercare
Mani per la noia di quando piove
Mani per la gioia che si rimuove
Mani per la naja di attendere
che un’altra mano appaia
A cosa servono le
Mani non saprei suonavo il pianoforte su di lei
Credevo fosse un’arte e adesso che
Ne faccio delle mani se lei non c’è
Non c’è, non c’è, ecco a cosa servono le mani
Per caso le ho sgranchite e già le rimuovo un pò
Due farfalle di nuovo ho
Voglio uscire stasera che sia primavera o no
E voglio averne a piene
Mani di noci da schiacciar così
Di luce da inondare qui il contro veleno
Dei funghi dell’umiliazione
Dell’unghie nelle tue sottane
Per me tu eri l’acqua, il pane
Il sangue, le vene mi servono buone
Mani non le tue, da quattro sono diventate due
E stanno sempre in tasca chiuse a pugno
Ferite dallo specchio del mio bagno
Eh, vorrei strappare marijuana dalla terra
Vorrei la pace e poi vorrei la guerra
Ma è vero non possiamo star lontani
In fondo voglio ancora le tue mani
È inutile che chiami
A cosa servono le mani
Per caso le ho sgranchite e già le rimuovo un po’
Due farfalle di nuovo ho
Voglio uscire stasera che sia primavera o no
E vai col tango delle mani amico mio, ah ah
Appoggia il tuo violino sul leggio
Del tuo tumore sa tutta l’orchestra
Dirigi per il tempo che ti resta
A che, a chi, a cosa servono
Le mani adesso so
A far le corna dire si o no, oh
A pizzicare un dolce, un culo pieno
A dare un fiore, a dire io ti amo
A che, a chi, a cosa servono le mani se non puoi
Congiungerle e pregare senza un Dio
Ci puoi contare quattro cinque sei
E modellare un’altra uguale a lei
Tutta meritava di essere ricantata questa canzone di Umberto Tozzi, perché ciò che sono capaci di fare le mani è così incredibile che ci si può innamorare tutta la vita per un gesto delle mani!
E i gesti, per noi italiani che non sappiamo parlare senza (abbiamo provato a legare le mani ad un tizio che gesticolava come un maestro di musica mente parlava…. Non è più riuscito a finire una frase, tanto si sentiva imbavagliato!), I gesti sono l’abito della voce e L’IMAGINE AGENS cui riconosciamo poteri enormi, sin dall’antichità.
Nelle tombe sacre degli egizi e nelle pitture rupestri, nei disegni dei bambini e nei dipinti più famosi.
Ovunque si ritragga l’uomo, a colori ed a parole, ne si immortalano i suoi gesti
Ci sono gesti che passano inosservati e che invece sono carichi di significato, e c’è ne sono altri che occupano tutta la scena tanto sono evocativi e considerati potenti
Uno su tutti il gesto delle corna
La mano con medio ed anulare raccolti nel palmo, il gesto delle corna, che ha un potere suggestivo micidiale
Mauro Zanchi ci racconta la storia di questo gesto e ci porta con sé in un viaggio che parte dalla notte dei tempi, attraversa culture millenarie ed opere d’arte magnifiche, al fine di capire perché un gesto tanto semplice e tanto antico abbia avuto in passato – e per alcuni ne ha ancora oggi – un potere così enorme.
Il gesto delle corna mette persino in relazione con i santi e con i demoni, ma come si è arrivati a scegliere questo gesto e non un altro per veicolare tanti significati? Mauro cerca di darcene una documentata ragione in questo suo libro:
MAGISMO DEL GRSTO, I SEGNI DELLE CORNA NELL’ARTE Edito da Moretti & Vitali di Bergamo
I gesti sono in relazione con il corpo, e ad un gesto come quello delle corna, spesso, ne segue un altro: le mani sulle palle