IL VIANDANTE DI COLONIA

STEFANO COLNAGHI Il viandante di colonia

“Chi riceve qualcosa senza soffrire, la conserva senza amore.”

  San Tommaso d’Aquino 

INVITO ALLA LETTURA

Il valore di un miracolo non sta nella sua grandezza, ma in quello che ti lascia nell’anima. Idea nata da un mito presente nel folklore della Spagna settentrionale, celebre miracolo operato da San Giacomo di Compostela a Santo Domingo de la Calzada su un viandante di Colonia. Miracolo doppio, perché, non solo il malcapitato pellegrino venne salvato nel momento della decapitazione, ma anche un gallo ed una gallina vennero resuscitati quando già cotti e grigliati.

 

STEFANO COLNAGHI, 1968 bergamasco vive a Fara Gera d’Adda. Ha all’attivo molte pubblicazioni e ricevuto riconoscimenti in concorsi nazionali ed internazionali, come Il ‘Merate’ nel 2004, ‘Il club dei poeti sezione narrativa’ nel 2006, il ‘Santa Maria Castello’ nel 2010, e il ‘Marguerite Youcenar’ 2007 e nel 2011. Ha collaborato con Stefano Corsi e Leonardo Bloch nella raccolta di racconti atalantini ‘Il blu e il nero’.

 

MIA RECENSIONE

Eccoci all’appuntamento del venerdì bergamasco. Oggi sono tornata a Fara lungo le rive dell’Adda, nel bellissimo parco della Gera d’Adda. Questa è la stagione più bella per fare la camminata nel verde che porta sino a Groppello e, da lì, sino alle porte di Milano lungo i navigli. Oggi vi presento Stefano Colnaghi, farese commerciante e viaggiatore. Stefano ha iniziato a scrivere sin da giovane nel giornale locale ed ha continuato a raccontare e ad inventare storie vere e verosimili da allora. Ha scritto molto intorno all’Atalanta e agli atalantini, descrivendone vizi e virtù però familiari ad ogni latitudine. Con ironia e rispetto, con sagacia e ammirazione.
Il suo lavoro di agente di commercio multinazionale lo ha portato in giro per il mondo dove ha incontrato nuova, ed in fondo, sempre uguale umanità, occasione sempre ghiotta per un appassionato di vita e narrazione. Con ‘Il viandante di Colonia’ ci porta in uno dei suoi viaggi nella penisola iberica, sulle orme di Santiago de Compostela, lungo il percorso che tocca borghi e paesaggi in cui la storia e la fede disegnano le vie ed i contorni. Ci racconta di una leggenda, o di un fatto per chi crede, avvenuto a Santo Domingo della Calzada, di un doppio miracolo avvenuto, di ingiustizie e fede, di comportamenti promiscui e gretti, ma anche di accettazione e speranza. Costruisce un romanzo per raccontarci di un mito, aggiungendo eventi che non solo non stravolgono il senso di quanto avvenuto, ma ne arricchiscono lo spessore umano e culturale. Il racconto di Stefano Colnaghi ha il merito di aver saputo fondere capacità retorica e riconoscenza dei sentimenti, di aver utilizzato una costruzione logica per rivelarci quanto di più illogico ci sia: il miracolo, di aver saputo aggiungere fatti senza tradire i fatti. Quando si intraprendono percorsi come la lettura si scoprono paesaggi ameni o ombre inquietanti, ma arrivati alla ultime pagine si raccoglie sempre la gioia e la soddisfazione di aver scoperto e riscoperto noi stessi. In fondo alla passeggiata che da Fara ci porta a Groppello potrete ristorarvi con un delizioso gelato, ma anche vedere le ruote dei mulini ad acqua ancora presenti sulle rive.
L’acqua che muove questi enormi cerchi è sempre nuova e sempre la stessa, come nella vita, I passi e le parole che muovono i fatti e le emozioni sono sempre nuovi e sempre gli stessi, ma la meraviglia e la fatica di aggiungere acqua ad acqua, parole a parole, cammino a cammino hanno il compito di farci amare ed apprezzare di più ogni ritorno.
Stefano Colnaghi ha scritto molto e molte ancora saranno le benedette occasioni di parlare di lui. A presto!

STEFANO COLNAGHI

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