QUALCOSA INVENTEREMO

SIMONE ROCCHI Qualcosa inventeremo

“Se niente può salvarci dalla morte, l’amore almeno può salvarci dalla vita.”

Pablo Neruda

INVITO ALLA LETTURA

Giacomo “Jack” Alighieri ha una routine collaudata che non ha alcuna voglia di cambiare, così come non ha voglia di fare molte cose. Giorno dopo giorno la sua vita comincia con la sveglia nel suo bilocale, continua per otto ore in un ufficio e si conclude la sera al BarCellona, tra nostalgici degli anni Ottanta, idraulici amanti del teatro, personaggi muti o solo silenziosi, birra e vino bianco. E narrazioni fantasiose al bancone del bar, che lo vede di volta in volta cantastorie o imbonitore, truffatore della realtà o suo archivista. Avrebbe potuto continuare così per sempre, magari aggiungendo ogni tanto un’uscita con l’amico storico, ma una serie di bigliettini di cartone lasciati sul tavolo della cucina del suo appartamento cambiano tutto. Poche parole scritte con una grafia che odora di femmina e di avventura, un luogo e un orario. Un appuntamento con il destino, ma di chi?

 

SIMONE ROCCHI è nato a Bergamo nel 1987, ma ogni tanto si sente più adatto al Vecchio West. In Edoné, tutti lo chiamano “Claudio”: tra leggende metropolitane e ricerche anagrafiche, la questione rimane controversa. Le sue performance al Festival del Casoncello, di certo, non aiutano a chiarire la cosa. Appassionato di sport e storie strane, collabora con giornali e riviste della sua città; con il collettivo Gli Imbrattatori ha scritto la raccolta di racconti Lo Scirocco Dura Solo Tre Giorni. Qualcosa inventeremo è il suo primo romanzo.

 

MIA RECENSIONE

Oggi è venerdi e QUALCOSA INVENTEREMO per il weekend estivo alle porte è perfetto.
Simone Claudio Rocchi, per gli amici dell’Edonè Claudio, è un giovane bergamasco di città, laureato in Economia e bancario di professione. Nel tempo libero, oltre alla passione per i casoncelli, diletta e si diletta con la scrittura e i racconti. Con le parole. Quelle ironiche e sagaci, quelle serie o fantastiche. Le parole che ricordano o inventano, ma che una volta dette e scritte non tornano più, come note al vento, nello strumento da cui sono nate. Ha collaborato con riviste cittadine e questo è il suo primo romanzo. Un mix tra pasticciacci brutti, non in via Merulana ma nel centro piacentiniano di Bergamo, e un serial investigativo americano. Un poliziesco da ridere, un sofisticato ed ironico racconto di sfumature umane e umanistiche. Una storia che ha del fiabesco, un racconto distopico e forse un po’ autobiografico che inventa situazioni verosimili e surreali. Una storia seria, raccontata con sagacia che ci interroga sul significato del nostro essere qui. Perché, anche inconsapevolmente, il nostro agire è utile e prezioso. La nostra presenza, come quella in un appuntamento con il nostro migliore amico, è fondamentale all’economia della nostra cerchia di conoscenze, ma è addirittura determinativa per il mondo intero. Ogni nostro gesto, consapevole o no, preponderato o no, è causa di conseguenze a noi sconosciute ed inimmaginabili. Cosi, tra una riga e l’altra, tra una battuta d’effetto e l’altra, ho riso molto con QUALCOSA INVENTEREMO, ma di un sorriso profondo e serio perché Simone ha saputo, con padronanza di linguaggio e stile, interrogarmi sul senso della vita e sul valore dell’amicizia. L’amico vero, quell’angelo custode magari un po’ cialtrone e pasticcione, ma che con la sua sola presenza cambia e migliora la vita di chiunque intorno a lui. Persino inconsapevolmente, per il solo fatto di non essere mancato all’appuntamento. Un appuntamento spesso al buio, ma un appuntamento a cui non si può mancare.
Il romanzo è già disponibile nel sistema bibliotecario bergamasco e, per i più tecnologici, anche in e-book.
Per cui non potere assolutamente mancare a questo appuntamento con il nostro autore bergamasco. Attenzione: oggi è venerdì 17, potreste pentirvene! 😱😎😬😂

SIMONE ROCCHI

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