IL DEFINO DEL GANGE

ALESSANDRO CUPPINI Il defino del gange
“l mare insegna ancora una cosa importantissima per la sopravvivenza dell’uomo stesso… Gli insegna che dietro ad un orizzonte ce n’è sempre un altro … “

Enzo Maiorca

INVITO ALLA LETTURA

Nella Bombay degli anni 80 il responsabile dell’ufficio commerciale di una ditta italiana viene invitato a partecipare ad una battuta particolare. Un delfino in via d’estinzione, un acquario ed un giallo da risolvere. Sicuramente un atto d’amore verso il pianeta.

 

ALESSANDRO CUPPINI si presenta ai: non ho mai saputo di avere la passione per la scrittura finché non ho avuto il tempo di dedicarmici. Infatti se si escludono occasionali collaborazioni ad alcune riviste, scrivo da quattro anni, da quando cioè mi è stato concesso il tempo di ripensare a ricordi ed esperienze maturate nei viaggi all’estero per lavoro e alle memorie di persone incontrate o perdute. E mi sono accorto che le storie che racconto sono tutte lì, nella memoria, accumulate in anni di osservazioni inconsapevoli, e aspettano solo di essere trasportate su carta. Dei paesi che ho visitato sono sempre stato attirato dagli aspetti sociali, che poi ho cercato di trasferire nei racconti e romanzi che ho scritto. Nelle persone ho cercato di capire i motivi dei comportamenti. Ho pubblicato una quindicina di libri, in gran parte come premi di concorsi vinti.

 

MIA RECENSIONE
PREDATORE
Per eccellenza è l’uomo. Unico del regno animale che caccia per il solo ‘piacere di farlo’, ma senza Il pentimento agostiniano.
Con Alessandro Cuppini, bolognese di nascita ma cittadino di Bergamo da mezzo secolo, ieri ho viaggiato in India.
Alessandro vive in città Alta e nell’ultimo ventennio ha pubblicato, grazie anche al fatto che si è reso più libero dal lavoro, grandi libri. Un pluripremiato scrittore che ha saputo narrare di mari e di monti, di terre lontane e di sguardi vicini.
Col il delfino del Gange, il platanista, razza in pericolo di estinzione, ci racconta l’India del ventunesimo secolo. Gigante parco naturale tramutato in cloaca a cielo aperto, dove tutti i vizi e le contraddizioni umane si esasperano e, incomprensibilmente, convivono.
l’India attualmente è il paese più povero al mondo, con un tasso di inquinamento scandaloso, con una carenza igienica oltre il limite della sopravvivenza.
Un luogo dove tutto avviene.
E per l’avidità occidentale è terreno predatorio ottimale. Meraviglie ed unicità da frodare, intrallazzi commerciali miliardari, che avvengono quasi indisturbati, e possibilità di fare e vedere cose inimmaginabili in Europa, soprattutto.
Il libro racconta di una caccia al delfino più raro da catturare per un acquario europeo. Trofeo per generare file di paganti agli ingressi di questi circhi delle meraviglie.
Venghino siori e siore lo spettacolo è servito!
Una narrazione che ci porta in uno dei fiumi più inquietanti e inquinati del mondo.
Acque insalubri, draghi moderni, usanze alimentari raccapriccianti, morie umane ed animali continue.
L’India, patria di cervelli informatici e non solo, qui raccontata per il suo essere continuamente fucina di vita precaria e morte continua.
Cadaveri pasto per i coccodrilli, dissenterie ed infestazioni ovunque, un girone infernale dove non sorprende più la morte, ma la vita.
Letto ieri, mentre sulla sdraio al riparo dal vento mi godevo il sole, e mentre, tra un capitolo e l’altro postavo qualche commento, strideva ancora più forte il borbottio continuo dei nostri connazionali che si lamentano dai loro divani di lusso perché non possono più muoversi nel circolo infernale della bolgia dei divertimenti, che chissà perché fino ad un anno fa per altro disprezzavano…
Letto ieri, appunto, mi ha reso ancora di più intollerante verso chi si lamenta delle attuali restrizioni.
Il covid esiste, la povertà esiste, le malattie, l’inquinamento, i traffici illeciti e nocivi esistono.
E non sono a migliaia di km da noi, ma a poche ore di aereo.
Il mondo è un villaggio.
Ciò che accade in India, in Africa o nell’Antartide riguarda tutti noi.
l’India rimane la Città della Gioia di Dominique Lapierre. Da questo mondo si può non tornare per una gastroenterite, oppure tornare rinati alla vita.
Ma l’Occidente continua a fare le sue battute di caccia ludico-ricreative…
Cosa ci sia di ludico o ricreativo nella caccia e nella morte, nella prigionia degli uomini o degli animali, non l’ho ancora capito.
Ma sono tante le cose che non capisco, del resto…

Alessandro Cuppini, il delfino del gange

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