“L’ironia è un atto di amore e di libertà; è un aiuto a riconoscere i nostri limiti.”
Claudio Magris
INVITO ALLA LETTURA
…A quel punto la mamma, seduta al mio fianco, incominciò a coprirmi di insulti, rivangando anche episodi del passato, che credevo ormai sepolti con i rottami delle auto che avevo distrutto. Ricordo che le sue parole mi ferirono molto e i toni erano talmente sostenuti che mia figlia Federica, che allora aveva tre anni, intervenne e disse alla nonna: «Il papà non è un cretino… è solo molto sfortunato»…
In questa divertente raccolta ALBERTO MAZZOLENI narra con sincerità e autoironia il suo personale punto di vista su tanti episodi che lo hanno visto protagonista alla guida di mezzi di trasporto “su gomma”. A partire dai primi anni di età, a cavallo di biciclette, fino a giorni più recenti, al volante di automobili, i suoi racconti esprimono tutta la “rombante” passione e talvolta la “calcolata” incoscienza nell’affrontare situazioni che fortunatamente non hanno causato alcun danno a persone terze. La simpatia va subito ai genitori dell’autore, che spesso hanno raccolto i “rottami” ma che non hanno mai smesso di credere in lui, consegnandoci ora “un utente della strada attento, prudente e, finalmente, fortunato.
MIA RECENSIONE
Eravamo anche molto altro, ma in questi giorni in cui i bar sono chiusi e la convivialità vietata si ha nostalgia delle chiacchierate, delle battute, degli aneddoti e delle risate.
Il bar che era ed è occasione per capannello intorno alla bonaria canzonatura, per la più o meno colta discussione politica, per il commento ed il tifo sportivo.
Quando ero giovane studentessa dicevo che tanti lavori sarei stata disposta a fare tranne che lavorare in un bar, perché mi dava e dà fastidio la volgarità.
Poi sono cresciuta, ho fatto varie esperienze di lavoro e ho subìto volgarità ben peggiori di quelle che si manifestano al bar, e non solo dai maschi.
Inoltre le esigenze economiche aumentavano ed al bar, in caffetterie e birrerie, ho dovuto lavorarvi.
Mi si è spalancata la finestra sul mondo.
Come con questa mia rassegna culturale…
Ho imparato a conoscere e riconoscere le persone.
No, non da come si vestono, nemmeno da cosa consumano, ma soprattutto da cosa è come lo raccontano.
Nel proprio registro linguistico, nel tono di voce utilizzato, nella quantità di tempo spesa a raccontare ma ancora di più in quello utilizzato per ascoltare.
Un buon barista deve essere un grande ascoltatore, soprattutto. Un po’ come il barbiere e il sacerdote.
Il libro di oggi, scelto per stemperare l’umore, è il racconto Autoironico che Alberto Mazzoleni ha quasi sempre fatto nei bar che ha frequentato, e che poi ha trasferito su carta approfittando della prima chiusura di quest’anno.
Si è ricreato, ed ha ricreato per noi, pagine e momenti di ilarità con l’ammissione della sua sfortuna alla guida.
Questo è un libro scritto per far ridere, ma è anche un album di fotografie di goliardate bergamasche dagli anni 60 in poi.
Ci sono nominati, descritti e fotografati bolidi e catorci di locomozione memorabili.
È stato bello rivedere la mitica Zagato, l’Ape Car, la Fiat 850 o ben più portentosi veicoli.
Ma anche ricordare le prime gare in bicicletta con annessi incidenti e cadute. Le rocambolesche corse in moto sulle strade di Selvino o di città Alta.
Le scorrazzate in Engadina, in Jugoslavia o le pericolose discese dal Passo del Maloja.
Fresco di stampa, come l’inserto storico di una rivista, vi consiglio la spassosa lettura di questi racconti tra amici, a cominciare dal titolo:
IL PAPÀ NON È UN CRETINO
E SOLO MOLTO SFORTUNATO