“Tutti gli uomini, senza eccezioni, sono degni di compassione, non fosse altro che perché vivono”
Alberto Moravia
INVITO ALLA LETTURA
Il romanzo, ambientato tra Bergamo Alta e un piccolo paesino in provincia, in cui i protagonisti vivono, lavorano e si amano, è un veloce scorrere di eventi che prendono il via ai tempi dell’occupazione nazista, quando Nando e la sua famiglia contrabbandano carne per le vie di Città Alta. Giulio, Piera, Nando, Elisa, Massimo sono alcuni dei protagonisti le cui storie si intrecciano in un complesso gioco di intrighi, tradimenti, dolore e amore, odio e perdono. Al centro del libro c’è la fede, l’anello nuziale simbolo del matrimonio, e quella in Dio, che velatamente viene chiamata in causa giocando sul duplice significato della parola, quella che guida molti dei comportamenti dei protagonisti e su cui lo scrittore si interroga cercando delle risposte agli eventi che si susseguono.
ALESSANDRO VAVASSORI ha 42 anni vive è nativo di Bergamo ma con la moglie e i suoi figli vive a Comun Nuovo, dove esercita la professione di ingegnere ed ha ambientato i suoi libri. Nel tempo libero legge e scrive. Per Silele ha già pubblicato «La fede» e «Le mani sulle palle» e BarStardo.
MIA RECENSIONE
Probabilmente si. In questo racconto amaro alla Moravia di
Alessandro Vavassori sembra questo il mestiere di vivere per cui tutti siamo nati.
Confrontarci con le illusioni, poi con le delusioni e le frustrazioni.
I sensi di colpa e quelli di inferiorità
Le voglie del corpo o quelle di rivalsa o di riscatto.
La scoperta del sesso e dell’illusione che le pratiche in cui ci si lascia andare ci rendano liberi, moderni, superiori
Poi scoprire che siamo a nostra volta vittime di insospettabili bruttine o impacciati.
Il cinematografo per anni ha tentato di far passare l’idea che solo i ricchi ed i belli potessero permettersi l’adulterio. In realtà le corna le hanno sempre fatte e subite tutti, a maggior ragione coloro che non avevano altro che la propria carne quale merce o oggetto di soddisfazione e realizzazione.
I film ed i libri ci descrivono l’amore tra belle donne o gli uomini di successo come il coup de foudre, l’amore vero, eterno ed indimenticabile.
Mentre narrano l’amore tra sfigati sempre come storie di ripiego, antidoti alla solitudine
Quando non si è più attraenti, o non lo si è mai stati, insomma, si prende quel che c’è e lo si abbellisce con la fantasia
La realtà è ben diversa
Il sesso è sesso proprio per tutti. Tutti lo fanno, tutti si lasciano sedurre e tutti ne soffrono le conseguenze.
L’amore è altro, e non è legato alla bellezza estetica.
Il sesso lo fanno anche gli animali del resto.
L’amore no
L’amore vero è per gli umili.
Ci sono molte, troppe persone apparentemente sole, apparentemente accoppiate o apparentemente fedeli. Ma quello che avviene nella realtà è sempre altro.
Un libro della maturità, direi, questo di Alessandro
Un libro del disincanto lucido. Un libro da osservatore di gesti intuiti e letti, compresi.
Il primo di questo autore che continuo a credere che sarà uno dei più famosi e più letti dalle prossime generazioni, visto che la nostra si degna di leggere solo quelli rinomati e pompati dal marketing editoriale
Di Alessandro Vavassori ne leggeranno nelle antologie. Uno stile che accomuna il cinismo moraviano, la disillusione di Pavese, la sagacia di Palazzeschi, la narrazione cittadina alla Calvino.
Con questo libro Alessandro dimostra di aver compreso quali siano le pulsioni e le ragioni umane.
Con i due seguenti ha fatto il passo oltre, quello dalla maturità alla saggezza, perché ha saputo condire di ironia ed osservare con meno sofferenza le debolezze umane.
In tutti e tre i libri la capacità narrativa che lo contraddistingue. Il saper tenere il lettore dentro e fuori dal racconto, lasciandogli l’illusione di aver compreso e poi rimischiandogli i dubbi e le intuizioni.
Aspetto il quarto e poi i successivi libri di Alessandro Vavassori!