>Nella vita abbiamo solo due o tre occasioni per dimostrarci eroi; ma a ogni istante abbiamo quella di non essere vili. René Bazin<
INVITO ALLA LETTURA
”I cannoni di Bonaparte tuonano a Lodi. Un giovane dragone bretone, morso da un cane idrofobo, viene salvato dalle cure di una contadina che poi sposa riconoscente dando avvio alla stirpe dei Nazari. Intanto la Storia vede susseguirsi il dominio degli austriaci e poi quello sabaudo. Oscillando tra entusiasmi e delusioni nei confronti di padroni sempre nuovi, eppure del tutto simili, la gente delle campagne padane prosegue la sua vita. La vita quotidiana della “Gera d’Adda” del XIX secolo scorre in questo libro portando in luce gli umili protagonisti di questa saga contadina. Un’unica speranza sostiene Arturo Ranieri, un giorno potrà raccontare che ogni vita ha un suo valore e s’inserisce a costruire la Storia”
MARCO CARMINATI sposato, un figlio, è nato a Treviglio nel 1953. Appassionato scrittore di storia e cultura locale, è autore di una collana di romanzi storici ambientati in Bergamo e nel suo territorio, tanto nella Bassa, quanto nelle Valli. Ha scritto una sessantina di libri, fra romanzi, raccolte di racconti, saggi e volumi fotografici. Ha collaborato con testate nazionali e locali e con emittenti televisive. È Accademico dell’Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti di Bergamo e Cavaliere di Merito del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio
MIA RECENSIONE
CI SONO STORIE LUNGHE COME UN FIUME
Che come l’acqua che vi scorre parlano lingue antiche e locali, nevi disciolte da monti non troppo lontani che risciacquano battaglie e portano tutto come sabbioni e frattaglie inerti verso fiumi più grandi. Imbastarditi come dialetti che si sposano a forestieri amori
Questa storia di pianura, che ha assistito a poesie e contestazioni, tra ghiaie arrivate da sedimentazioni e rotolii di acque, è la storia della Gera d’Adda, terra agricola di confine, trovatasi suo malgrado ad indossare armature piuttosto che a inforcare tridenti per covoni dorati.
Una storia in cui l’istinto prevale molto spesso sulle ragioni. Un ritratto del carattere ottocentesco di quella parte di bosco e fiume che fu la bassa pianura bergamasca a contatto con il carattere cremonese e quello più spocchioso meneghino.
La poetica del Carlo Porta e la scaltrezza contadina che ben si mischiano e si arrabattano tra mostrini e trine borghesotte…
Marco Carminati è L’Autore Bergamasco per eccellenza. Lessico finissimo che insegna e poetica della romanza storica di prossimità.
Marco ha pubblicato oltre 60 opere tra racconti e romanzi di ogni genere ed è in continuo studio e lavoro.
Studio tra gli archivi storici per riportarci nomi e fatti reali e costruttore di intrighi così verosimili da essere più amabili degli avvicendamenti realmente susseguitisi.
Con La sedia di paglia ci fa viaggiare per tutto l’ottocento tra Treviglio, Casirate, Calvenzano, Milano e le terre di Lombardia.
I Crippa, il Bicetti Buttinoni, i Nisoli ed i Carcano, i Galliari e i Grossi, i Rozzoni e i Nazzari e tutti quei personaggi che hanno fatto la storia delle nostre località e che oggi né arricchiscono la toponomastica.
Come dice bene Umberto Eco, l’unico modo per portare rispetto ai libri è leggerli e rileggerli.
Ci sono tanti, tantissimi autori bergamaschi che meritano di essere letti e poi ci sono autori, pochi, come Marco che insegnano ad ogni pagina.
Un linguaggio ricercato, ricco di figure retoriche e di culture centenarie. Forse un modus narrandi poco commerciale, ma sicuramente pieno di tonalità e carattere.
Ogni libro di Marco Carminati riserva sorprese e regali. In questo sulla fine arriverà una bambina, l’Itala, che come la nostra nazione è figlia di amori e d’avventure, con origini forse un po’ bastarde, ma proprio per questo più ricche e variegate.
Una storia che comincia là dove ha la sorgente l’Adda e che diviene a poco a poco la storia dei nostri vecchi, e quindi anche la nostra.
Un pezzo della Storia d’Italia, un pezzo di storia verso la libertà.