L’UOMO DALLE CIGLIA INTRECCIATE

Alessandro Cuppini L'uomo dalle ciglia intrecciate

“L’amore è una canzone lontana nel tempo che ti tiene sveglio la notte”

                   Maria Di Pietro

 

INVITO ALLA LETTURA

In un paese della Sicilia un uomo torna a bordo di una carretta del mare, clandestino tra clandestini, dopo trent’anni passati all’estero. Era scappato alla vigilia delle nozze per un omicidio involontario. Riavvicina l’antica fidanzata, che nel frattempo ha contratto un matrimonio di convenienza senza amore con un uomo che la tradisce continuamente, e comincia un rapporto fatto di incontri nascosti e frettolosi. Per restarle vicino, il clandestino si adatta a fare il motorista di un boss mafioso che fa lo scafista tra Libia e Sicilia. Tuttavia gli anni non sono passati senza cambiare i rapporti tra le persone. Virginia, pur se ancora innamorata, sembra incapace di affrontare un incerto destino di fuggiasca…

 

ALESSANDRO CUPPINI è nato a Bologna ma vive a Bergamo da 45 anni. Ha iniziato a scrivere nel momento in cui ha smesso di lavorare ed è andato in pensione, e non sono non si è più fermato, ma ha riscosso molti riconoscimenti ed oltre 70 premi letterari prestigiosi. Oltre a collaborare con alcuni giornali e la rivista IL GIOPI’, ha scritto oltre una ventina di libri. Sarà l’aria romantica e culturale che respira in città alta dove vive? Forse, sicuramente la sua lunga vita in giro per il mondo per lavoro lo ha arricchito personalmente e gli ha fornito di moltissime storie da raccontare.

 

MIA RECENSIONE
L’AMORE È UNA COSA INUTILE
ma che alimenta la vita.
L’amore è una canzone che ti lega a qualcuno, che ti entra nella pelle e che inutilmente ti tiene sveglio la notte, distante dalla realtà il giorno.
Alessandro Cuppini, bergamasco ormai da 45 anni, ci porta con questo suo romanzo a Catania in una notte di giugno.
Lui che per lavoro di mondo ne ha conosciuto e visto, di gente ne ha vista e conosciuta, ha potuto raccontarne davvero una volta andato in pensione.
Questo è il romanzo dello strazio dell’inutile, delle contraddizioni della vita, del sentimento sempre in contrasto con la ragione, dell’amore che serve solo a fare pazzie e della vita che senza pazzie, però perde il suo gusto, ed in fondo forse, anche la sua ragione.
C’è una canzone che accompagna tutta la vicenda qui narrata, perché rinchiude in poche strofe che cos’è l’amore romantico, quello che fa attraversare gli oceani e che accompagna tutta un’esistenza.
Un piccolo cadeau d’addio, custodito nel cuore e reso prezioso dai giorni, dalle notti.
A giugno ogni donna è una gioia non bevuta fino in fondo, un desiderio che attira e stravolge, ma che non si concederà mai completamente.
Perché quando lo farà tutto sarà diverso.
L’abitudine e la ragione sbiadiranno anche i colori più belli, i sogni più grandi, le notti più calde, i profumi più intensi.
E chi non si arrenderà al sogno infranto e al risveglio, non potrà altro che piangere l’infamità.
La natura è questa, forse una natura bottana, pronta a tradire, ad abbandonare solo per capriccio, come fosse stato un gioco di un giorno solo e non l’amore di una vita intera.
La natura è così e a chi non lo comprende non resta altro che piangere da solo, ma anche piangere non servirà.
Chiagnisse sulo, ma che chiagne affà.
La Sicilia è una terra dolce la notte e amara di giorno, addio mia bella terra, amara terra mia, amara e bella, cantava Modugno.
Bravissimo Alessandro!
Hai colto in pieno il carattere siciliano, la gelosia, l’istinto che prevale sulla ragione, il profumo degli aranceti e il mare che tradisce.
Un mare che si fa culla e tomba, proprio dopo averti fatto sognare la terra anche tutta la vita.

Alessandro Cuppini, uomo dalle ciglia intrecciate

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

La Cultura è la nostra più grande ricchezza

Promozione culturale
                               Organizzazione eventi

Valorizzazione del territorio bergamasco e del Capitale Umano bergamasco
scrivimi@paginebergamasche.it

Pagine Bergamasche

da un 'Idea di Maria Di Pietro