LA VITA A PEDALI

PAOLO ARESI LA VITA A PEDALI

“Le parole non spostano di un centimetro le biciclette..

Francesco Moser

INVITO ALLA LETTURA

È la storia di un ragazzo, uno dei tanti, che sogna di diventare un campione del ciclismo. Alla sua primissima corsa raggiunge il traguardo quando ormai lo striscione che segnala la fine del percorso è già stato smantellato, e attraverso i racconti che compongono questo libro, tutti uniti in un’unica trama, impareremo a conoscerlo. Si narra del lavoro con il padre, della sveglia delle cinque del mattino per caricare il camion per poi andare a scuola, si narra di un’Italia del dopoguerra che tenta di rialzarsi, dell’oratorio, delle gite in bicicletta al fiume e in valle. Un romanzo fatto di sogni, di costanza e soprattutto di emozioni, come quella di ricevere la bici nuova. È la storia di come un bambino qualsiasi con un sogno nel cassetto e una grande passione diventa Felice Gimondi..

 

PAOLO ARESI è nato a Bergamo ma ha origini di Pompei. Il suo primo racconto è uscito nel 1978 (editrice Nord), il suo primo romanzo, Oberon, l’avamposto fra i ghiacci, nel 1987 (Nord). Poi i romanzi Toshi si sveglia nel cuore della notte (Granata Press, 1995), Il giorno della sfida (Nord, 1998), Oltre il pianeta del vento (Mondadori, 2004), Ho pedalato fino alle stelle (Mursia, 2008), L’amore al tempo dei treni perduti (Mursia, 2010), Korolev (Mondadori, 2011), La vita a pedali (Bolis, 2014). Ha pubblicato le antologie: Il Villaggio di Marte (Delos Books, 2013) e I famosi ignoti (Bolis, 2013). Ha vinto il premio Courmayeur nel 1992, il premio Urania nel 2004. Nel 2015 esce un suo racconto nell’antologia Gente di Bergamo (Bolis Edizioni).

 

MIA RECENSIONE

TRA UN MIGLIORE E L’ALTRO
Ci sono in mezzo tante gare e tanto allenamento.
Tanti giovani sportivi e tanti adulti appassionati.
Anche noi a Boltiere abbiamo avuto premiati e podi.
È stato insignito il migliore dirigente “Personalità ciclistica” RENZO BALLERINI LAPRIS, zio del compianto ex CT della nazionale di ciclismo Franco Ballerini, per tantissimi anni presidente della società bergamasca Us Boltiere – Fiorenzo Magni che da sempre si distingue per il suo impegno nel ciclismo soprattutto in campo organizzativo. Ha portato a Boltiere, in collaborazione con il Gs Domus, anche il Campionato Italiano per la categoria Elite nell’ambito della Settimana Tricolore ed altre gare ciclistiche.
Diversi gli indimenticabili del ciclismo bergamaschi ed il primo che sovviene alla mente quando si parla di 2 ruote è sicuramente Felice Gimondi, nativo di Sedrina che di pedali e pedalate ne ha schiacciati infiniti. Salite e discese, velocità e costanza, fatica e sudore.
E mentre si allenava o gareggiava era ‘solo’ e concentrato sul suo lavoro di gambe.
Non sentiva più niente, non vedeva più nessuno, solo una canzone cantava, solo le sue strofe gli facevan compagnia e incitamento, L’immensa di Don Backy.
‘io son sicuro che, per ogni goccia, per ogni goccia che cadrà un nuovo fiore nascerà…’
Forse ispirato dalle gocce di sudore che lui stesso seminava nel suo percorso.
Gimondi nacque con il sogno di fare il ciclista, con il sogno di diventare un campione delle due ruote, un sogno che da sempre lo ha accompagnato.
Sin da bambino, nelle fredde notte invernali passate ad ascoltare racconti davanti alla stufa a legna e poi tra le gelide lenzuola scaldate da un mattone quale unica fonte di calore possibile, nelle case dei contadini delle valli e delle montagne bergamasche.
Professionista dal 1965 al 1979, ottenendo complessivamente 139 vittorie,è stato un campione completo, capace di tenere sul passo, di vincere in salita, a cronometro e anche in volata, sia in grandi corse a tappe che in corse in linea di un giorno. È uno dei sette corridori ad aver vinto tutti e tre i grandi Giri, cioè Giro d’Italia (per tre volte, nel 1967, 1969 e 1976), Tour de France (nel 1965) e Vuelta a España (nel 1968), mentre tra le corse di un giorno si aggiudicò un campionato del mondo su strada (nel 1973) e alcune classiche monumento (una Parigi-Roubaix, una Milano-Sanremo e due Giri di Lombardia); suo è il record di podi, nove, al Giro d’Italia, corsa in cui ottenne anche sette vittorie di tappa.
Una vita fantastica che Paolo Aresi, scrittore e giornalista di ciclismo, ha voluto ricomporre in questo romanzo a lui dedicato.
Lo sport è la migliore medicina, è il migliore insegnante di vita.
Il vero sport è poesia e disciplina.
Due vocaboli sempre meno diffusi.
Oggi che il doping ha invaso anche il dilettantismo, che i campioni sono sempre più fotomodelli lampadati e ritoccati pronti per il fotoflash, che si parla troppo di compensi e sponsor e meno di lealtà e correttezza, ricordare chi dalla fatica vera è arrivato ai podi internazionali è d’obbligo.
E speriamo che da tutte le gocce che gli sportivi lasciano cadere al suolo, nascano nuovi fiori di gentilezza e sano antagonismo sportivo.
e che sui quei fiori una farfalla volerà!
Io son sicura che, in questa grande immensità, qualcuno pensa un poco a me
Non mi scorderà…

PAOLO ARESI

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