LA BELLEZZA FERITA

LUISA COLTURA La bellezza ferita

“Il genere umano tende a ricordare gli abusi a cui è stato sottoposto, piuttosto che le tenerezze. Che cosa resta di baci? Solo le ferite lasciano cicatrici.”

BERTOLT BRECHT 

INVITO ALLA LETTURA

La silloge consiste in 38 poesie scritte dopo un periodo particolarmente faticoso della vita in cui la creatività poetica ha saputo trasfigurare in senso salvifico esperienze dolorose. La ricerca della felicità e del senso ultimo della vita si intrecciano ai ricordi dell’infanzia, segnati dal rapporto fecondo con alcuni familiari e con la natura il cui tripudio di colori, suoni, profumi, illumina il cammino, talvolta oscuro dell’esistenza. Ė proprio l’incontro-scontro con la sofferenza che trova una catarsi in esperienze di bellezza come la maternità adottiva, la fede in un Dio che è fonte di Amore, la speranza di un compimento del proprio destino terreno declinate in versi la cui immediatezza riesce a toccare il cuore di ogni lettore.

 

LUISA COLTURA è nata a Bagnatica nel 1967. Ultima di quattro sorelle. Laureata cum laude in Lettere Moderne al Sacro Cuore di Milano. Ha insegnato per 25 anni. vive a Bagnatica con suo marito ed i suoi 2 figli adottivi.

 

MIA RECENSIONE

COSA RESTA DEI BACI?

Ci chiede Bertolt Brecht.
Delle ferite restano le cicatrici, le rughe, i capelli sfoltiti ed imbiancati.
Delle sofferenze ci restano i rimuginii e le gastriti.
I rapporti lacerati, le fotografie nascoste nei cassetti per lasciare suturare le piaghe più profonde

Dei baci e delle tenerezze resta la gioia intima che sono stati. Una piega della bocca che si insinua in un sorriso timido e celato. Tentativo di pudore che tenta di smorzare fiammelle coraggiose

LA BELLEZZA FERITA di Luisa Coltura, insegnante e mamma di Bagnatica è un diario di ferite e di carezze che tenta di far riaffiorare, tra gli essudati non troppo asciugati di ferite non del tutto guarite, anche l’umidità di baci rimasti appiccicati nella cute e traspirazioni corporee provocate dalle tenerezze non del tutto calmierate dal tempo

L’esperienza del dolore che stimola a compensare il credito di bellezza con la creazione di rime e versi che trasudino attimi incorporei di vita

Gli attimi dell’amore

Amore d’amanti, di figli e di mamme. Di nonne e di ricordi. Di fontane d’acqua da riempirne secchi e di perle nascoste negli armadi.
Cassettoni di massello e risate nel mastello

Passati remoti e recenti raccolti ed intrecciati

Scrivere e fare di conto è necessario apprenderli il prima possibile per muoversi in questo mondo intricato tra istruzioni ed incombenze

Scrivere per fare il conto delle proprie ferite e delle proprie bellezze è necessario a rielaborare al meglio i nostri giorni, metabolizzarne le lezioni, ridare valore agli anfratti più grezzi e reconditi e ridare nuovo vigore alle ore che passano inesorabili ed inesorabilmente

Scrivere poesie è mettere in pratica metrica e tecniche matematico-linguistiche
Un esercizio estetico che fanno in tantissimi, sin dalle elementari. Persino io…

Scrivere Poesie degne di essere rilette nel tempo è molto di più. Un impasto di calcolo letterario e computo emozionale. Così come non basta la farina per fare un buon pane, ma è necessaria la maestria di un panettiere per invadere le vie di fragranze che risuscitino i sensi

Ci vuole Mestiere e Vita vissuta
per riportare su carta bellezza ferita,
non basta la metrica appresa

Buona lettura

Zephyro Edizioni Treviglio
Disponibile anche su
Psicanalisi Bookshop online

LUISA COLTURA

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